• About Author

  • Tutta l'Informazione Ninja nella tua mail

  • Cristina Cipriano: al Campus Party vi racconto la straordinarietà dell’ordinario

    È dall'ordinario che possiamo partire per tracciare nuovi sentieri. Ne abbiamo parlato con Cristina Cipriano, speaker al Campus Party 2019

    22 Luglio 2019

    Ha costruito un laboratorio di biologia molecolare in casa ed è conosciuta per i suoi design di attrezzature scientifiche minimaliste innovative, a basso costo e open source. È co-founder di Binomica Labs, un gruppo di ricerca indipendente con sede a New York, dedicato alla pratica scientifica e allo sviluppo di programmi di studio scientifici per studenti di ogni età e background formativo. Aspirante polimata, ci sarà anche Cristina Cipriano all’edizione 2019 di Campus Party.

    Apprendimento costante

    «Di base preferisco definirmi una studentessa – ha spiegato – in quanto la componente relativa all’apprendimento e al miglioramento è una costante nella mia formazione e, di conseguenza, nei modi in cui mi relaziono agli altri anche da un punto di vista professionale. Il mio percorso scientifico per molti versi si sta ancora delineando e ha le sue peculiarità. Alcune di queste le racconterò proprio al Campus Party. Il titolo della mia talk – ha aggiunto – riprende quello di un libro che raccoglie una serie di lettere inviate da Richard Feynman nell’arco della sua vita, intitolato Deviazioni perfettamente ragionevoli dalle vie battute e in cui si comprende una forma mentis dello scienziato, un approccio anche alla vita se si vuole, che per molti aspetti condivido. Il tema principale e filo conduttore fra i vari argomenti sarà proprio quello delle deviazioni, dell’apparentemente anomalo, dell’ordinario o abitudinale che può essere visto in un altro modo». Campus Party 2019. Ben settantasette edizioni in 14 Paesi, oltre 3 milioni di partecipanti, migliaia di tende abitate in tutto il mondo dai trasformatori del futuro. E poi ancora 4 giorni e 4 notti, 24 ore di attività multidisciplinari in cui giovani, community, università, aziende e istituzioni si confrontano e costruiscono insieme il futuro utilizzando la tecnologia come strumento per cambiare il mondo, in maniera consapevole e responsabile. Campus Party è tutto questo. Ma soprattutto vuol dire tanti ospiti. Anche quest’anno. C’è Sir Tim Berners-Lee, ma ci sono anche Aimee van Wynsberghe, co-founder e co-director della Foundation for Responsible Robotics, Daniele Bigi, Visual Effect Supervisor Industrial Light & Magic, Gino Strada, medico, fondatore di Emergency,  Valeria Cagnina, Elisabetta Liuzzo, ricercatrice dell’Inaf, Istituto Nazionale di Astrofisica, che fa parte del team che ha sviluppato il software per catturare la prima immagine in assoluto di un buco nero, lo YouTuber e divulgatore scientifico Adrian Fartade. LEGGI ANCHE: Sir Tim Berners-Lee, il talento, le idee, le imprese. Campus Party spiegato Cristina, così torni al Campus Party (dove sei già stata nel 2017)? Con quale spirito? «Sì. Sono già stata al Campus Party nel 2017 come speaker. Fu la mia primissima esperienza divulgativa amatoriale davanti a un pubblico ed ero visibilmente entusiasta e molto emozionata. Sono sicuramente cambiate molte cose in questi anni, ho acquisito più esperienza di quanta ne potessi immaginare, con diverse tipologie di pubblico e nei contesti più svariati. Pertanto, ritorno al Campus Party con uno spirito probabilmente più consapevole e maturo ma ugualmente entusiasta come la prima volta». Campus Party 2018 LEGGI ANCHE: Partecipa all’esperienza d’innovazione e creatività di Campus Party (e scopri la Job Factory) Quanto sono importanti appuntamenti come il Campus Party? «Molto, specialmente per i più giovani. È una bellissima esperienza per confrontarsi con molte realtà diverse che non sempre si conoscono. È un’occasione per fare networking, incontrare nuovi potenziali amici e scoprire argomenti che possono interessare e far riflettere. Soprattutto, è un luogo dove ci si può divertire e condividere un’esperienza sicuramente fra le più particolari, unica nel suo genere, in Italia». Le tue parole chiave sono: ricerca di base e open source, scienza informale, ma anche design low cost. Corretto? «Abbastanza corretto, sono alcune fra le parole principali intuibili e che mi rispecchiano. Tuttavia, aggiungerei anche divulgazione e insegnamento, che sono due cose diverse ma di cui sono fortemente  appassionata e ritengo cruciali. Probabilmente se ne potrebbero aggiungere anche molte altre, ogni persona è un sistema dinamico in continua evoluzione». Cristina, sei anche molto attenta alle dinamiche dei makers e dei fablab. Dopo gli anni del fenomeno come moda, ora come siamo messi? «Credo che ogni fablab e più in generale ogni realtà maker, collettiva o individuale, sia a sé stante. Da quel che ho potuto constatare, tanto in Italia quanto all’estero, esistono diversi livelli di approccio al settore in termini di approfondimento metodico e sperimentale ma anche in base a ciò che si sceglie di fare. Il mondo maker abbraccia un po’ tutti e un po’ nessuno, nel senso che dipende molto dallo scopo finale di chi si avvicina a queste realtà, che non sono altro che un’estensione più o meno grande della curiosità umana e della voglia di creare. Come per molte cose nella vita, è chiaro che ci vogliano impegno, tempo e perseveranza. Pertanto, in base al livello di dedizione, varieranno anche i risultati ottenuti. Non credo che l’effetto “moda” sia necessariamente passato del tutto, e in parte va anche bene così perché vuol dire che è un mondo che continua ad incuriosire, ma mi sembra un riduzionismo pensare al fenomeno come mera moda. Per alcuni potrà anche esserlo, probabilmente la maggior parte. Non è una critica, va benissimo limitarsi all’hobbistica o a un’esperienza senza pretese, assolutamente. Tuttavia c’è un potenziale elevato in questa comunità, che si può senz’altro sfruttare e che alcuni hanno saputo trasformare in vere e proprie realtà imprenditoriali, diventando una risorsa per il paese. Si può certamente imparare qualcosa». Sei anche co-founder di Binomica Labs, che progetti avete in corso? «Essendo un gruppo di ricercatori indipendenti e amatoriali, lavoriamo su diversi continenti e progetti in base alle nostre rispettive esigenze. Sebastian e Sung hanno base a New York, io al momento sono in Italia e ho avviato una serie di attività indipendenti da Binomica. Fra qualche anno saprò dirvi con maggiore certezza quali saranno stati i frutti di queste scelte».