Il lusso rappresenta una dinamica sociale che ha caratterizzato la vita umana sin dalle prime civiltà organizzate. Nonostante l’odierna cattiva congiuntura economica, non sembra risentire della crisi: infatti, secondo i dati diramati dall’osservatorio Altagamma, il mercato mondiale del lusso dovrebbe passare dai 190 miliardi di euro nel 2011 ad oltre 200 miliardi nel 2012, con un incremento di circa il 6%.
Prescindendo dai dati del mercato, per costruire o gestire una strategia di marketing in questo tipo di business bisogna rapportarsi con una tipologia di clienti totalmente diversa dal normale, stravolgendo le regole e quindi abbandonando la classica dottrina del marketing.
Ma come fare?…
I professori Jean-Noel Kapferer e Vincent Bastien forniscono una risposta a questa domanda nel libro The Luxury Strategy dove propongono un elenco di 18 anti-leggi del marketing per non affondare nelle sabbie mobili “dorate” del mondo del lusso:
Un bene/servizio di lusso è unico, definito da una propria identità e quindi non paragonabile ai competitor.
Ciò che conta non è la funzionalità del prodotto ma la sua personalità: la Ferrari è forse l’auto perfetta per guidare in città?
Non bisogna rischiare di modificare l’identità e la personalità unica del brand/prodotto.
Non farsi ossessionare dalla caccia di nuovi clienti, perché la maggiore accessibilità al prodotto ne diluisce l’esclusività e quindi il valore!
La rarità fa vendere! Quindi un ottima mossa sarebbe limitare la produzione annua facendo attendere i nuovi clienti.
Bisogna mantenere una certa distanza con il consumatore il quale deve pensare al prodotto/servizio come ad un sogno tramite cui realizzarsi.
Bisogna saper creare la tensione e il desiderio. Maggiore è l’inaccessibilità maggiore è il desiderio.
Bisogna dimenticare i principi democratici della società e creare differenze trai i propri clienti e barriere in entrata per i non-clienti.
La pubblicità serve per spiegare e divulgare l’identità del brand/prodotto piuttosto che venderlo!
Tutti devono conoscere il brand/prodotto in modo che i reali consumatori possano farne sfoggio ed esaltarsi del loro acquisto
Nel lusso non si parla mai direttamente di prezzo, bisogna invece suscitare un senso di sovrastima, in quanto se il prezzo immaginato è superiore a quello effettivo si crea valore.
Prima si crea il prodotto/servizio poi si definisce il prezzo in base a quanto i clienti lo reputano di lusso, quindi rispetto all’identità del brand.
Quando il prezzo aumenta la domanda sale, si perdono i cattivi clienti e si diventa molto attraenti per nuovi clienti più esigenti.
Bisogna alimentare e mantenere il divario con i clienti facendo sentire i propri consumatori come all’interno di un club sempre più esclusivo.
Il cliente ha bisogno di essere introdotto nel mondo della brand senza essere sottoposto a pressioni affinché compri.
Se le celebrità vengono utilizzate per promuovere il prodotto di lusso, lo status di quest’ultimo è ridotto a quello di un mero accessorio.
Come detto in precedenza il lusso è sinonimo di unicità quindi non esiste migliore accostamento se non con il mondo dell’arte ( patrocinio di mostre, fondazioni d’arte, ecc.)
Il prodotto di lusso è acquistato perchè radicato nella cultura e nel paese da cui proviene.
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