Il messaggio è semplice, chiaro, al limite dell'irriverenza: “Solo su Sky lo sport fa miracoli”. La guerra per le campagne abbonamenti diventa, da agosto in poi, un cult per gli appassionati del settore. E da quando anche per quanto riguarda le pay tv si è entrati in regime di concorrenza, le aziende si spingono sempre oltre per accattivare i possibili contraenti.
Da questo punto di vista la piattaforma satellitare che fa capo a Rupert Murdoch si è sempre mostrata un passo avanti ma nel 2011 sembra proprio abbia intenzione di scatenare un putiferio.
Stiamo parlando della campagna integrata composta da spot televisivi, poster e banner in cui i campioni del calcio prestano il proprio volto per quella che potrebbe essere definitiva come la campagna “Scherza con i fanti... e coi santi pure”.
Dal contenuto alla vesta grafica c'è poco da dire, il richiamo alla divinità è palese e destinato a far discutere, specie in un paese dalle forti connotazioni cattoliche come l'Italia. Eppure ci sentiamo di far notare come in realtà la scelta in termini di comunicazione si leghi a doppio filo non solo con la provocazione esplicita ma si accompagni anche ad altro su cui vale la pena spendere qualche parola.
E' l'insieme delle adv di questa campagna che, a nostro avviso, merita una menzione di lode per essere riuscito a creare quel triangolo magico tra immagine-brand-prodotto.
Nonostante lo slogan sia sempre molto presente, ciò che attira di più è l'accostamento tra lo stile delle foto, che richiamano il periodo rinascimentale, seppur ironicamente rivisto dovendosi adattare ai canoni delle discipline sportive, e la qualità promessa dal servizio HD.
L'idea di fondo è tanto semplice quanto al tempo stesso sofisticata: suggerire una corrispondenza tra il periodo artistico più alto della cultura italiana, il rinascimento per l'appunto, e l'alta definizione dei programmi sportivi Sky.
Questo tipo di escamotage fa si che il giudizio sulle immagini prevalga nettamente rispetto alla semplicistica provocazione testuale, sebbene sia quest'ultima a rimanere impressa nello spettatore. Ci sembra dunque che la campagna pecchi di "pigrizia" in termini di inventiva e copywriting, slogan principale e claim di chiusura non reggono il passo rispetto alle scelte grafiche che invece mostrano buon gusto, riflessione e arguzia pubblicitaria.