È divenuto quasi un caso nazionale, catturando l’attenzione di numerosi media e di molti artisti uniti nel pensiero comune che il “Coachellamare s’ha da fare” o per dirla al suon di hashtag #coachellamaresidevefare. In pochissimo tempo, oltre 3000 like sulla Facebook fan page e tanti appelli: insomma, il Califoggia Valley Music Arts Festival non ha eguali. L'evento tutto pugliese trae spunto dal Couchella Music & Arts Festival, festival famosissimo in tutto il mondo. Anche se, quello pugliese vanta di già anche un teaser.
Ma com’è possibile tutto ciò?
Per parlarne in maniera empirica, occorrerebbe una ricerca sociologica sul perché gli eventi fittizi hanno, delle volte, più popolarità di quelli reali. Chi non si è domandato come sarebbe realmente stato il Capodanno Alternativo all’Autogrill di Rovigo nel vedere l'evento in prossimità del Natale?
Ecco, questo è il caso esemplare di ciò che da fake diviene reale. Con tanto di video e testimonianze.
O ancora, il Raduno dei Single all’Esselunga che ha riscosso un successo non indifferente considerando la nicchia ristretta a cui era rivolto l’evento.
Pensare che questo sia un fenomeno legato solo alla realtà italiana è decisamente sbagliato. Se a Toronto sono, infatti, tanti coloro che si uniscono nell'ascolto di canzoni di Drake per poi piangere.
Altrove c'è chi lo fa con Adele e così via. Insomma, un evento per ogni festival, attività, stato d'animo:la fantasia al popolo di Facebook non manca mai. Sia per gli eventi simbolici, sia per quelli che (probabilmente) nascono come fake.
La procedura è la solita: primi inviti, primi parteciperò. La notizia appare sulla home di Facebook, si moltiplicano i like, i partecipanti e, ora, gli interessati.
Ancora una volta, Facebook ha cambiato le cose. Dall’accusa di divenire un sinonimo di isolamento e causa di mancata comunicazione tra le persone ad un fattore di aggregazione sociale. Lo ricorda ancora bene Thessa, una sedicenne (al tempo) di Amburgo che, nel lontano 2011, dimenticò di rendere privato l’invito per il suo compleanno su Facebook. Il risultato? 1500 invitati: un vero successo o un vero disastro?
Idem a Torino nel 2014: Il tam tam su Facebook generò una festa privata con "solo" 500 partecipanti. File di persone per le scale del palazzo ed "invitati" ovunque.
Nessun social network come Facebook ha eliminato le distanze in questo senso. Gli eventi di aggregazione divengono tali e grazie all’effetto moltiplicatore dei like la diffusione è sempre più immediata. Specialmente per gli eventi fake. Ed è qui che subentra la voglia di leggerezza e di ironia: quel non prendersi sul serio nella pesantezza che talvolta, la quotidianità, da.
Quelle che sono le regole fondamentali per la gestione di un evento vengono così stravolte. La parsimonia e la gentilezza dei post e delle risposte viene nettamente sostituita da frasi spavalde e ad effetto. Da notare anche la mancanza di un coinvolgimento indotto da pubblicazioni studiate ed intelligenti: anche in questo caso, via libera alla pubblicazione selvaggia e allo spam.Un evento fake permette dunque di far sbizzarrire tutti senza ledere la professionalità di nessuno.
Cosa comporta tutto ciò?
Pubblicità per gli organizzatori: certamente non daranno vita ad eventi veri e propri ma riescono ad ogni modo a creare un’onda d’urto.
E un sorriso, per non prendersi poi sempre così sul serio.
Quindi, se prima gli eventi erano seriosi, oggi diventano sempre più un momento di condivisione reale e ludica. Sono lontani i tempi in cui un evento era solo certo, verificato, comprovato. Gli eventi, ora, lasciano spazio alla libera interpretazione di tutti.