Cosa potresti mai avere in comune con un ladro di appartamenti?
Le informazioni che condividi.
Sempre più spesso postare contenuti significa anche fornire preziosi indizi a malintezionati; è sbagliato pensare che anche loro non utilizzino i social quanto noi, ma con altri fini.
In questi giorni si è diffusa la notizia di una app, GrabMe, che permetteva di segnalare case libere ai ladri incrociando dati sensibili di diversi utenti, come geolocalizzazioni, tweet, e anche foto di paesaggi di fantastici luoghi di villeggiatura.
Quello che poteva sembrare davvero un allarme, in realtà si è rivelata una notizia fake, creata da Generali Italia, insieme all'agenzia J. Walter Thompson e Mosaicoon, con l'obiettivo di sensibilizzare le persone sul tema della privacy.
Attraverso questa operazione di viral marketing, Generali ha lanciato gpins.it uno spazio completamente gratuito dove trovare piccoli consigli per proteggere davvero ciò che amiamo, correggendo comportamenti che siamo spesso abituati ad attuare.
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Ma perchè inventare GrabMe? L'esigenza è nata dal fatto che non c'è nulla di più potente di una notizia. Informa, colpisce, sensibilizza l'opinione pubblica, generando così del prezioso passaparola.
Chi ha inventato GrabMe?
GrabMe nasce da un hacker che, per aiutare i ladri d'appartamento più social, ha ideato un'app con un servizio unico: segnalare case libere grazie ai dati condivisi dagli utenti di tutto il mondo.
L'applicazione geolocalizza una casa, riconosce quando il proprietario non è presente e evidenzia su una mappa un'abitazione vuota, pronta per essere svaligiata.
Un prezioso strumento gratuito scaricabile dal sito grabme.name.
Una scoperta tutta svedese
La notizia è stata diffusa attraverso una finta intervista esclusiva all'inventore, in un programma di approfondimento, Ravar, di una finta rete svedese Gtv.
Il video è stato sottotitolato in italiano da un utente che lo ha trovato, per caso, e postato su Youtube.
La diffusione è dunque iniziata.
#AppPerLadri
GrabMe è stata ripresa da diversi blogger, che hanno condiviso il video sui loro canali, lanciando l'allarme e cercando di attirare il più possibile l'attenzione su questa imminente minaccia, generando conversazioni e numerosi scambi di opinione sul tema.
Utenti, incuriositi, preoccupati, o semplici aspiranti al ruolo di ladro, andando sul sito web venivano indirizzati ad un sito sotto sequestro.
Tutti gli ingredienti perchè fosse davvero interpretata come una vera notizia.
Per fortuna GrabMe non esiste
A rivelarne l'infodatezza sono stati gli stessi blogger ed influencer, che hanno svelato il mistero e rassicurato i più preoccupati.
Un secondo video spiegava a tutti il significato dell'iniziativa con una call to action finale a gpins.it; un modo semplice, diretto ed efficace che Generali Italia ha trovato per parlare alle persone di un tema molto spesso sottovalutato e dato per scontato da molti geek dei social.
GrabMe e Generali Italia ci lasciano dunque una grande lezione a noi nativi del web: condividere sì, ma nel modo giusto e con le persone giuste.
Non tutti sono veri amici!