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Il portale d'informazione SourceFed ha lanciato, durante lo scorso week-end, una pesante accusa nei confronti di Google:
da alcune ricerche effettuate su determinate keyword e soprattutto sulla funzione "completamento automatico" nella barra di ricerca, sembra proprio che il motore di ricerca orienti i risultati affinché ci siano solo notizie positive per la candidata democratica Hillary Clinton alle prossime elezioni presidenziali.
Allo stesso tempo, sempre secondo le accuse di SourceFed, Big G sarebbe protagonista di una colpevole omissione nei risultati di tutte quelle notizie in virtù delle quali invece Hillary potrebbe perdere consensi.
In sintesi sono stati analizzati i comportamenti di Google, Yahoo e Bing nel momento in cui si sta digitando la stessa parola chiave per cercare news sulla Clinton, ad esempio digitando Hillary Clinton Cri, ed osservando come i tre motori di ricerca applicavano la funzione di autocompletamento.
Bing e Yahoo optavano, in concordanza con i trend sulle ricerche esplicite (cioè quando si decide di scrivere per intero l'oggetto), per completare la ricerca con "Hillary Clinton crime accusation"
Google invece mostrava come possibili risultati:
Come sottolineato dagli editor di SourceFed, al momento non si configura nessun reato da parte di Google, sta di fatto però che la manipolazione (se confermata) dei risultati che riguardano l'ex First Lady sono da considerarsi una grave violazione dal punto di vista etico ed aprono un nuovo scenario, ovvero la capacità dei motori di ricerca di orientare attivamente l'opinione pubblica, così come sospettato per Facebook nelle scorse settimane per la sua sezione Trending.
In seguito alle pesanti accurse rivolte da SourceFed, Google ha deciso di rispondere l'11 inviando una nota al Washington Times :
Il completamento automatico di Google non favorisce alcun candidato o causa politica. Ci teniamo a chiarire quello che è un semplice fraintendimento rispetto a come la funzione opera. Il nostro algoritmo tende ad escludere dalle ricerche quelle parole che in qualche modo siano da ritenersi offensive o lesive se associate ad un nome di persona. Più in generale, le previsioni nell'autocompletamento sono prodotte sulla base di una serie di fattori inclusa la popolarità dei termini di ricerca.
In altre parole Google lascia intendere che il sol fatto che ad un nome proprio sia associabile una parola che screditi quella persona fa sì che quella ricerca sia omessa dai risultati e che questa procedura sia parte dei protocolli automatici del motore, senza alcun intervento diretto.
Sembra proprio che ci si trovi dinnanzi ad un caso in cui la realtà supera la fantasia.
I fan di House of Cards infatti avranno notato la singolare coincidenza tra la polemica in atto e la querelle tra Frank Underwood e Will Conway durante le loro presidenziali nel corso dell'ultima stagione.
Il candidato repubblicano infatti, nella fiction poteva contare sull'apporto del motore di ricerca immaginario Pollyhop.
In quel caso però i big data offerti dal motore servivano semplicemente per sapere quali fossero gli argomenti più ricercati dagli americani ed adattare quindi la strategia in virtù di quegli insights.
Se l'accusa Google-Clinton si dimostrasse vera però, qui saremmo un passo avanti.
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