Sono già in 115.000 nella terra di Ning.
115.000 social networks di pace, perché Ning, in cinese, significa proprio pace.
Quale nome più propizio per una rete di social network? Chissà se avrà pensato questo Marc Andreessen ideandola.
In nove mesi dal suo rilancio, Ning ha conquistato favori da tutto il mondo.
Il segreto di questo successo? Una piattaforma gratuita e totalmente personalizzabile, non solo graficamente.
«Chi ha confidenza con PHP e Api può modificarne anche il funzionamento», scrive la CEO Gina Bianchini in un post sul blog ufficiale del servizio, sito costantemente aggiornato, ricco di indicazioni, delucidazioni e notizie utili agli utenti.
L’ultima, datata 2 novembre, riguarda l’adesione entusiasta di Ning ai Google Open Social. Che dire, una ciliegina sulla torta.
Per creare il proprio Social Network nella valle di Ning basta poco: ci si registra, si sceglie un topic, un nome, uno stile grafico tra i tanti o addirittura uno totalmente proprio, si invitano gli amici, si inizia a “convivere” e condividere con la community creata, scegliendo se farlo in pubblico o in privato. Ci si può esprimere con testi foto, audio, video, uplodabili anche via mms.
Ci si crea il proprio paesello, dunque, e si decide chi può entrare e chi deve andar via... evitando di deconcentrarsi dall’obiettivo del social network originariamente creato.
Oltre ai SocialNet open e di intrattenimento, tanti sono quelli dedicati alla raccolta di idee ed energie per lo sviluppo di progetti ambiziosi, come la cura di malattie rare ad esempio. Ma ancora, Ning può essere utilizzato tanto per condividere passioni quanto per pubblicizzare prodotti ed è esportabile anche fuori dalla Net con efficaci codici di sharing, widgets e banner personalizzati.
Ciascun SN Ning può comunque potenzialmente ramificarsi all’infinito con il progressivo crescere del numero dei suoi abitanti che possono creare altri SN al cui interno possono poi formarsi gruppi speciali e così via.
Potenzialmente... In realtà non sono tantissimi i social network estesi. Per di più pare si preferiscano community piccole e concentrate.
In Italia sono già tante, da quelle politiche, decisamente desolate (si veda il Ning di Forza Italia o quello del Pd) a quelle turistiche, universitarie, bibliotecarie, musicali, ristorative, o artistiche, come quello dei Burning Man italiani, tanto per citarne uno.
Tante davvero e tanto differenti tra di loro: luoghi di aggregazione, progetti, condivisione, incontro. Per rintracciarle basta inserire un tag corretto nell’ apposito motore di ricerca interno.
Tutto è taggettizzabile in Ning, persino i commenti. Taggettizzabile, plasmabile, trasferibile. Grazie agli Api sucitati è anche facile interagire con i propri account su flick e facebook e tanto altro ancora.
Pare siano 30.000 le applicazioni possibili nella terra della Pace. Un motivo in più per provare a passarci un po’ di tempo dentro, senza mai chiudersi però.
Sarò stata esaustiva? Per comprendere Ning forse non è neppure sufficiente leggerne l’elenco delle possibilità, o guardare il video con cui Gina lo ha presentato nella sua nova veste nel febbraio scorso.
Per scoprirlo tutto occorre provarlo ed è probabile che lo stiate già facendo...
Articolo originale di atarashii kotoba