Sappiamo bene quanto importante sia diventato oggi il fenomeno di customerizzazione nel marketing.
Anche il mondo della produzione automobilistica non è rimasto estraneo a questo fenomeno: negli ultimi anni abbiamo assistito a sempre più frequenti iniziative, promosse dalle stesse case costruttrici, di personalizzazione dello stile e del design delle automobili da parte dei consumatori. Esemplare a questo proposito fu la campagna Fiat “500 Wants You” del 2006, di cui anche Ninja Marketing a suo tempo parlò (qui).
La Volvo Art Session
Volvo, famosa casa automobilistica svedese, non è stata da meno, e recentemente si è fatta notare per una campagna di ambient marketing molto interessante dal nome “Volvo Art Session”, svoltasi proprio pochi giorni fa nella Stazione Centrale di Zurigo.
In occasione della presentazione del nuovo modello S60, l’azienda ha organizzato un originale contest, durante il quale dieci giovani artisti hanno avuto a disposizione poche ore per realizzare la loro personalissima versione dell’automobile in questione.
Inutile dire che non stiamo parlando del colore del pomello del cambio o del materiale del volante: i giovani talenti hanno mostrato le loro abilità artistiche dipingendo su una tela del tutto particolare, ovvero l’automobile sponsorizzata e il canvas retrostante, che diventava così una sorta di espansione simbolica dell’auto stessa (una sorta di richiamo a quello che da sempre è il legame tra un’auto e il paesaggio, uno dei punti cardine degli spot di questa categoria!).
Un modo del tutto nuovo di pensare al design in campo automobilistico insomma, meno industriale e molto più artistico e creativo.
È importante raggiungere le persone nei touchpoints
Va ovviamente sottolineato il fatto che la realizzazione di ogni lavoro si è svolta sotto gli occhi dei passanti, e proprio in questo particolare sta la natura virale dell’iniziativa: Volvo ha saputo sfruttare il valore dell’incontrare gli individui al di fuori dei classici canali di sponsorizzazione, troppo affollati di marche e prodotti, cogliendo invece il consumatore quando è più ricettivo. Quale migliore ambientazione di una stazione, touchpoint per eccellenza, e luogo già di per sé così legato all’esperienza del viaggio?
Credo in particolare che la forza di questa iniziativa stia nella capacità di stimolare l’immaginario, tramite una vera e propria messa in atto di racconti, narrazioni, immagini intorno alla marca; l’idea di una personalizzazione anche come quel particolare modo di vivere un’esperienza in via del tutto soggettiva, in virtù del forte legame che si crea tra il consumatore e un oggetto di consumo tanto importante come un’automobile, da sempre catalizzatore dell’immaginario sociale.
Insomma, un modo divertente di catturare l’attenzione dei passanti e stimolare le loro conversazioni. Non credete?