Quella di promuovere un prodotto attraverso il web è ancora un’arte difficile. Ma i segnali di una evoluzione nel `web advertising` puntano tutti verso un'unica direzione, quella del `viral marketing`. E’ emerso a Cannes durante il Cannes Lions, il festival internazionale della pubblicità che si svolge ogni anno in Costa Azzurra. Usa Today, uno dei principali quotidiani americani ha organizzato un incontro sul tema. «La pubblicità attraverso il web spiega la massmediologa e scrittrice Teresa Howard punta sull’intrattenimento. I consumatori cercano idee divertenti che li raggiungano in maniera originale e le aziende hanno imparato ad usare il marketing virale come uno strumento essenziale per raggiungere i clienti».
L’idea è quella di combinare il passaparola con la pubblicità, di fare in modo che i consumatori siano a loro volta strumenti di trasmissione del messaggio pubblicitario. «Non stiamo cercando di usare i consumatori senza che loro lo sappiano», tiene a precisare Russ Klein, responsabile del marketing di Burger King. «Al contrario cerchiamo di adattarci noi alle esigenze e alle richieste del pubblico.
Quello che abbiamo capito è che la pubblicità dei banner non ha senso in un mondo in cui il messaggio che arriva in un forum di discussione è considerato più importante o attendibile».
La ricerca di nuovi strumenti per comunicare con i consumatori sta puntando anche sui blog. «Non è possibile, ma soprattutto è inutile, mettere pubblicità nei blog», dice Tim Ellis, direttore marketing della Volvo. «E’ però necessario trovare un modo per entrare in questo che è lo spazio più importante del web oggi, quello dove passano i messaggi più forti convincenti».
Alcuni stanno già utilizzando i blog per campagne promozionali. La Cnn, ad esempio, il celeberrimo canale di notizie creato da Ted Turner, ha utilizzato i blog per rispondere ad una campagna di accuse sulla cattiva programmazione: «In alcuni blog molto popolari sono state fatte critiche alla programmazione della rete, dopo aluni giorni sono comparsi dei messaggi di risposta che erano ricchi di link alle cose buone fatte dalla rete», segnala la Howard.
«Apparentemente erano messaggi scritti da semplici utenti della rete, da lettori in disaccordo con quello che avevano letto, ma in realtà, erano messaggi di viral marketing fatti da Cnn stessa, che ha creato in questo modo sia un messaggio positivo verso la rete, sia un passaggio di nuovi utenti sui suoi siti. E’ un esempio piccolo, ma segnala come sia cambiato l’atteggiamento verso la promozione in rete anche da parte dei media». (di Ernesto Assante www.repubblica.it)