Proprio per questo, lungi dall’autoreferenzialità, pubblichiamo altre riflessioni fondamentali riguardo al tema, quelle di Kiko Hattori Hanzo (al secolo Mirko Pallera, fondatore di Ninjamarketing).
A partire dalle parole e dalle analisi del maestro Bernard Cova, pensando alla pluralità che è nella vocazione e nel destino del Mediterraneo, refrattario a qualsiasi enfasi identitaria sia essa legata ad appuntamenti con il potere e il tempo.
Da qui le parole di Mirko:
“Qui nella hall del nostro piccolo Hotel in Montmartre mi fermo a riflettere su questi giorni francesi. L’occasione del viaggio è stata la 5° Giornata di Studi sul Marketing Mediterraneo, organizzata dal nostro amico Bernard Cova dell’EuroMed di Marsiglia. Ad alternarsi nell’arena circolare con megaschermi delle presentazioni, c’erano relatori da tre nazioni del mediterraneo: Francia, Italia e Turchia.
Ma anche inglesi e australiani. Anche un giovane professore francese arrivato da Sidney. Il tema è quello che andiamo indagando da diversi anni: la possibilità di elaborare dei modelli e delle pratiche di marketing che siano espressione della nostra cultura mediterranea. Insomma, si può essere degli uomini di marketing e vendere prodotti e servizi, senza dimenticare i valori che fanno parte della nostra cultura e che dovrebbero orientare le nostre pratiche quotidiane. Da dove partire in questo lungo percorso di ricerca della nostra identità perduta? Del resto molti di noi, più che a mozzarelle e melanzane, sono cresciuti ad hamburger e patatine (uno di questi sono io).
E allora che fare? Reiniziare a imparare dalla storia, dalla marginalità, dalle pratiche di coloro che sono al limite delle regole, spesso definiti dalla sociologia outsiders, perché tangenziali alle regole codificate del mercato, finalizzate al solo obiettivo della transazione più profittevole, del margine più alto.
Antropologia del cous-cous come alimento sociale, analisi delle pratiche quotidiane dei mercati etnici all’aperto di Marsiglia, marketing internazionale e marketing regionale. Si tratta di un approccio culturale al consumo. Lo chiamano CCT, Consume Cultural Theory e indaga il consumo come costrutto sociale.
È questa scuola che ha portato al marketing tribale, ovvero all’approccio che vede i consumatori attraversati da dinamiche identitarie e relazionali, non solo utilitaristiche e razionali. E’ questo l’approccio che parte dalla sociologia e dall’antropologia per comprendere i consumi e orientare le azioni dei manager d’impresa. Certo che trovarsi a Montmartre e pensare a queste cose, invece che all’arte e alla poesia?!
Forse il Marketing è la nostra Poesia”.
Mirko Pallera (Kiko Hattori Hanzo)
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