Luca Bonacina, 25 anni, laurea con lode in ingegneria informatica al Politecnico di Milano e doppia laurea conseguita presso l’Alta Scuola Politecnica, unico Ambassador italiano per European Innovation Accademy (EIA), ci racconta da vicino il suo mondo.
EIA è uno Startup Accelerator in cui, durante un evento intensivo di 15 giorni, i presenti e futuri startupper hanno la possibilità di lavorare sulla propria idea di business guidati da mentors aziendali o universitari in grado di fornire loro strumenti, metodologia ed esperienza. Tutto ciò a costante contatto con investitori d’oltreoceano e non, in un ambiente caratterizzato dall’alto livello di coworking.
1 - A quale ruolo punta European Innovation Academy nel panorama europeo delle startup?
Lo EIA punta a diventare l’ (extreme) Startup Accelerator di riferimento nel panorama internazionale, in particolare in quello europeo. Il format e’ quello di evento annuale di circa 15 giorni molto intensi, durante i quali i team lavorano sulla propria startup, o idea di startup. La parte di “accelerazione” consiste nella costante presenza di mentors, lecturer, professori ed investitori provenienti principalmente dalla Silicon Valley che, quotidianamente, supervisionano i team con attività di coaching,pitching techniques e mentoring.
Esiste anche una parte di coworking, in quanto i diversi team lavorano in ambienti comuni e questo dà la possibilità di continuo confronto.
2 - Andare a scuola di startup è necessario per chi punta al successo?
In una scena in forte espansione, dove la concorrenza è agguerrita, la possibilità di avere feedback ed essere proiettati in un ambiente fortemente internazionale è sicuramente un grosso vantaggio. Lo EIA questo lo sa bene e dà la possibilità alle startup partecipanti di essere seguite da mentors provenienti dalle migliori compagnie ed università del mondo (Google, Samsung, Berkeley e Oxford per citarne alcune). Quando poi la possibilità di fare pitch agli investitori, provenienti principalmente dalla Silicon Valley, durante tutta la durata dell’evento, è concreta, il vantaggio di essere all’interno di uno Startup Accelerator di questo tipo è evidente.
3 - Quale è stato il percorso che ti ha portato nella realtà degli Startup Accelerator?
Quando nel 2014 mi è stato proposto dall’Alta Scuola Politecnica di partecipare allo EIA, ho subito colto l’occasione. Tra le altre cose il mio compito era quello di valutare, per conto dell’ ASP, la validità di questo programma innovativo e unico nel suo genere. Il fatto che adesso sia Ambassador di EIA la dice lunga riguardo il risultato di tale valutazione! Ora, in veste di Italian Ambassador, mi occupo di rappresentare lo EIA in Italia e di essere interfaccia tra il mondo startup nazionale ed il network internazionale.
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4 - Sei l’unico Ambassador italiano, come definiresti il panorama startup in Italia rispetto a quello internazionale?
Si potrebbe parlare per ore, posso dire che, anche in Italia, è una realtà veloce che suscita sempre più interesse da parte sia di giovani imprenditori che di grandi compagnie. Basti pensare che nel 2014 sono stati investiti qualcosa come 118 milioni di euro nelle start up italiane e l’investimento da parte di privati è cresciuto del 17% dal 2013, come ci dice anche il report di Italiastartup. Segnali sicuramente molto positivi, ma ancora non paragonabili a quelli che arrivano da oltreoceano U.S. ed India ad esempio. Credo quindi che per una startup sia fondamentale aprire i propri orizzonti anche ai mercati ed alle opportunità internazionali. A questo proposito lo Startup Accelerator EIA è sicuramente un buon inizio, invito quindi a visitare il sito www.inacademy.eu ed iscriversi per l’evento del 2015 a Nizza.
5 - Startup Accelerator, EIA e Pitch & Drink, qual è la strada per realizzare un’idea?
La strada è lunga e tutt’altro che semplice. Il processo che porta dall'idea alla sua realizzazione si concretizza in diversi modi, ma gli ingredienti essenziali rimangono gli stessi. Il team e la flessibilità sono fondamentali: l’idea iniziale viene quasi sempre modificata in corso d’opera e il team deve avere un’apertura mentale e capacità tali da potere sostenere ritmi veloci. La collaborazione e la guida di persone più esperte sono altrettanto imprescindibili: i mentor, gli incubatori, gli spazi di coworking e gli acceleratori come EIA sono parte attiva del processo.
Infine mai sottovalutare la potenza del networking, partecipare a conferenze ed eventi è ossigeno per una neonata startup. Non a caso avete citato Pitch&Drink, che con il suo format di aperitivo-pitch-feedback, collabora con EIA proprio in questo senso.