Quali sono i segreti per diventare un ottimo Social Media Strategist? Gli ingredienti per una ricetta speciale sono: contenuti rilevanti, propensione all'aggiornamento continuo, notevoli capacità di analisi, ma soprattutto visione strategica.
Abbiamo intervistato Luca La Mesa, docente del Master Online in Social Media Marketing, per conoscere più da vicino i principali argomenti che andrà a toccare nelle sue lezioni e per carpire interessanti suggerimenti per districarsi nel panorama sempre più ampio dei Social Media.
Quali qualità deve avere un Social Media Strategist?
Un buon Social Media Strategist deve sicuramente avere visione strategica, propensione all’aggiornamento continuo sulle novità dei social, intuizione e capacità di analisi. L’errore più comune che si può fare è gestire i social nella quotidianità senza avere una vera visione strategica di medio periodo.
La capacità di analisi è fondamentale per comprendere come stanno andando le strategie, per intraprendere azioni correttive e anche per mettere in discussione il “media” nel caso stesse perdendo efficacia rispetto ad altre e nuove soluzioni.
I social non dovrebbero ragionare con la stessa logica delle “campagne” di TV, giornali e radio la cui efficacia tende ad esaurire alla fine del “flight” comprato. Bisognerebbe sempre usarli avendo in mente una strategia anche di medio periodo per crearsi in casa un database di utenti profilati ai quali poter comunicare nel tempo anche a prescindere dagli stessi social.
Cosa consiglieresti ai clienti che credono ancora che Facebook sia una perdita di tempo ed una piattaforma "alla portata di tutti"?
Facebook di per sé è solo un software, la differenza sta in come noi lo utilizziamo. Può essere molto utile se si hanno pochi minuti di attesa e si vuole avere un rapido aggiornamento su cosa sta succedendo.
Nel libro Socialnomics di Erik Qualman c’è un chiaro esempio di una ragazza che è in fila al supermercato e nei 10 minuti di attesa scopre grazie ai Social molte info utili che la portano anche a cambiare i suoi acquisti e di prendere un regalo per un’amica che ha scoperto avere un compleanno a breve. Esempio di poco tempo dedicato e grande beneficio.
È altrettanto vero che molti utilizzano i Social in maniera poco corretta e tendono a perdere molto tempo.
Con gli studenti ho adottato un metodo che nel tempo è stato molto apprezzato.
Dico ai ragazzi che, quando vedono per la terza volta la stessa notizia, devono uscire da Facebook in quanto è finito il beneficio marginale e si è andati verso la “perdita di tempo”. Gli consiglio, dunque, di dedicare quei minuti a disposizione per andare su siti come TED.com che possono dare grande ispirazione.
Nel tempo mi aspetto che si andrà sempre più verso la selezione di contenuti di qualità e da subito dovremmo abituarci a segnalare all’algoritmo di Facebook quali sono gli amici e le pagine che preferiamo in modo da non vedere più i post per noi non rilevanti.
Dal punto di vista dei “creatori di contenuti” dobbiamo invece comprendere che al crescere del numero di persone che ci seguono aumenta la nostra responsabilità e la possibilità di “rubare pochi secondi di vita a tante persone”.
Se pubblicassimo qualcosa di non rilevante probabilmente avremmo sprecato 3 secondi di vita di migliaia di fan che nel tempo tenderanno a non volerci più seguire.
La parola d’ordine dovrebbe diventare “qualità e rilevanza dei contenuti” e lucidità nel capire se è il momento di uscire da Facebook per cercare altre informazioni su siti alternativi o nella vita offline.
Se qualche account che seguite inizia a pubblicare contenuti per voi non interessanti potete andare sul suo profilo e cliccare su “Segui già e Non seguire più”. Oppure se non volete perdervi dei suoi contenuti basta che clicchiate su “Mostra per primi”.
Creare e moderare una Facebook Community: da cosa bisogna partire?
Bisogna partire da un documento chiamato netiquette nel quale dichiariamo ai nostri fan quali sono le “regole di buona condotta” all’interno della pagina e quali sono gli argomenti che vorremmo trattare riservandoci di moderare chi va off topic o usa un linguaggio non appropriato.
È importante creare anche un altro documento interno all’azienda con le FAQ (Frequent Asked Question), cioè le domande più frequenti che possono capitare e le loro relative risposte.
Con i clienti più importanti condividiamo sempre anche i possibili “punti di debolezza” e le procedure di eventuale gestione della crisi. Segnaliamo i commenti in base a una scala a livelli che va da quelli più semplici (bandiera verde), a quelli che stanno emergendo come potenzialmente pericolosi (bandiera gialla) e quelli invece critici (bandiera rossa) che prevedono una risposta approfondita e tempestiva.
Per gestire una crisi è importante sapere in anticipo chi sono gli interlocutori aziendali da attivare per avere una rapida approvazione. Possono essere un mix di Direttore Marketing, Legale, Relazioni Esterne, etc.
Gli errori possono capitare e la strategia che premia di più è quella incentrata sulla trasparenza e autenticità, in quanto alla fine i “fan” siamo noi stessi e quando le cose non vanno come ci aspettiamo vorremmo parlare con un interlocutore che dimostra buona fede e voglia di risolvere insieme l’eventuale problema.
Tra i diversi formati di Facebook Ads, quali trovi sia più performante per un eCommerce?
Per gli eCommerce consiglio di testare decisamente le Carousel Ads che hanno dimostrato un risparmio del 30-50% del CPA e fino al 30% del CPC secondo una recente analisi di Facebook.
La vera differenza la si ottiene quando si usano questi nuovi formati sperimentando delle creatività e dei copy vincenti. Durante il Master ne vedremo diversi ma vi anticipo alcuni dei miei preferiti (immagini). N.B. Tenete d’occhio nel tempo anche le Carousel ADS in formato video che sono molto belle e sono usciti i primi esempi in ambito moda!
La funzione "Aggiungi un Post a questa storia": Facebook diventerà una piattaforma di writing più efficace dei blog?
La modalità con cui Facebook ha gestito in passato le foto dei profili personali non mi è mai piaciuta molto. Spesso si perdeva il senso della “storia” e venivano accorpati post recenti non necessariamente simili.
Penso si stiano muovendo bene verso un’attività di “educational” nei confronti degli utenti per insegnare loro ad usare i diari come se fossero dei blog e/o racconti. Nelle prossime settimane vedremo quanto il pubblico avrà preso familiarità con questa nuova modalità di pubblicazione e se decideranno di dedicare più tempo su Facebook rispetto che sui loro blog personali.
Sicuramente hanno aumentato molto la frequenza con cui rilasciano nuove funzionalità e questo è ottimo in quanto sta rendendo il social sempre più ricco e attuale. Vi segnalo ad esempio il nuovo “Facebook Sports Stadium” che segnerà un’importante novita in ambito di integrazione dei Social Media con il mondo dello sport.
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