Cos’è il DRM e com’è nata e si è sviluppata questa tecnologia.
Si tratta di una sigla che sta per Digital Rights Management (DRM), che significa letteralmente gestione dei diritti digitali, ovvero software e sistemi informatico-tecnologici che permettono ad i titolari di copyright di proteggere identificare, tracciare sul web ed in qualsiasi ambiente digitale, qualsiasi tipo di materiale che contenga i DRM.
La diffusione di tecnologie digitali che consentono l’accesso, la diffusione e la distribuzione di qualsiasi contenuto multimediale, ormai alla portata di qualsiasi singolo utente, abilita l’utente stesso a scavalcare la consolidata catena autore-distributore-cliente proprio come spiega la teoria della Long Tail.
Il tentativo, da parte di case discografiche e cinematografiche, di gestire e controllare tutti gli aspetti legati alla distribuzione, all'utilizzo e allo scambio tra gli utenti di contenuti legittimante acquistati, sta sollevando critiche e movimenti non solo tra gli autori stessi ma tra coloro che dovrebbero beneficiare di questa nuova distribuzione dei contenuti.
Perché un movimento anti Drm?
I promotori del movimento di protesta, DefectiveByDesign.org, hanno messo in atto una campagna contro il DRM rivolta verso i grandi network della comunicazione, le industrie non cooperative e i distributori che sfruttano tecnologie DRM. La campagna mira a scoraggiare le industrie manifatturiere dall'immettere nel mercato i loro prodotti con supporto DRM. I prodotti DRM hanno delle tecnologie integrate che limitano i compiti che possono svolgere. Questi prodotti sono stati intenzionalmente menomati, dal punto di vista dell'utente, e sono quindi ‘difettosi per design’. Questa campagna identificherà questi prodotti "difettosi", e mirerà alla loro eliminazione.
L’obiettivo del movimento è l'abolizione del DRM come pratica sociale.
Richard Stallman, Presidente della FSF, informatico di fama mondiale, ha voluto sottolineare l'invasività di molte tecnologie DRM reinterpretando l'acronimo come Digital Restrictions Management (gestione delle restrizioni digitali).
‘Lo scopo degli schemi DRM è di aumentare i guadagni per quelli che li impongono, ma il loro profitto è una questione di importanza minoritaria, quando è in pericolo la libertà di milioni di persone; il desiderio di profitto, anche se non è sbagliato in sé, non può giustificare il negare alle persone il controllo sulla tecnologia che possiedono. Difendere la libertà significa opporsi al DRM’ (Richard Stallman)
‘Le società produttrici di contenuti multimediali dovrebbero abbracciare le nuove tecnologie digitali e invece molte tra queste tentano di mantenerci bloccati all'interno di dinamiche economiche che potevano andare bene nel secolo scorso, facendo uso di tecnologie che a lungo andare non permetteranno ai consumatori di rispettare appieno le normative sulla tutela del copyright.’ (Professor Ian Brown, docente all'Università di Los Angeles e al MIT nonché esponente dei DbD).
Una campagna globale.
I promotori della manifestazione, DefectivebyDesign, hanno organizzato un concorso che premia la Migliore idea alla Migliore azione off line, dalla Migliore azione in Team alla Migliore Foto fino al Migliore Blog, Miglior Video, Maggior numero di persone contattate ecc…
Al via quindi una operazione a 360°,a partire dalle incursioni – guerrilla – davanti ad Apple store in varie città americane, fino al concorso Down with DRM, lanciato da Free Culture e dedicato a produttori di video, animazioni e "remake" creativi: i vincitori saranno premiati con un mediacenter portatile (Neuros OSD) ed i migliori cinque video saranno uploadati sul web e resi disponibili al pubblico in modo, naturalmente, libero.