Facebook a scuola: un social network per aiutare a imparare
Il social network può essere prezioso per insegnanti e allievi come fonte di informazioni o come strumento di supporto didattico
6 Settembre 2016
Tra pochi giorni riapriranno le scuole di ogni grado, e 326.000 aule degli oltre 33.000 plessi scolastici si riempiranno di studenti, che secondo una indagine OCSE sono al 23esimo posto per competenze digitali di base in Europa. L’Italia però balza al primo posto per la necessità di formazione dei docenti: secondo un’indagine dell’OCSE (TALIS 2013) il 36% ha dichiarato di non essere preparato per la didattica digitale. Il contesto ambientale non è certo di aiuto: il 70% delle aule è sì connessa in rete, ma generalmente la connessione non è adatta a supportare le attività didattiche necessarie. Il Piano Nazionale Scuola Digitale si propone di migliorare questa situazione, a cominciare dalla connettività, senza dimenticare la formazione del personale, e la revisione di norme e regolamenti. Si incoraggia l’uso dei dispositivi personali (smartphone e tablet), una strategia denominata con l’acronimo BYOD (Bring Your Own Device, porta il tuo dispositivo), cercando un compromesso tra la loro utilità didattica e gli aspetti negativi (privacy, disturbo delle lezioni) che avevano portato a limitare il loro utilizzo in molte scuole.
Facebook come può rafforzare l’apprendimento?
Spesso considerato il non-luogo per bighellonare, in realtà il social network può offrire molti spunti e strumenti utili a supporto delle attività scolastiche. Vediamo quali sarebbero alcuni vantaggi immediati:- è gratuito
- è conosciuto e diffuso
- è disponibile su ogni piattaforma
- ci si può collegare ovunque e sempre
- si può collaborare
- si può creare la pagina pubblica della classe o scuola (invece che il blog)
Facebook come fonte di informazioni e risorse
Facebook può essere utilizzato dagli insegnanti semi-passivamente, attraverso la partecipazione ai gruppi dedicati proprio a loro e alla didattica. Ne esistono molti, data la facilità nel crearli. Oltre 500 però superano il migliaio di iscritti. Ne segnaliamo alcuni, con un breve riassunto della descrizione che ognuno di essi si attribuisce. ProfessioneInsegnante.it: Oltre 61mila iscritti per un gruppo che si dichiara apolitico e asindacale, dove gli insegnanti sono liberi di scambiarsi opinioni, informazioni e confrontarsi sulla scuola. Roba da insegnanti: Con oltre 25mila iscritti, il gruppo si rivolge a persone interessate al mondo dell’educazione, quindi la platea è più vasta dei soli insegnanti. Non è un gruppo strettamente tecnico, un insegnante non è solo libri, quaderni, lezioni, leggi e decreti, la sua vera arte e tecnica è la vita, ugualmente per chi si interessa di scuola a vario titolo. Insegnanti 2.0: 22mila gli iscritti che desiderano provare insieme a definire un’idea di scuola che punti al miglioramento dell’apprendimento rispondendo ai nuovi bisogni degli studenti attuali, giovani generazioni digitali. Innovazione e pratica nella didattica integrata con le nuove tecnologie. Insegnanti: quasi 20mila gli iscritti aI gruppo, che si occupa di confronto sulla didattica, di scambio di informazioni giuridico-amministrative e di informazione su opportunità e risorse gratuite per l’aggiornamento professionale. È luogo di ascolto e condivisione professionale. Didattica inclusiva: 19mila gli iscritti al gruppo che tratta tutto ciò che riguarda la formazione, la didattica, l’educazione e le difficoltà di apprendimento. Insegnanti Italiani Uniti: 17mila gli iscritti a Insegnanti Italiani Uniti, che nasce dal desiderio di creare un gruppo di categoria per tenersi informati ed aggiornati sul mondo “caotico” dell’intero sistema scolastico. Aggiornamento in merito alle proposte, decreti che il governo emana, proposte ed iniziative dei docenti che partecipano al gruppo, condivisione dei progetti di istituto, suggerimenti didattici delle singole discipline. Sostengo il Sostegno!: un gruppo con 17mila partecipanti, aperto a tutti coloro (docenti di ogni ordine e grado, di ruolo e non, genitori, insegnanti, nonni, educatori, docenti di sostegno, docenti curricolari, operatori professionali, etc.) che desiderano condividere storie, strategie, soluzioni possibili, esperienze sulla disabilità. Si propone di affrontare temi vari al fine di condividere risorse, esperienze, parlare di didattica o di qualsiasi altro argomento che riguardi il mondo della scuola. Animatori Digitali: 9mila iscritti alla piazza virtuale rivolta ai nuovi Animatori Digitali della Scuola Italiana per condividere notizie, esperienze e strategie. Gli animatori digitali sono una nuova figura, istituita dal Piano Nazionale Scuola Digitale: docenti di ruolo che hanno il compito di seguire il processo di digitalizzazione della Scuola di appartenenza. L’elenco non è esaustivo: questi sono i gruppi più numerosi. Altri si possono trovare facilmente sfruttando la barra di ricerca di Facebook stesso, inserendo le parole chiave “insegnante” o “didattica” ed altre attinenti. Molto interessante il gruppo dedicato al concetto di classe capovolta.Facebook come strumento didattico
Facebook può essere usato come strumento didattico, e in maniera molto efficace e sicura, nonostante la fama di luogo per oziare o pericoloso. Un argomento questo che meriterebbe un post tutto suo. La verità su cui riflettere è che Facebook è diffusissimo, facile da usare e ben noto nei suoi meccanismi più semplici: tutti gli utenti sanno come pubblicare uno status, una foto, un video. Certamente è importante trasmettere anche l’importanza di un uso consapevole e responsabile. Anzi, l’utilizzo di Facebook come strumento didattico può essere occasione per diffondere maggiormente nozioni di cultura e galateo digitali. Come strumento didattico Facebook ha funzionalità che permettono di creare comunità di lavoro e studio i cui membri possono collaborare, comunicare, condividere informazioni senza alcuno sforzo aggiuntivo. Tutti, o quasi, sanno come usarlo. Le comunità di lavoro e studio possono mimare e ricalcare quelle esistenti (una classe e il suo docente, il consiglio degli studenti) oppure farne sorgere di nuove, in alcuni casi impensabili senza questo strumento. Pensiamo per esempio alla possibilità di creare gruppi di lavoro e studio composti da studenti di scuole diverse, in nazioni diverse!Collaborazione
Facebook permette di creare tre tipi di gruppi:- segreti: nessuno, tranne i membri, ne conosce l’esistenza. Solo chi ne fa parte può leggere ciò che vi viene pubblicato.
- chiusi: Il nome del gruppo è pubblico e anche la sua descrizione. Solo chi ne fa parte può leggere ciò che vi viene pubblicato.
- pubblici: ogni aspetto del gruppo è pubblico.
- studenti
- insegnanti
- studenti e insegnanti
- genitori
- genitori e insegnanti