Il femminismo è morto. La parità è raggiunta. La questione “quote rosa“ è stata lungamente quotata e ri-quota. Eppure l’Italia continua trascinarsi dietro l’antica questione femminile!
Ancora molto c’è da fare per affermare il ruolo delle donne nella nostra società e nell’economia.
Nonostante le statistiche parlino di donne maggiormente brillanti dei colleghi maschi in termini di riuscita nel mondo accademico, infatti, difficilmente questo risultato trova pratici riflessi nel mondo del lavoro.
La maggior parte delle donne alla guida di aziende, infatti, spesso occupa la sala dei bottoni esclusivamente per “fortunati natali” o per assenza di fratelli maschi, che nell’immaginario collettivo equivalgono a “uomini di potere” sicuramente più capaci di guidare l’azienda di papà.
E non di sola leadership aziendale si discute.
L'Italia, nella speciale classifica dei principali Paesi Ocse, si conferma fanalino di coda per l'occupazione femminile: nel nostro Paese lavora meno di una donna su due (46,4%), mentre nella civile Norvegia l'occupazione femminile sfiora l'80%.
Solo la Turchia, con il 24% delle donne impiegate, se la passa peggio di noi.
I numeri sembrano, dunque, dar ragione a chi sostiene che esiste davvero ancora una pensante discriminazione che penalizza le donne italiane.
Seppure in questi ultimi tempi si sia assistito alla nomina di due signore di eccellenza ai vertici del mondo del lavoro, Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, e Susanna Camusso, Segretaria Generale di CGIL, la presenza di sole due donne alla guida di organi che hanno un qualche peso politico significativo, non sembra essere ancora sufficiente.
Chiedendo soccorso alla solita statistica è possibile dimostrare, infatti, che il problema è reale e non affligge solo i nostri confini. La discriminazione influisce negativamente sul 70% della popolazione femminile mondiale, che vive sotto qualsiasi parametro minimo di sussistenza, spesso insieme ai propri bambini e bambine. Storie di analfabetismo, di povertà, di fuga dai conflitti armati, tutte al femminile.
Non solo di scarsa rappresentanza di genere all’interno delle istituzioni si tratta, dunque, ma di elementi reali che agiscono e logorano la quotidianità della popolazione femminile: sono sottopagate rispetto agli uomini, hanno più difficoltà a trovare lavoro, in molti casi non hanno ancora alcun potere decisionale, come dire che vivono all’ombra dell’uomo.
Quali sono le difficoltà che incontrano le donne che vogliono avere un ruolo importante nel business?
Quali sono le discriminazioni di genere in atto e come bisogna reagire?
Come si può far fronte all’ostruzionismo sistematico a cui la società sottopone le donne “ambiziose”?
A questi e ad altri interrogativi cercheranno di trovare una risposta le donne che si incontreranno a Napoli
l’8 Marzo prossimo:
• Sabrina Mossenta - Responsabile della filiale italiana di Viadeo, giornalista con Master in Relazioni Pubbliche d’Impresa all’Università IULM di Milano, esperta di Comunicazione e Social Media, ricopre il ruolo di Partnerships Manager Italia presso il Business Social NetworkChartered Institute of Public Relations di Londra e Socia Fondatrice di Grand Hotel Parker’s di Napoli;
• Francesca Sassoli - Giornalista radiotelevisiva di AGR, agenzia radio-televisiva prima del Gruppo Sole 24 Ore e poi di RCS Mediagroup. Autrice di due guide per il consumo critico per Morellini Editore (") al momento sta conducendo in prima persona un'inchiesta sull'e-commerce in Italia: vive solo acquistando prodotti e servizi sul Web. Racconta la sua esperienza su radio e tv del circuito CNR Media e sul suo blog Mirandola Comunicazione;
• Valeria Raia - Professore di Pediatria presso l'Università Federico II di Napoli. E' Responsabile del Centro Regionale Fibrosi Cistica della Campania;
• Concetta Ricchizzi – CFO di GESAC dal 2000, dove ha sviluppato il suo percorso di carriera nell’area Finance. Chief Financial Officer dall’ottobre 2006 coordina le aree di amministrazione e bilancio, tesoreria e controllo di gestione, procurement e payroll. Dottore commercialista e revisore dei conti. In precedenza ha maturato una significativa esperienza in un’importante società di revisione (PWC), ha effettuato pratica presso un prestigioso studio professionale ed ha collaborato presso l’istituto di Economia Aziendale dell’Università Federico II di Napoli.
A moderare, un uomo: Antonio Savarese, giornalista esperto di nuove tecnologie, IT Governance ed open source che scrive articoli sull’evoluzione del business digitale (www.antoniosavarese.it) ed è responsabile, per la rivista Datamanager, della rubrica “CIO EVolution” e della rubrica “Mondo Open”.
L’appuntamento è per l’8 Marzo 2011 alle ore 16.30 presso la Sala Conferenze c/o Sede del Denaro, p.zza dei Martiri 58, Napoli.
Un modo per onorare la “festa della donna” attraverso la ricerca collettiva di un nuovo modo di percepire la presenza femminile nel mondo del lavoro, strizzando l’occhio a ciò che sostiene Antonella Picchio, consulente sulle questioni di genere per diverse istituzioni pubbliche, «il problema delle donne non è la loro debolezza, ma quella degli uomini».
Fragilità di cui come sempre si devono far carico le donne.