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  • Se mi lasci, ti cancello (dai social media)… o no?

    Quattordici persone raccontano la fine delle loro relazioni nell’era di Facebook (e non sono tutte esperienze negative)

    9 Dicembre 2016

    È difficile affrontare una rottura, la fine di una storia in cui avevamo investito emozioni e tempo. Di colpo tutto quello che amavamo – o tolleravamo – si trasforma in un qualcosa di difficilmente sopportabile.  La sua passione per i vinili diventa una pretesa di originalità, la sua dolcezza poetica in incapacità di relazionarsi alla realtà, come racconta K.: Le cose che diceva, faceva, condivideva, che erano spesso diametralmente opposte a quelle con cui mi aveva imbottito la testa per 3 anni di relazione insieme. Ad esempio pubblicando un articolo sulle meraviglie del marketing e della pubblicità, dopo aver passato anni a dirmi che ero moralmente ignobile se volevo lavorare in questo ambito ed ero una prostituta intellettuale”. I social media non hanno cambiato solo il nostro modo di comunicare, ma hanno soprattutto trasformato le nostre relazioni. La rottura così, si ammanta della dolorosa tortura di continuare a vedere costantemente l’altro: quello che ascolta, quello che fa, con chi esce, se soffre. E che siamo coloro che lasciano o i lasciati, i social media ci prestano a un nuovo difficile modo di vivere la separazione. social_media_bloccare_rimuoere_amore

    I duri e puri, non rimuovere l’altro e affrontare la separazione con dignità

    R. è una donna molto sicura di sé, di grande sensibilità. Alla mia domanda se è per il “cancellare” o il “mantenere” tra i contatti qualcuno con cui ha rotto non ha esitazioni: “Guarda per me la cosa si riduce ad un solo fattore: come è finita la relazione. È finita bene? Allora non vedo perché non continuare a tenere i contatti anche su Facebook. È finita male perché sei un categorico pezzo di m*rda? Ok, unfriend in un millisecondo. Io non voglio sapere più niente di te ma soprattutto, tu non devi più sapere assolutamente nulla di me!”.  Alla mia domanda se ci sono eccezioni mi sembra di vederla sorridere furba: “I suoi amici che obbligatoriamente devono rimanere fra i tuoi amici di Facebook e con post strategici e foto strategiche potrai comunque fargli capire quanto lo odi, quanto stai bene senza di lui o quanto ti manca. S. invece ha un motivo decisamente nobile per rimanerePerché non credo sia giusto far finta di non conoscere più una persona che in qualche modo è stata importante e ha fatto parte della tua vita”. Anche F. è del “partito del remain, tanto 9 su 10 mi bloccano lo stesso loro. Mentre il restante, per vie traverse, avrebbe comunque notizie su di me. Facebook lo definisco un grande quartieraccio” – rido e lo incalzo sulle ragioni – “perché ogni persona, in generale, deve poter avere una seconda possibilità. E, in aggiunta, non sarà di certo un blocco su Facebook a farmi cambiare opinione verso una persona; anzi è solo un possibile futuro contatto con cui posso confrontarmi nuovamente”. E per nuovo confronto immaginiamo tutti a cosa voglia romanticamente alludere. Al contrario, N. è uno che non torna mai indietro nelle relazioni, eppure anche secondo lui è giusto rimanere: Credo che mantenere l’amicizia con una ex, soprattutto se non vivi lo stesso ambiente, sia solo per un sentimento nostalgico in cui vuoi tenere controllato quello che fa e immaginarti come va avanti la sua vita. Una specie di gesto d’affetto e ricordo!” social_media_rottura_

    Occhio non vede, cuore non duole

    Sempre N. mi racconta che la sua decisione per il rimanere amici provenga da una brutta esperienza precedente in cui “ho passato un anno a spiare movimenti e ogni cosa e questo ha generato un loop infinito di gelosia, rabbia, voglia di rivincita e altre cose che mi hanno mandato a puttane un anno di vita sentimentale”. Lo sguardo aspro di chi rimane lo possiamo anche subire però, e così M. mi racconta che “il mio primo ragazzo invece mi lasciò  e rimanemmo inizialmente in buoni rapporti fin quando non mi scrisse un messaggio lamentandosi di come io stessi sprecando la mia vita e delle mie brutte compagnie… solo perché vivevo la mia vita e non con lui”. La possibilità di sapere tutto quello che accade all’altro non ci fa sempre bene, soprattutto dopo una rottura. Infatti c’è chi diviene “amico su Facebook” con l’ex dopo la rottura, come L.: “Pensa che quando ci siamo lasciati nel lontano 2010 lui Facebook non ce l’aveva ancora… Giustamente ha pensato bene di iscriversi nel mese successivo alla nostra rottura, chiedendomi anche l’amicizia. Io là sono ammattito, cercando foto (per fortuna inesistenti) del suo nuovo tipo.”

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    Spotless mind

    C’è chi invece di rimanere non ne vuole sapere perché Credo sia una forma di protezione di sé, l’unico modo per allontanarsi da qualcosa che ha segnato giornate, emozioni, che è già scolpito dentro. Non riesco a concepire alcun tipo di rottura “pacifica” (nel senso, priva di sofferenza) per cui credo sarebbe puro masochismo mantenere un contatto, seppur virtuale”. Intervistando qualcuno c’è stato anche chi ha cambiato una decisione presa. È successo con G. che, spiegandomi la sua posizione per il leave e facendomi l’esempio dell’ex, ha deciso di cancellarlo. Infatti “mantenerlo è comunque una sorta di dipendenza e il cancellarlo è venirne fuori perché a quel punto non ti interessa più niente di lui – compie una piccola pausa in cui non scrive più, poi aggiunge – Anzi sai che ti dico… ora lo cancello! Ma che me ne frega! Nel 2000 se ti lasciavi lo facevi e basta”. Per altri la scelta di lasciare andare l’altro anche sui social è dato dalla meccanica del desiderio. Per C. è così, per lei che è “come i bambini davanti alle Torte. Non riesco a guardarla senza aver voglia di mangiarla. I social network ti offrono la costante vetrina dell’altro e spesso non si è pronti a vederlo felice”. Una dichiarazione forte, ma profondamente onesta che apre la riflessione alle conseguenze nefaste del rimanere amici virtuali. “Col mio ex storico, quello che si è sposato 12 mesi dopo avermi lasciata e ha avuto poi una bimba. Ho scoperto di non amarlo proprio grazie all’assenza di connessione. Spesso questo contatto costante al quale siamo sottoposti alimenta idee più che sentimenti e rende molto più difficile quella che è una fine inevitabile”. Non è facile dopo una rottura, quando i social media ti mettono davanti a verità dell’altro che forse non sei pronto a scoprire anche nel caso in cui hai bloccato l’altro. Del resto dopo mesi passati a mettere “like” a qualsiasi cosa, l’algoritmo non perdona! F. infatti è stato la “dolce vittima” dell’algoritmo che gli ha mostrato quello che in fondo sapeva: Twitter Italia ha ben pensato di sbattermi in faccia la verità tramite inserzione. Io l’ho vissuto come un segno del destino. Alla fine è giusto così.” social_media_rottura

    Il blocco part-time

    Infine, c’è chi è rimasto ma poi di comune accordo ha deciso di cancellarsi. È la storia di A. che ne sorride: “La separazione è stata molto sofferta, nessuno dei due voleva scomparire improvvisamente e del tutto dalla vita dell’altro così ci sentivamo più o meno di frequente e ci vedevamo di tanto in tanto per un caffè. Ma Facebook era un problema perché nessuno dei due si sentiva a proprio agio nel pubblicare qualsiasi cosa: in questa foto sembro troppo felice (non voglio urtare la sua sensibilità), questa canzone è troppo triste (non voglio che si preoccupi sapendo quanto sto male), questo pensiero è troppo allusivo (potrebbe essere male interpretato), nuove amicizie (ne sarà infastidito)…così entrambi ci eravamo semplicemente autocensurati dietro un inutile silenzio stampa. Un giorno lui mi chiama e mi dice: “Scusa, ma ti devo bloccare.” Ma vale davvero la pena rimanere bloccati a un certo punto? L. ci dà una grande lezione di forza raccontando che “I social non sono la vita reale. Un esempio, nei contatti ho il mio “aguzzino” delle medie. Quando mi ha fatto la richiesta ho pensato di non accettarlo, poi però ho riflettuto che sono passati decenni e che le cose cambiano. Noi cambiamo”. Sarà davvero così? Mi fa riflettere molto S. che invece non vede i social media come qualcosa di altro, ma come qualcosa di interconnesso alla nostra vita. “Pensaci, i nostri rapporti interpersonali si basano molto su qualsiasi social network soprattutto su Facebook – se non fosse così noi mica saremo qui a parlarne. Cancellare o rimuovere qualcuno può aiutare, oscurarlo dalla home, cancellare il suo numero, le conversazioni, ma alla fine è innegabile che post rottura il pensiero va sempre lì. Non puoi cercarlo su Facebook ma si cercherà la persona in quei posti dove siamo stati felici.