Riporto dal Blog di Beppe Grillo:
"In un’area di servizio sono stati fotografati in vendita robusti manganelli di legno di dimensioni tra i 60 e i 90 centimetri. Manganelli neri con il brand: il Duce con l’elmo da soldato. E una gamma di scritte a scelta per l’automobilista di passaggio."
L’intento dell’azienda produttrice dei manganelli in questione è stato quello di attingere con leggerezza ( o consapevolezza ) ai lati più oscuri della storia italiana brandizzandola ed etichettandola come un prodotto Made in Italy doc anzi, in questo caso, Dux.
Non è la prima volta che si vedono prodotti per il fascista modello in giro per i negozi, mi capita spesso di spulciare tra i mercatini delle fiere di paese, gadget, portachiavi, portafoto e mezzi busti di Mussolini o richiamanti i simboli del fascismo.
Ma, a questo punto, io mi chiedo:
• Esiste proprio una grande necessità di soddisfare certi bisogni ?
• Esiste un target così profittevole ?
• La comunità dei neofascisti è degna di essere presa in considerazione nelle comunicazioni di marketing ?
• Il fascist marketing è un anti-marketing mediterraneo?
Evidentemente, gadget e fascist marketing non destano particolare scandalo se già assistiamo a guerre di popoli e civiltà che distruggono per ideologie o irrazionali estremismi religiosi o politici.
Sono molte le riflessioni che dovrebbero scaturire sul ruolo del marketing e della comunicazione per la commercializzazione e diffusione di un prodotto e sul legame dello stesso con una comunità, uno stile di vita o delle idee.
Ma, il marketing dovrà pur mantenere un’etica o, più semplicemente, un po’ di buon senso ed intelligenza ?
Non si tratta di autocensura o censura ma di rispetto per l’uomo e per la sua storia.