‘We travel, initially, to lose ourselves; and we travel, next, to find ourselves. We travel to open our hearts and eyes and learn more about the world than our newspapers will accommodate. We travel to bring what little we can, in our ignorance and knowledge, to those parts of the globe whose riches are differently dispersed. And we travel, in essence, to become young fools again — to slow time down and get taken in, and fall in love once more’.
(Pico Iyer, Why We Travel)
Gogobot nasce a San Francisco ed è una startup che racchiude una community di appassionati di viaggi. Niente di nuovo fino a qui. Trip Advisor ci aveva già aperto le porte della condivisione dei consigli di viaggio. Ma se Trip Advisor si concentra più sulle recensioni post- viaggio, Gogobot accompagna il viaggiatore in un esperienza all year long.
Oggi, quando dobbiamo intraprendere un viaggio la prima cosa che facciamo è collegarci su Google per fare una ricerca per luogo, interesse. Questa operazione di pianificazione del viaggio su Gogobot diventa più intuitiva e semplice grazie ai consigli della community.
Gogobot è un vero e proprio social network di viaggi perché è integrato con Facebook, Flickr, Twitter e permette di visionare foto, avere relazioni, aggiungere voti e giudizi e condividere contenuti con una cerchia di amici e follower fidati. Ma è anche un social gaming: grazie a Foursquare, oltre che fare check-in di geolocalizzazione, permette di guadagnare punti e badge grazie alle recensioni, pubblicazioni di foto e informazioni. Inoltre, consente anche di condividere il viaggio con un'altra persona che ha le nostre stesse aspettative e la voglia di esperienze diverse.
Fondato da Travis Katz (ex MySpace) e Ori Zaltzman (Answers), in Gogobot c’è anche lo zampino del CEO di Google Eric Schmidt. Dopo il successo web, il social network è da poco ‘atterrato’ anche nel mobile aggiungendo ulteriori funzioni di localizzazione e fruizione di esperienze. I Trips sono la novità principale: gli itinerari realizzati con il proprio profilo nel sito web vengono messi in primo piano anche nell’applicazione.
L’ultimo libro di Roberta Milano, intitolato proprio “Viaggi in Rete”, è dedicato ad una ‘visione da dentro’ del settore turistico e all’analisi dei luoghi di incontro e di interazione dei mondi virtuali. È il caso di dirlo: il futuro turistico è sempre più on line!?