Gianroberto Casaleggio.
Negli ultimi cinque anni, un nome cui è stato associato di tutto, considerando il tragitto che ha preso la sua vita professionale e personale.
Da tutti ricordato come il Guru del Movimento 5 Stelle, la scomparsa di Casaleggio sembra dare spazio, complice il silenzio degli avversari politici, ad una riflessione.
Uno dei migliori pensieri lo ha scritto Stefano Quintarelli, altro illustre attore della vita digitale italiana e oggi parlamentare, che su Facebook scrive:
“È morto Gianroberto
Casaleggio. Comunque la si pensi, era un visionario pragmatico. Due doti difficili da assommare. Un abbraccio a Davide”.
Casaleggio non era (solo) il cofondatore del M5S.
Era in primis un profondo conoscitore del web, che ha fatto discutere per le sue teorie (vedasi i video Gaia e Prometeus che ipotizzavano la fine dell’attuale modello di governo in favore di una nuova forma di democrazia, profondamente diversa da come la conosciamo, in cui il verbo “uno vale uno” diventava realtà, grazie alla Rete), e che ogni anno - ad esempio - era in grado di fornire, grazie al lavoro del team della sua Casaleggio Associati, uno dei report meglio assortiti sull’eCommerce in Italia.
Un altro grande nome celebre della vita politica italiana, Antonio Di Pietro, aveva scelto la Casaleggio Associati per lavorare alla sua comunicazione negli anni difficili del secondo governo Prodi. Era il 2007, e Di Pietro era il primo italiano a svolgere una conferenza stampa in diretta da Second Life.
Altri tempi, altri mondi, altre abitudini nel comunicare: certo, agli occhi dei più rappresentavano un nuovo modo di intendere il marketing politico. Forse sì o forse no: certo, immaginare una conferenza stampa politica su Second Life era innovativo anche per gli USA, e forse l’unico che in Italia poteva immaginare quell’azione tattica era proprio GianRoberto Casaleggio.
E ancora: negli anni del quarto governo Berlusconi, ricordiamo il sito di ChiareLettere e il lavoro con uno degli editori meno allineati del Paese.
Perché GianRoberto Casaleggio stava sempre lì, a insidiare i potenti, a provocarli ed a provocare.
Lavorando dietro le quinte, andando avanti con una sua visione. Oggi il M5S perde uno dei suoi fondatori e chi vive e lavora nel web, non potrà negare che al netto delle posizioni politiche il suo è stato un contributo prezioso, se non altro per la libertà con cui ha sempre interagito con la Rete e per la Rete, considerata libera e senza padroni, quindi abitabile e sfruttabile in favore dell’idea - qualsiasi essa sia.
Il Web italiano perde uno dei suoi protagonisti più controversi. E questa, per un media che della diversità fa uno dei punto di forza, è in ogni caso una perdita. Una cosa è certa: la sua eredità continuerà a farsi sentire ed è ancora del tutto da decifrare.