Spotify chiede all’UE di alzare la voce contro le big del tech americane
In una lettera congiunta a firma di imprese e organismi collegiali si è affermato che i provvedimenti attuali non sono sufficienti
26 Settembre 2018
Spotify, insieme a Deezer e altri servizi online, ha chiesto all’Unione Europea di intraprendere azioni più severe per frenare quelle che considerano pratiche di concorrenza sleale da parte dei competitor stranieri. Nelle prossime settimane, infatti, i Paese dell’Unione Europea stabiliranno una posizione comune su una proposta di legge platform-to-business (P2B) volta a garantire maggiore trasparenza ed equità nell’economia digitale. negli ultimi anni l’Unione ha introdotto regole più severe per regolamentare i mercati online dominati dai giganti tecnologici statunitensi come Google, Apple e Amazon. In una lettera congiunta, a firma di imprese e organismi collegiali come il Consiglio degli Editori Europei o l’Associazione Europea per l’Artigianato, si è però affermato che i provvedimenti non sono abbastanza incisivi: “Sono necessarie misure mirate per prevenire pratiche sleali da parte delle piattaforme se la legislazione vuole promuovere una crescita digitale sostenuta”, si legge nella missiva datata 24 settembre. LEGGI ANCHE: L’antitrust europea vuole vederci chiaro su come Amazon utilizza i dati dei rivenditori