Simone Tornabene è un Social Media Advisor nonché docente del Corso Online in Social Media Marketing & Community Management della Ninja Academy. Il suo obiettivo sarà quello di sviscerare tutto ciò che ruota intorno al concetto di strategy applicato al complesso mondo dei Social Media. Intanto, aspettando l'inizio del corso, gustiamoci qualche "pillola di conoscenza", da lui stesso fornita, che ci fa già venire l'acquolina in bocca.
Iniziamo con una domanda semplice: ci descrivi con tre aggettivi una buona Social Media Strategy?
Adattabile, misurata e persistente.
Quali sono gli elementi che definiscono una Social Media Strategy e come analizzarli?
Ce ne sono diversi, tratti da manuali e lezioni. La Ninja Academy, non a caso, dedica molte ore al tema. I miei preferiti non sono però sui libri. Eccoli: velocità di reazione alle novità, buon senso, accelerazione del fallimento, piacere del dialogo e dipendenza dai propri contenuti pubblicati, come fossero una droga.
Sono stato appena assunto da un'azienda che non conosco bene. Come posso individuare il Tone of Voice più adatto a realizzare contenuti di qualità?
Sperimentando, sarebbe la via più logica. Il Tone of Voice dovrebbe essere tarato sul canale oltre che sull'identità dell'azienda. In generale, comunque, è molto facile partire da un Tone of Voice dell'azienda, anche se si è nuovi e appena arrivati. Se si tratta di una organizzazione che cura molto l'apparire ha sicuramente un brand book o un manuale dell'azienda sviluppato; se, invece, è un'azienda autentica, già nel processo di selezione mi è chiaro quale sia il suo Tone of Voice. Se non è nessuna delle due tipologie, il Tone of Voice dell'azienda è l'ultimo dei problemi da affrontare.
KPI e indicatori: quali ritieni essere i più adatti per valutare l'attività su Facebook e su Twitter?
Dipende molto dall'attività. Di certo la vera domanda da farsi è "di quali indicatori posso fare a meno?". Spesso il vero problema non è trovare KPI adatti ma che ce ne sono troppi. Il KPI per natura è sintetico e l'invito è trovarne uno, altrimenti non si giustifica la lettera K nell'acronimo.
Il mio preferito è per la parte content è sicuramente l'engagement rate (persone che hanno compiuto azioni sul contenuto diviso reach del contenuto) e per l'advertising il click throught rate (persone che hanno cliccato sull'annuncio diviso impression dell'annuncio). Classici inossidabili.
Se poi si tratta di campagne conversion-oriented allora propongo il conversion rate, che io calcolo come numero di conversioni uniche diviso visite o reach (in base ai casi).
Prima di lasciarci: cosa posso rispondere ad un cliente che nel budget previsionale non considera un investimento nei Social Media?
Che rischia di non essere un mio cliente, perché fallirà presto. Oggi non investire nulla nei Social Media significa quasi non fare Digital. Se un interlocutore nel 2015 non è ancora in grado di capire il valore dei social prima o dopo sarà comunque costretto dal mercato ad allocare un budget. O assumere un nuovo direttore marketing, al posto di quello licenziato.
Perché dovrebbe prevedere un budget? Perché ormai i Social Media sono parte integrante della nostra vita. Facebook ha un miliardo e mezzo di utenti attivi nel mondo. In passato se qualcuno diceva "non vado in TV" lo faceva solo per i costi. Oggi, Facebook è alla portata di tutti i business, offrendo un'opportunità per chiunque la voglia cogliere.