Buon pomeriggio,
mi chiamo Mirko Pallera, sono un imprenditore e un consulente nel campo del marketing e della formazione.
Mi definisco un “immigrato al contrario”: sono nato a Parma ma poi sono cresciuto a Milano e da circa 10 anni vivo felicemente nel Sud Italia, a Salerno, molto vicino alla Costiera Amalfitana, uno dei luoghi più belli del mondo.
Spesso mi chiedono cosa ci faccio a Salerno. E allora vorrei dare una risposta definitiva a questa domanda. Con questa due foto: Milano, Salerno.
In questi anni ho fondato alcune aziende, tra cui Ninja Marketing, il punto di riferimento per chi fa marketing e comunicazione innovativa e una scuola online che si chiama Ninja Academy che ha formato al marketing digitale più di 20.000 professionisti.
Perché mi occupo di marketing? Perché oggi vi parlo di marketing?
La risposta che mi sono dato è che all’esame di maturità il membro esterno della commissione, evidentemente per mettermi a mio agio, mi fece due domande che mi avrebbero cambiato la vita. La prima è:
Qual è la differenza tra simbolo e segno?
E poi: Qual è la differenza tra connotativo e denotativo?
Ecco questo è il modo per traumatizzare un brillante studente e rovinargli la vita per sempre!
Infatti presi 5 e mezzo in italiano all’esame di maturità e successivamente decisi di dedicare la mia vita ai più potenti simboli dei nostri tempi: i Brand.
Ho scritto due libri di marketing. Sono alto quasi 1 metro e 90, ho più di quarant’anni (ahimè) e in questo periodo mi fa male la schiena.
Nonostante il mio mal di schiena, sono un appassionato di surf da onda e sogno di vivere in un luogo dove poter diventare un bravo surfista.
Ho circa 4500 amici su Facebook. Sono sposato ed ho due bambini. Ho una macchina - un SUV molto inquinante di cui mi vergogno un po’, mentre una volta avevo una BMW "cabrio" che mi manca molto e che mi faceva sentire molto più figo. Sto anche per comprare casa.
Ecco queste che vi ho elencato fino a qui sono tutte le mie "identificazioni", ovvero sono cose in cui mi identifico e che in qualche modo credo mi possano definire.
Anche voi avete tanti oggetti ed è attraverso questi che vi definite. Quando incontrate una persona nuova spesso gli chiedete: Di cosa ti occupi? La cosa in cui ci identifichiamo di più è il nostro lavoro, che definisce anche il nostro status sociale, la nostra identità, ecc.
Ma in realtà noi non siamo questi oggetti! Noi non siamo le nostre identificazioni, siamo molto di più.
Esiste un’espressione sanscrita neti neti, che significa né questo, né questo. E’ un modo per esprimere concetti teologici o spirituali spiegandoli come negazioni e non come affermazioni.
Il Buddha non è né causa né effetto, non è tondo né quadrato.
Non è questo, non è quello. Neti Neti.
Noi non siamo le cose che ci circondano, le cose belle che possediamo, il nostro lavoro, non siamo le persone che vivono con noi.
Per fortuna non siamo nemmeno le cose che ci affliggono: le nostre ansie, le nostre paure, i nostri problemi.
Ecco il marketing, ovvero quella disciplina aziendale che si occupa di venderci prodotti, fino ad oggi si è basato sulla credenza, o meglio sul messaggio che noi siamo i prodotti che possediamo.
Giocando sulla frustrazione di non avere abbastanza il marketing ci ha sempre detto “Tu non sei abbastanza”.
E così, per definirci meglio, per confermare la nostra identità, abbiamo comprato quella macchina che sognavamo, siamo andati dal chirurgo estetico, ci siamo circondati di prodotti, di vestiti, di esperienze di consumo.
Chi conosce la meditazione sa che esistono dei modi per distaccarsi dalle cose e abbracciare nuovi livelli di coscienza. Si tratta di tecniche che servono a prendere distanza dalle cose in cui ci siamo identificati.
Ken Wilber, autore di Breve storia del Tutto ci spiega che esistono due aspetti che riguardano la nostra coscienza: lo stato di coscienza e lo stadio di coscienza.
Avete presente quando la nostra coscienza si amplia, e ci capita di sentirci più consapevoli, sentiamo la coscienza che si espande, ci sentiamo più vigili, più presenti, è più forte la nostra identità e la nostra capacità di amare.
Qualcuno raggiunge anche l’illuminazione.
Al contrario non siamo in grado di percepire lo “stadio di coscienza” in cui ci troviamo.
Questo stadio di coscienza riguarda la nostra cultura, la società. È una struttura che noi non vediamo, una mappa nascosta alla nostra consapevolezza, in cui siamo imprigionati e che influisce sul modo in cui affrontiamo i problemi e troviamo soluzioni.
È come se fosse l’acqua in cui nuotano i pesci: loro non si rendono conto di esserci immersi, fino a che non vengono portati fuori.
Questo “stadio di coscienza” continua a modificarsi e ad evolversi progressivamente nel corso della nostra crescita come individui e anche nel corso della storia della società.
Immaginate un bambino: è mosso da istinti e desideri, vuole tutto per sé, prende i giochi e non li condivide, poi impara la socialità dalla mamma e dal papà, il bene e il male dalla cultura, e cambia prospettiva. Un giorno impara a condividere e a sostenere gli altri.
La risposta ai problemi, all’ambiente esterno dipende dallo “stadio di coscienza” in cui ci troviamo.
Se lo “stadio di coscienza” in cui mi trovo abbraccia solo me stesso sarò nello stadio egocentrico, come quello del bambino di prima. Se abbraccia il mio gruppo, la mia tribù, il mio popolo, sarò nello stadio etnocentrico.
Se abbraccia non solo il mio gruppo, ma tutta l’umanità sarò nello stadio mondocentrico, un livello in cui proverò empatia e abbraccerò tutte le persone a prescindere dalla razza, dal gruppo etnico di appartenenza.
E addirittura quando il mio “stadio di coscienza” avrà abbracciato l’intero cosmo (diventando cosmocentrico) mi sentirò connesso non solo con tutte le persone ma anche con tutti gli esseri senzienti e non senzienti della Terra - e perché no - degli altri pianeti.
Passerò dall’Ego al We-go.
Svilupperò un IO espanso, il mio Ego diverrà un We-go. E la sfera dei miei bisogni materiali si allargherà fino ad abbracciare le istanze del gruppo sociale allargato e dell’ambiente in cui vivo.
Questo processo di espansione della coscienza è amplificato dalle nuove tecnologie che aumentano costantemente le informazioni che abbiamo a disposizione e che di fatto vanno ad ampliare il contesto di cui ci sentiamo parte.
Joel De Rosnay parla di Cybionte, un macroessere formato dalle Reti create dall’uomo, le infrastrutture dei trasporti ma anche Internet.
Noi facciamo parte di questo Cybionte e siamo in connessione con tutto quello che è intorno a noi: informazioni, oggetti e persone.
Fuori scambieremo costantemente informazioni con la nostra macchina, attraverso i nostri device, smartphone e wearables, con la nostra casa, con le persone, con le smartgrids (le reti energetiche intelligenti), insomma diverremo una cosa sola con l’ambiente.
Tutte queste informazioni non possono non cambiarci dentro. Esiste un concetto Buddhista chiamato Esho Funi = unicità di Io e Ambiente
L’Io e la realtà esterna sono NON DUE, cioè, non solo interdipendenti, ma esattamente la stessa cosa.
Ecco come vedete – sia per ragioni evolutive sia per le innovazioni tecnologiche - ci troviamo di fronte ad una espansione dell’Io. Che attenzione, non è una espansione dell’EGO!
E questa è la prospettiva su cui si basa quello che con un neologismo possiamo chiamare del Marketing Transpersonale, ovvero di un marketing che fa della prospettiva transpersonale il suo punto di vista.
Se le persone iniziano a considerarsi non solo come degli Ego ma come degli We-go potremo ancora vendergli prodotti che danneggiano le altre persone e l’ambiente?
Il Marketing è sempre stato in cambiamento e sta seguendo l’evoluzione della coscienza e quindi dei consumi: non ce ne accorgiamo perché abbiamo una visione schiacciata sul presente, senza una prospettiva temporale più ampia. Siamo immersi nella struttura per questo non la vediamo.
Ora vi darò qualche prova del cambiamento...
Il cannibalismo era comune fino all’avvento dell’agricoltura.
La schiavitù era comune in tutto il mondo fino alla rivoluzione industriale.
I prodotti cosmetici con ingredienti non testati su animali sono stati una idea di Anita Roddick nel 1976 che ha creato Body Shop. Questa è stata una grande innovazione che oggi è diventata pratica comune.
Infatti dal 2013 in tutta Europa non si possono testare sugli animali né i prodotti finiti, né le materie prime.
La diffusione di campagne come quella di PETA in Asia, in cui si mostrano ai clienti le membra degli animali da cui sono prodotte borse ed altri accessori in pelle, sta aumentando la sensibilità rispetto alle tematiche animaliste e si sta diffondendo una cultura - direi quasi una moda - sull’alimentazione vegana mai vista prima d’ora.
Queste sono alcune pubblicità delle sigarette negli USA negli anni Trenta, Cinquanta e Sessanta.
Si sfruttavano medici, donne e bambini per aumentare ilconsumo di sigarette.
In questa c’è scritto: “Mamma prima di sgridarmi fatti una sigaretta”. Terribile!
Oggi la sicurezza, la salubrità sono sempre più fondamentali per i consumatori.
Oggi le aziende devono comportarsi come fece Volvo nel 1959.
Questo signore è Nils Bohlin. L’inventore della cintura di sicurezza a 3 punti per conto di Volvo.
Una cintura più sicura rispetto a quella utilizzata in precedenza: Volvo è stato quindi il primo costruttore automobilistico ad equipaggiare le sue vetture con le cinture di sicurezza a tre punti come dispositivo di serie.
L'invenzione venne brevettata con un "brevetto aperto", ossia chiunque volesse poteva ottenere la concessione del libero utilizzo del design.
L’azienda mise immediatamente a disposizione di tutti i costruttori automobilistici il brevetto del suo geniale progettista salvando di fatto milioni di vite umane.
Un esempio recente di questo approccio è quello che sta accadendo con l’olio di palma, utilizzato nell’industria dolciaria fino ad oggi e rivelatosi potenzialmente dannoso per la salute.
Coop ad esempio ha sospeso la produzione di prodotti a base di olio di palma.
Ci sono molti autori che spiegano come questo cerchio dell’empatia si stia allargando e perché. Da Jeremy Rifkin a Steven Pinker che dimostra come in realtà noi stiamo vivendo nell’era più pacifica della storia.
Ricordate il discorso di prima, sullo stadio di coscienza?
Una recente ricerca di Nielsen ci dice che:
“1 persona su 2 oggi è disposta a condividere beni e servizi con la comunità”. Ed è anche “disposta a pagare di più per beni sostenibili.”
“1 su 2 compra solo l’essenziale e non più il superfluo”.
“6 persone su 10 credono che la maggior parte delle malattie siano causate dall’alimentazione sbagliata.
Diceva Maria Montessori: ...se v'è per l'umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l'uomo...
Ecco a Salerno faccio parte di un’associazione di genitori, fondata dalle mamme, che si chiama Hormè.
Hormè è uno spirito greco che rappresenta l’impulso alla motivazione interiore che non dipende da punizioni e ricompense.
E’ una storia bella la loro. La storia di chi si è dato da fare per costruire una scuola a misura di bambino, una scuola basata sul metodo Montessori, in una scuola pubblica.
Queste mamme rappresentano gli ex consumatori, sono quelli che io chiamo i creatori di oggi. Quelli che creano il mondo non lo consumano più.
Ecco queste mamme nel loro vivere, tutti i giorni cambiano il mondo. Lo fanno affrontando in modo diverso i temi dell’educazione, dell’alimentazione, del gioco, della salute, del rapporto con l’ambiente.
Ecco che andiamo verso una società sempre più consapevole. Il Marketing cambia perché deve tenere conto delle richieste della società.
Il marketing deve tenere conto delle necessità di quelle mamme.
Vi sono grandi tendenze del cambiamento sociale: salute, diritti degli animali, ambiente, i diritti di fasce sociali marginali. Le risposte le vediamo nella diminuzione del consumo di carne e dei cibi industriali. Le persone stanno chiedendo un cambiamento.
E il marketing deve collaborare con questi creatori / innovatori per costruire un mondo migliore.
Il marketing deve rispondere a nuovi bisogni, a bisogni transpersonali appunto. Rispondere ad un Io espanso significa proporre una moda etica, una alimentazione biologica e sana e rispettosa dell’ambiente.
Andiamo sempre di più verso una società simbiotica: ecco l’azienda man mano che si evolve la coscienza globale passa dalla produzione, alla personalizzazione (con un focus sull’individuo), alla relazione (con un focus sui gruppi sociali) per arrivare alla simbiosi, quando abbraccerà l’intero pianeta.
Quel giorno le aziende si baseranno su un approccio transpersonale anche al marketing.
I brand diventeranno dei “soul maker”, ovvero ci incoraggeranno ad evolverci e noi chiederemo ai brand di aiutarci a cambiare il mondo.
Come dice Kolter, il padre archetipico del marketing: Il significato è la proposta di valore del nuovo marketing.
Il marketing passa quindi dal Tu non sei abbastanza al Diventa quello che puoi essere.
Partiamo insieme per questo viaggio. Facciamolo insieme, noi consulenti, insieme alle aziende, insieme a voi che avete il potere di chiedere alle aziende più salubrità, più sicurezza, maggiore sostenibilità, maggiore rispetto per le persone e per l’ambiente. Insomma un mondo migliore.
Quello che avete appena letto è una sintesi del mio intervento dello scorso 11 giugno al TEDx Alessandria, qui invece potrete guardare e commentare il mio speech tratto dalla diretta Facebook Live.