Fino a qualche tempo fa lo spam veniva preso dalle nostre email intasate e buttato nel cestino via con indifferenza mista a rabbia. Ora, invece, c’è chi comincia seriamente a considerarlo come spazzatura da riciclare per farne business.
Lo spam - dicono - è arte: "Fa parte della storia di Internet. E’ da sempre spazzatura ma, con un’accezione più vicina al concetto artistico di trash."
E allora ecco nascere una radio, un museo, uno spamclub e una sorta di palinsesto televisivo dello spam su YouTube.com.
Lo spam che piace è quello creativo, ironico, spregiudicato e un po’ paraculo.
Quello che per promuovere un prodotto finge di averti inviato, per sbaglio, una mail destinata ad un amico, dove, casualmente, si parla di una lozione magica per risolvere i problemi di calvizia o, peggio ancora, di eiaculatio precoce incalzante e, dove, sempre per sbaglio, si allega anche il link da seguire per comprarla.
Riciclando parole, colori, testi, grafici, foto, c’è anche chi è riuscito non solo ad esorcizzare la minaccia dello spam, ma anche a farne nù bisnèss.
I casi principali sono tre:
• Jonathan Lands - Una sorta di collezionista digitale che ha preso tutte le email indesiderate trovate nella sua casella di posta elettronica e, invece di cancellarle, le ha lette e ha riposto agli spammers. Da qui, è nato un libro dal titolo the Spam Letters;
• Adam Harvey - Harvey ha preso il suo Spam e, grazie ad un software particolare, ha utilizzato le stesse email trasformandole in immagini artistiche e le ha esposte, a maggio, allo Stain Bar di Brooklyn.
• Steine - Artista tedesco, invece dei quadri, ha sfruttato lo spam per creare delle installazioni. Riciclando, rielaborando e riutilizzando le stesse immagini, parole, testi, inviti e promozioni, contenuti nella sua casella di posta indesiderata.
Un po’ immondizia, un po’ trash, un po’ riciclaggio, un po’ arte.
Sarà comunque spazzatura, odiata e sdegnata dai più ma, a qualcuno, lo spam inizia a piacere !