Italiana Software è una start up italiana, parte del programma Emilia-Romagna Start Up, che si propone al mercato con un’innovativa idea di business: semplificare la costruzione delle SOA, cioè le Architetture Orientate ai Servizi, fondamentali nella programmazione di servizi web complessi come, per esempio, l’e-commerce.
Un’Architettura Orientata ai Servizi è una struttura in grado di mettere in comunicazione più applicativi, in modo che siano tra loro interoperabili. Un esempio pratico di SOA è il sistema “Facebook ads”: nel momento in cui acquistiamo pubblicità su Facebook, infatti, si rende necessaria l’attivazione di una serie di applicazioni: l’applicazione che consentirà alla nostra inserzione di apparire, quella che deve registrare la transazione di pagamento e, infine, l’applicazione che deve generare la fattura.
Il dato significativo è che queste applicazioni sono interoperabili – possono cioè “parlarsi” tra loro – poiché hanno “utilizzi concatenati”. Per restare all’esempio, l’applicazione che genera fatture utilizzerà infatti come input la cifra oggetto di transazione, e la trasmetterà all’applicazione che coordina la comparsa delle inserzioni. Risultato: non più applicazioni che funzionano “stand alone”, ma software inseriti in un processo integrato in grado di generare valore aggiunto.
Il merito di Italiana Software? Avere ideato un nuovo linguaggio di programmazione, denominato Jolie (Java Orchestration Language Interpreter Engine), attraverso il quale diventa molto più semplice realizzare soluzioni SOA. Grazie all’utilizzo di Jolie è infatti possibile progettare SOA estremamente flessibili e implementabili anche su realtà piccole e medie, che trovano un limite invalicabile nelle attuali tecnologie, a causa dei costi estremamente elevati. Jolie ha invece il grande vantaggio di consentire un approccio alle soluzioni SOA “step by step”.
Italiana software ha inoltre rilasciato il linguaggio di programmazione in open source e ha puntato molto sull’abbassamento dei costi di intervento, per agevolare la formazione degli operatori sull’utilizzo del nuovo linguaggio. Ma come nasce l’idea di Italiana Software? La parola a Claudio Guidi, laureato in Ingegneria elettronica, socio e fondatore della start up insieme all’informatico Fabrizio Montesi.
Qual è stata la genesi della “business idea”?
“L’esperienza di Italiana Software nasce dalla voglia di portare nel mondo dell’industria un’idea nata prettamente in campo accademico. Abbiamo partecipato alla Start Cup dell’incubatore Innovami di Imola, riuscendo ad accedervi. Abbiamo anche vinto il bando I Tech Off. Queste due esperienze ci hanno permesso di muovere i primi passi."
"Grazie alla presenza in Innovami, poi, siamo venuti in contatto con il gruppo Horsa, che ha acquisito parte delle quote societarie e che ci ha permesso di operare in una realtà di mercato più ampia e ambiziosa. Abbiamo sfruttato tutte le possibilità che ci ha offerto il nostro territorio, e devo dire che sono state tutte di importanza strategica”.
Quale il team e quali le competenze interne a Italiana Software?
“Il team al momento è composto da me e Fabrizio Montesi, che siamo i soci fondatori. La società annovera poi altri due soci con quote minori: Maurizio Gabbrielli, docente di Informatica al dipartimento di Scienze dell’Informazione dell’Università di Bologna, e una società del gruppo Horsa."
"Competenze dunque di alto livello per un progetto che trae origine dal lavoro iniziato con la mia tesi di dottorato e la tesi di laurea di Fabrizio, presso l’Università di Bologna, all’interno del progetto europeo Sensoria. Attualmente, peraltro, stiamo allargando gli orizzonti di ricerca scientifica, grazie al dottorato di ricerca che Fabrizio sta svolgendo in Danimarca e che gli dà l’occasione di approfondire aspetti interessanti della nostra tecnologia”.
Principale vantaggio competitivo di Italiana Software?
“A mio giudizio, il vantaggio competitivo della nostra azienda risiede soprattutto nella conoscenza. Negli anni abbiamo sviluppato il nuovo linguaggio di programmazione per applicazioni distribuite – soprattutto di tipo SOA – e abbiamo scelto di puntare sull’open source.
L’opportunità di business emerge anche dalla condivisione delle conoscenze acquisite: grazie allo sviluppo continuo della tecnologia, abbiamo infatti maturato un know-how collegato al design e alla progettazione di SOA, di applicativi distribuiti e di integrazione di altissimo livello, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Per questo ciò che è gratuito ci permette allo stesso tempo di porci sul mercato tra i referenti principali di questa categoria di applicazioni”.
E la concorrenza?
“Il nostro più grande rivale è Ws-Bpel, un linguaggio per l’orchestrazione di Web Services, nato anni fa e oramai diventato un riferimento nel settore. Durante quest’anno cercheremo di dimostrare a tutti, e in modo ancora più documentato ed evidente, che conviene scegliere Jolie per la sua semplicità di utilizzo e per l’abbattimento dei costi di produzione. Inoltre, programmare con Jolie è più facile, poiché ha una sintassi simile ai noti linguaggi C e Java”.
Quale il progetto, o il prodotto, con cui mirate a fare grandi numeri?
“Jolie è la tecnologia con la quale intendiamo raggiungere tutto il mondo. Il mercato in cui si inserisce – quello delle SOA – è tuttora di grande interesse e, nel 2012, abbiamo intenzione di perfezionare l’immagine e la documentazione di Jolie, così da rendere l’accesso a questo linguaggio ancora più semplice di quanto non sia ora”.