Chi l’avrebbe mai detto che il poster protagonista della campagna presidenziale di Barack Obama nel 2008 avrebbe causato la condanna del suo autore a 300 ore di servizi sociali?
Di sicuro ci sperava chi la causa l’ha intentata: l’Associated Press, una delle più grandi agenzie di stampa al mondo, che ha citato Shepard Fairey accusandolo di violazione del diritto d’autore.
Secondo l’Agenzia, infatti, il suo manifesto “Hope”, di cui abbiamo già parlato in un recente post sulla street art e che risiede attualmente nella National Portrait Gallery, sarebbe la rielaborazione di una foto del fotografo Mannie Garcia.
Lo streetartista ha risposto citando a sua volta l’Associated Press per diffamazione. La scoperta che Obey abbia però intenzionalmente distrutto e falsificato i documenti che attestavano la sua colpevolezza ha portato alla sua condanna non solo ai servizi sociali ma anche a due anni e mezzo di libertà vigilata e a una multa di 2.500 $.
Questa storia si inserisce all’interno di un dibattito più ampio e sempre attuale: quando finisce l’arte e comincia il plagio? A voi la risposta.
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