Il brand Patrizia Pepe ha lanciato da tempo una campagna “misteriosa”. In prima battuta, le modelle protagoniste avevano il volto coperto dagli oggetti più disparati e il claim recitava “Who is Patrizia?”. Successivamente, il brand ha preso a chiederci “Where is Patrizia?”, mostrandoci bellissime modelle in luoghi particolari.
Ma stavolta sono stati gli utenti a fare a Patrizia una domana, che potremmo riassumere in “Quanto pesa la modella?”. La foto incriminata è quella che vedete qui sopra, lo scenario è la pagina di Facebook del brand.
Lo staff Patrizia Pepe pubblica in bacheca questa foto della campagna e due fan commentano in maniera forse un po’ colorita dicendo che sono foto e modelle come queste ad alimentare modelli sbagliati e apostrofando la protagonista della campagna come anoressica. Qualcuno si è unito al coro, altri hanno difeso il brand. E la replica di Patrizia Pepe non si è fatta attendere.
Il batti e ribatti tra Patrizia Pepe e le sue fan è ancora in corso a corredo della famigerata foto, ma la domanda è sempre la stessa: come si fa a gestire situazioni del genere? I fan si stanno lamentando non per un disservizio ma per un qualcosa di cui l’azienda, da quello che si legge, non si sente affatto responsabile, ovvero l’eccessiva magrezza delle modelle.
Indipendentemente da come la si pensa su questo tema, in molti sulla pagina di Facebook e su altri spazi di discussione ritengono che il brand abbia sbagliato approccio. Anche perchè nei commenti successivi Patrizia Pepe e il suo staff tentano di mettere “spalle al muro” la fan che continua a ribattere, sostenendo che sta usando un linguaggio offensivo per “le modelle che sono magre per DNA” e che potrebbero sentirsi offese da quelle parole.
Insomma, invece di promuovere una discussione seria, in piena consapevolezza di quale sia la responsabilità sociale di un’azienda di moda, lo staff cataloga queste discussioni come degne di “un forum sui disturbi alimentari”.
Può essere catalogato come un caso di cattivo crisis management? Probabilmente sì, perché il brand ha deciso, nelle sue risposte, di tenersi lontano dalle donne “normali” per difendere la categoria delle modelle. Patrizia Pepe avrebbe potuto pubblicare sulla pagina altre foto della modella in questione, magari scatti di backstage, per dimostrare che di anoressia non c’è traccia.
Non è la prima volta che una marca di abbigliamento viene accusata dalle clienti di creare capi per donne “impossibili”. Loft, ad esempio, ha risposto alle fan pubblicando foto dei loro capi, indossati dalle impiegate dell’azienda. E la crisi si è trasformata in successo!
Nota: Abbiamo chiesto un commento allo staff di Patrizia Pepe in merito alla vicenda, ma non abbiamo ancora ricevuto risposta.
Schizzato sui diversi social come trend topic di questi giorni, troviamo il nuovo spot Esselunga…
Oggi i social media sono i primi canali, in ordine di importanza, quando si tratta…
Lo spot di Esselunga è perfetto per il suo target di consumatori, forse è per…
I video, si sa, rappresentano un potente strumento di comunicazione. Creano connessioni immediate, reali e…
La nona edizione di Ecommerce HUB®, evento completamente dedicato all’ecommerce che si terrà il prossimo…
Nessun brand italiano di lusso prima di Gucci era riuscito ad ottenere la Certificazione della…
ll sito utilizza cookie di profilazione di terze parti per proporti messaggi pubblicitari in linea con le tue preferenze e cookie analytics per ottimizzare il sito. Cliccando "OK" o proseguendo la navigazione, accetti l'uso dei cookie. Per maggiori informazioni e disattivazione consulta l'informativa cookie completa.
Leggi di più