I temi sociali e ambientali sono sempre più all'ordine del giorno, e sempre più persone si dedicano alla progettazione e gestione di iniziative di social innovation, capaci di fare la differenza indipendentemente dalle distanze geografiche e dalle limitazioni finanziarie. Individui consapevoli della grande responsabilità nei confronti del futuro del mondo, capaci di immaginare uno scenario differente da quello prospettato da tanti studi e ricerche internazionali.
A proposito, un progetto molto interessante e particolare è Collectively, definito (un po' ironicamente) su gawker.com "il sito web che cambierà il mondo". Il primo tratto di questo sito, o meglio di questa piattaforma digitale di content curation/creation, consiste nella sua mission.
Citiamo e traduciamo la sezione about:
"Oggi lanciamo un nuovo tipo di piattaforma, e così facendo speriamo anche di fare il primo passo per modificare il corso del nostro futuro. Stiamo provando qualcosa di fresco, di diverso, qualcosa che speriamo catturerà l'attenzione delle persone, spingendole all'azione."
Gli articoli del sito web non sono semplici storie, ma veri vademecum capaci di ispirare le persone fin da subito ad agire per migliorare il mondo in cui tutti viviamo. Collectively si trasforma così in una vera vetrina di idee, protagonisti e iniziative che sfidano lo status quo, diventando uniche nel proprio genere.
In fin dei conti, finora stiamo parlando di una piattaforma dal design accattivante e dagli obiettivi nobili, ma non del tutto innovativi. Progetti simili in rete sono all'ordine del giorno: cosa differenzia allora Collectively dal questi ultimi? Molto semplicemente (si fa per dire!) dalla voce narrante: il sito web è infatti pensato, organizzato e gestito da partner del calibro di Unilever, The Coca-Cola Company, Marks and Spencer, BT Group e Carlsberg. Ma non solo: tra i sostenitori diretti compaiono anche realtà come Vice, Diageo, Dow, Facebook, General Mills, Google, Havas, Johnson & Johnson, McDonald's, Microsoft, Nestle, Nike, Omnicom, PepsiCo, Philips, SAB Miller, Twitter e WPP, per citare alcuni esempi.
Si tratta della maggior parte dei principali attori economici chiamati ogni giorno a rendicontare sulla 'salute del mondo', e che hanno deciso di unire sforzi e volontà per un progetto editoriale di tale portata, anche se appena agli inizi.
Come riportato nell'articolo "Please Don't Be Cynical About This New Site's Huge Corporate Sponsors", una gestione editoriale indipendente 'vigila' (vigilerebbe?) sulla genuinità di Collectively,
Iniziativa virtuosa o ennesima campagna di (social) marketing? Noi siamo convinti - e vogliamo credere - alla prima opzione: amici lettori, esplorate il sito web e fateci sapere la vostra opinione nei commenti!