In un'era in cui "Non sei su Facebook, allora non esisti" è difficile fornire una visione completa e corretta sull'argomento. C'è chi ci prova, chi fallisce e chi amministra (è il caso di dirlo) correttamente aiutando la cittadinanza, lavorando in in maniera complementare fornendo la giusta informazione su ciò che concerne servizi e accoglienza.
Social Media Manager di tutto il mondo, unitevi: cosa pensate quando il vostro Comune (sia esso Roma, Milano, Lecce, Pescara, Campobasso o il più piccolo dei paesini tra le montagne o nel profondo Sud) annuncia la sua presenza sui social?
Sono in aumento i comuni in Italia che scelgono di "trasferire" il proprio mondo sui social, sia su Facebook..
..che su Twitter.
Da un'attenta ninja analisi, abbiamo visto come su Facebook ci siano delle grandi assenti e come invece, alcuni, impongano in maniera esatta e puntuale la loro presenza. Il comune di Milano, per esempio:
Informazione frammentata o giustamente raggruppata per tematiche? Di fatto, la scelta coraggiosa di Milano sembra essere una soluzione che porti ad una maggiore vicinanza dei cittadini che, ora più mai, utilizzano i social per inoltrare richieste.
Come mai vi è questo bisogno di "s-postare" tutto online?
Il web sostituisce sempre più la carta stampata, questo è chiaro. In più, il dossier sulla Strategia per la crescita digitale 2014-2020 ha fornito un forte indirizzo in tal senso.
Un argomento, quello dei social in relazione alle PA, affrontato già nel 2013, in tempi poco sospetti (ma non troppo) da Vincenzo Cosenza in una ricerca completa ed esatta. Invitandovi alla lettura della stessa è curioso ed interessante notare come sia evoluta la storia a distanza di 3 anni.
Al di là dei dati e di una ricerca quantitativa, è necessario però porsi alcune domande: esiste, specie nei comuni più piccoli, una risorsa adatta per questo ruolo? Quanto si tiene conto della professionalità di tale risorsa?
Chi lavora nel campo del social media marketing già lo sa: non sempre questa figura viene rispettata, poiché di facile approccio e, perciò, presumibilmente da subito praticabile. I danni causati da professionisti improvvisati hanno fatto storia, per questo, dal piccolo comune alla metropoli, un professionista che sappia amministrare una pagina social istituzionale risulta necessario.
Al di là del professionista, occorre ricordare che la democrazia sui social è vista come principio fondamentale secondo cui tutti sono in dovere ed in obbligo di esprimere un parere ed un giudizio spassionato, anche senza essere in grado e nelle condizioni di farlo.
Altro quesito: postare per interagire o postare per informare? Quanto è opportuno essere trasparenti sia nel bene che nel male? E ancora, messaggi privati sì o no?
Insomma, una cosa è certa: meglio esserci. L'informazione non è mai abbastanza e come nella giurisprudenza, ormai anche qui non si accetta più ignoranza. I mezzi per apprendere ci sono e non è più ammissibile rimanere indietro sulle comunicazioni istituzionali.
Il primo grande consiglio per chi legge una pagina ufficiale è domandarsi quanto sia stato impegnativo raggiungere quel risultato e poi commentare. E poi, solo dopo, se necessario, commentare negativamente. Solo perché i social sono gratuiti non si deve pensare che anche l'offesa debba essere tale.
Buon lavoro a tutte le PA online e lanciamo una Ninja Sfida: Social Media Manager di Milano e Bari, (par condicio) pronti per un'intervista doppia su come amministrare al meglio una pagina istituzionale?