Il suo nome è Mysmark ed è una startup italiana emigrata all'estero, in Irlanda, impiegata nel settore della customer experience.
Il suo scopo è quello di fornire alle aziende tool e dati in grado di misurare e incrementare la fidelizzazione dei clienti, migliorando la brand reputation.
Questa volta nel mirino di Nicola Farronato e del suo team è finito il settore turistico e la relazione e identificazione che il turista prova con la meta scelta per il viaggio, paragonata allo stretto rapporto esistente tra consumatore e brand.
La ricerca a tema destination personality ha portato MySmark a intervistare circa 2000 viaggiatori italiani in partenza per l'Irlanda, dimostrando la realtà della loro tesi: il viaggiatore sceglie la meta in base all'identificazione della propria personalità con il luogo di destinazione.
Abbiamo rivolto alcune domande a Nicola, per saperne di più sulle ricerche nel settore Travel.
Che cos'è MySmark e cosa significa destination personality?
MySmark è una innovativa tecnologia che, partendo dalla misurazione e profilazione dell'esperienza dei consumatori nel settore turismo, fornisce strumenti e soluzioni per migliorare la conversione e l'acquisizione dei clienti online.
MySmark è stata sviluppata dal team B-sm@rk sulla base di cinque anni di ricerca e sviluppo, partiti dall'importanza che i dati emozionali (su tutti personalità, profilo emozionale e sentiment) hanno sul comportamento dei consumatori.
Destination personality è un nuovo filone di ricerca specializzata per il settore travel e turismo nata per rispondere alle esigenze di marketing che le destinazioni e i loro stakeholder devono affrontare nel complesso mercato odierno.
Il concetto di fondo di questo nuovo prodotto è il legame e valore che la personalità umana (dei consumatori) può avere rispetto alla personalità di un luogo (destinazione).
Il nostro team ha potuto sviluppare metodologie e strumenti innovativi per misurare, monitorare e predire la possibilità di una destinazione di attrarre un certo tipo di turista/consumatore, esplorando sentieri di estremo valore per il marketing del turismo e del territorio.
Le destinazioni pilota sono state Dublino, Bergamo e Venezia.
Si potrebbe dire che "le mete sono lo specchio dei viaggiatori". Quanto conta questo in termini di marketing per i brand di travel?
Assolutamente sì. Dalle nostre recenti ricerche, che hanno coinvolto un campione di oltre 5000 consumatori, abbiamo potuto misurare degli effetti diretti tra la personalità dei turisti e la scelta della destinazione, il motivo del viaggio e il tipo di accomodation prenotata, l'aspettativa pre-partenza e il feedback durante e dopo la visita.
Abbiamo identificato e modellato dei driver molto interessanti che hanno un impatto sulla soddisfazione del turista, la sua identificazione con il luogo visitato, la sua raccomandazione della destinazione rispetto al suo network di familiari e amici. Non da ultimo la sua intenzione a ritornare nel luogo visitato.
Queste scoperte possono rappresentare delle novità assolute in termini di marketing del turismo e dei brand di travel. In particolare pensiamo alla misurazione del gap tra immagine del brand/destinazione e identità dello stesso, ovvero come i diversi punti di vista di consumatore e business possono essere avvicinati tramite tecniche e tattiche di marketing capaci di premiare la soddisfazione del cliente e la vendita del servizio, prodotto o brand ottimale.
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Come raccogliete i vostri dati e in che modo li misurate per gestire le informazioni sulla destination personalitiy?
L'approccio destination personality è quello di ottimizzare la raccolta di dati esplicita e implicita, guardando al percorso del consumatore prima-durante-dopo il suo viaggio.
Nei recenti progetti fatti tra Italia e Irlanda abbiamo cercato di declinare punti e momenti di raccolta dati (touchpoints) complementari, dalle survey assistite ai form online, da punti di contatto di prossimità a chioschi digitali self-service.
Nello specifico per la destination personality abbiamo adottato delle scale specifiche, frutto dello stato dell'arte della letteratura scientifica in materia, capaci di coprire con un numero di dimensioni che variano da cinque a sei le caratteristiche salienti di quello che si chiama destination personality e brand personality di una destinazione.
La vostra ultima ricerca è stata "italiani in Irlanda": ci racconti il dietro le quinte e i risultati ottenuti?
Abbiamo coinvolto circa 2000 turisti italiani che hanno visitato l'Irlanda nell'estate 2016.
È stato un progetto piuttosto articolato dal punto di vista logistico, visto che ha coinvolto ben quattro aeroporti italiani (Venezia, Treviso, Bergamo, Bologna), alcune attrazioni di Dublino, oltre 30 uffici per il turismo irlandese sparsi in tutta l'isola, e oltre dieci persone di staff sul campo.
I risultati sono stati molto molto interessanti. Abbiamo cominciato a mappare aspettativa e reale esperienza percepita da ciascun profilo di turista considerando sia l'Irlanda come macro destinazione che alcune micro-destinazioni come Dublino, la Wild Atlantic Way, il Sud-Est irlandese e l'Irlanda del Nord.
Abbiamo analizzato i principali trend che mettono in relazione il profilo socio-demografico del turista, la sua personalità e la motivazione del viaggio, la scelta dell'alloggio e l'immagine che i turisti avevano delle destinazioni principali.
Abbiamo potuto constatare con molta soddisfazione che le scale di destination personality utilizzate sono capaci di differenziare bene i luoghi presi in considerazione e che possono ritornare delle informazioni molto utili in termini di:
- customer satisfaction;
- promozione della destinazione da parte del turista (net promoter score);
- intenzione di rivisita.
Prima destination Irlanda, quali sono i progetti futuri?
Stiamo raccogliendo interesse su questo nuovo filone di ricerca da parte di nuove destinazioni sia in Irlanda che in Italia e Svizzera.
Naturalmente il nostro obiettivo è quello di coinvolgere in questo progetto tante destinazioni in Europa e di espanderci presto su altri continenti, come Asia e Sud America.
Continueremo anche il nostro sodalizio con l'Ente per il turismo Irlandese, in particolar modo focalizzando nuove categorie di turisti, come i flussi di visitatori asiatici, in rapida crescita.