A tre mesi dal lancio del progetto, il team dello Startup Genome Project, capitanato da Bjorne Lasse Herrmann, pubblica i primi risultati della ricerca sul codice dell’innovazione. Partito un po’ in sordina a febbraio 2011 (in Italia ne avevamo accennato in questo post), oggi viene accolto con molto entusiasmo da tutte le migliori testate di informazione specializzata come: Techcrunch, Ycombinator, Sandbox e Venture Beat. Il progetto viene sviluppato da Blackbox: una startup nata con l’obiettivo di scoprire i meccanismi di funzionamento delle startup stesse. Parimenti gli obiettivi degli studi di Bjorne Lasse Herrmann risiedono nella volontà di decifrare il codice dell’innovazione e di definire dei parametri da seguire per portare al successo le startup ICT-based.
Secondo quanto affermato nel post introduttivo alla pubblicazione della ricerca, BLH sostiene che nel XX secolo la gestione scientifica della aziende abbia notevolmente aumentato l’efficienza delle stesse, generando, in questo modo, livelli di ricchezza a cui non si era mai assistito fino a quel tempo. Lo Startup Genome Report si vuole porre come un ulteriore passo verso il perfezionamento dello scientific management, soprattutto in un momento in cui il progresso sta attraversando una fase di rallentamento, garantendo in questo modo un altro secolo di sviluppo e prosperità.
Dall’elaborazione dei circa 650 questionari pervenuti sono emersi alcuni interessanti spunti di riflessione. BLH difatti sottolinea come l’importanza del “learn and adapt” abbia rappresentato uno dei fattori critici di successo di molte fra le startup analizzate.
Inoltre attraverso i dati raccolti, lo staff di Blackbox è riuscito a definire quali sono le quattro categorie di startup-tipo:
1. Automizer (Google, Dropbox, Eventbrite, Slideshare, Mint, Groupon, Pandora, Kickstarter, Zynga, Playdom, Modcloth, Chegg, Powerset, Box.net, Basecamp, Hipmunk, OpenTable, Amazon, etc.);
2. Social Trasformer (Ebay, OkCupid, Skype, Airbnb, Craigslist, Etsy, IMVU, Flickr, LinkedIn, Yelp, Aardvark, Facebook, Twitter, Foursquare, Youtube, Dailybooth, Mechanical Turk, MyYearbook, Prosper, Paypal, Quora, etc.);
3. Integrator (HubSpot, Marketo Xignite, PBWorks, Zendesk, Uservoice, GetSatisfaction, Flowtown, Kiss Metrics, Mixpanel, DimDim, Kontangent, Zoho, etc.);
4. Challenger: (Salesforce, Zimbra, MySQL, Redhat, Jive, Ariba, Rapleaf, Involver, Oracle, Yammer, BazaarVoice, Atlassian, BuddyMedia, Palantir, Netsuite, Passkey, WorkDay, Apptio, Zuora, Cloudera, Splunk, SuccessFactor, Yammer, Postini, BrightEdge etc.).
In futuro saranno previste ulteriori features, è già pronto difatti un nuovo questionario, frutto della prima esperienza di somministrazione, il quale fornisce consulenze personalizzate in funzione dello startup personality type. Inoltre, entro i prossimi tre mesi, il team di Blackbox elaborerà un profilo startup al fine di automatizzare tutto il lavoro che fino ad oggi è stato fatto manualmente, permettendo al team di fornire immediatamente, a chi compila il questionario, la maggior parte dei dati utili per l’autovalutazione.
BLH in una mail di presentazione del report chiude in questo modo:
You'll be hearing more from the Startup Genome Project. This is just the beginning. We won't stop until we've cracked innovation code of startups and have empowered millions of entrepreneurs all around the world.
Il progetto è davvero ambizioso, in bocca al lupo Bjorne!