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Ecco cosa ho imparato alla Singularity University [INTERVISTA]

Andrea Dusi è un imprenditore italiano fondatore di Wish Days, che ha recentemente partecipato all’Executive Program della Singularity University, un ente formativo e business incubator che si trova in Silicon Valley e il cui obiettivo è “informare, stimolare e responsabilizzare i leader ad applicare le tecnologie per affrontare le grandi sfide dell’umanità.”

Cosa ti ha convinto a partecipare all’Executive Program della Singularity University

?

Avevo letto diversi libri sulle tecnologie esponenziali e alcuni trattati di Peter Diamandis, il fondatore della Singularity University. La necessità di capire quali sono le tendenze in atto e cosa ci riserva il futuro è stata la leva fondamentale soprattutto per capire su quali direzioni spingere la nostra azienda (e le nostre vite).

Hai trovato risposta alle domande che ti hanno spinto a partecipare?

Ho trovato più domande di quelle che mi facevo, ma grazie a queste domande sono riuscito ad avere delle certezze. 
Molte cose sono ovviamente spiegate ed approfondite ma il concetto di fondo è la modalità di pensiero: su tecnologie che viaggiano alla velocità della luce, più che gli aspetti tecnici delle stesse la chiave è saperle leggere, anticiparle, cavalcarle.

Come funziona il processo di selezione?

Cercano molto, attraverso un questionario online, di capire le reali motivazioni che spingono a fare quel percorso e vogliono approfondire qual è la nostra voglia di cambiare il mondo e di impattare su almeno 1 miliardo di persone sulla terra.
 Ovviamente viene valutato anche il curriculum di studi e il percorso professionale. 
Se si passa la selezione, si può entrare in uno dei 5 master annuali (noi abbiamo atteso 8 mesi, ora credo la lista di attesa sia superiore ai 12 mesi)

La tua sembra essere stata un’esperienza straordinaria. Dimmi qualcosa che non hai già scritto nel blogpost.

Capire che l’impatto della tecnologia e della forza dell’uomo non toglie spazio alla spiritualità (nel senso più lato del termine).
 Che le tecnologie avranno un impatto strabiliante nella vita di ciascuno di noi e non solo in quella dei nostri figli e nipoti.
Che viviano nel periodo storico più straordinario di sempre.

Quale il momento più bello e quale ti ha fatto tremare la terra sotto i piedi?

Impossibile selezionarne uno.
 Una situazione in cui ho vissuto contemporaneamente entrambe le emozioni è stata quando sono uscito con il mio trolley dal Campus della Nasa, a fine corso, e mi sono reso conto di quanto poco ho fatto nella vita fino a quel momento e quanto invece posso fare ancora e come l’impatto delle tecnologie e la forza dentro ciascuno di noi possano realmente cambiare le cose.

Tra gli 80 partecipanti del corso, quale ti ha colpito di più e perché?

Una donna di 50 anni, a capo di un impero di 5 miliardi di dollari, che cerca di capire come può avere un impatto su un miliardo di persone con una modestia senza uguali.
O la rockstar argentina che scopro essere tale dopo una settimana passata gomito a gomito, con lui che non si è mai sognato di criticare il mio “California dreaming” cantato a squarciagola.
 O il ragazzo di 19 anni, laureato da due in una università della Ivvy League statunitense, il classico genio che incontri solo in quale film americano che nei tavoli di discussione riusciva sempre e comunque a dare un punto di vista a cui nessuno aveva mai pensato.

Hai scritto: “dopo cena e fino alle prime luci dell’alba, si discuteva dei grandi problemi della vita”. Avete concordato che la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto è 42? 😀

Ciascuno ha una risposta diversa, è qualcosa di così profondo come concetto di cui servirebbe parlare per ore ed è quindi impensabile trovare una risposta che si possa riassumere in poche righe.

Aiko

Nasce a Los Angeles nel 1984, stessa annata dello spot "1984". Va a vivere ad Huntington Beach, detta Surf City USA, ed ogni venerdì va a Disneyland. Si trasferisce a Napoli a 5 anni e ama la pubblicità, ma ancora non lo sa. Tra il 2005 e il 2007 si laurea in Scienze della Comunicazione e si specializza in Comunicazione d'Impresa al Suor Orsola Benincasa di Napoli, dove assiste diverse cattedre: Marketing, New Media, Linguaggi Crossmediali. Dopo una breve esperienza in Nestlé ed una in Agrelli&Basta, agenzia pubblicitaria partenopea, lavora come consulente di marketing freelance per diversi brand: progetti di marketing esperienziale per Centostazioni (Gruppo FS), ricerche desk per Rai, strategie di social media per la Diocesi di Roma - che userà Twitter, per la prima volta nella storia, in occasione dell'evento di beatificazione di Papa Giovanni Paolo II. Ha curato l'aggiornamento di "Non dite a mia madre che faccio il pubblicitario... lei mi crede pianista in un bordello" - la celebre autobiografia di Jacques Séguéla - che a breve uscirà per Fausto Lupetti Editore. Oggi è managing editor di Ninja Marketing - il marketing magazine online più letto in Italia - e si occupa di business development per la social media company Viralbeat. Ama le arti visive, la danza, le ninfee bianche di Monet. I film di Oliver Stone, Instagram, Parigi, gli anni '70 e i gatti.

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