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  • Apple può acquisire Shazam, l’UE dà il via libera

    L'Antitrust dell'Unione Europea ha dato il via libera per l'acquisizione: la fusione "non solleva preoccupazioni di concorrenza"

    6 Settembre 2018

    L’Antitrust dell’Unione Europea ha dato il via libera per l’acquisizione di Shazam da parte di Apple. Bruxelles aveva aperto un’indagine lo scorso aprile temendo che l’operazione riducesse la scelta per la musica online in streaming. Secondo l’Antitrust Ue l’entità che deriverebbe dalla concentrazione non danneggerà i fornitori concorrenti di servizi musicali digitali accedendo a informazioni commercialmente sensibili sui loro clienti. I concorrenti non saranno espulsi dal mercato. L’accesso ai dati di Shazam non aumenterà in misura significativa la capacità di Apple di puntare agli amatori di musica e comporterà effetti non rilevanti sulla pratica volta a spingere i clienti a cambiare fornitore. Di conseguenza i concorrenti non saranno espulsi da questo mercato a causa della restrizione dell’accesso a Shazam. “Dopo un’approfondita analisi dei dati musicali e degli utenti, abbiamo trovato che la loro acquisizione da parte di Apple non ridurrà la concorrenza nel mercato della musica digitale in streaming” ha dichiarato la commissaria Ue alla concorrenza Margrethe Vestager. apple LEGGI ANCHE: Apple-Shazam, la Commissione Europea apre un’indagine sull’acquisizione

    Non impatta in modo negativo

    La Commissione Ue, dopo la sua analisi e il confronto con gli attori del mercato, ha concluso che “la fusione non impatterebbe in modo negativo la concorrenza” sul mercato europeo, in quanto Apple e Shazam “offrono principalmente servizi complementari che non competono tra loro”. Cupertino, infatti, ha “Apple music” che è il secondo servizio di musica in streaming al mondo dopo Spotify, mentre Shazam è l’app leader per il riconoscimento dei pezzi musicali. LEGGI ANCHE: Apple vuole comprare Shazam per 400 milioni

    I dati, elemento chiave nell’economia digitale

    “I dati – ha spiegato sempre Vestager – sono un elemento chiave nell’economia digitale, quindi dobbiamo rivedere attentamente le transazioni che portano all’acquisizione di importanti serie di dati, inclusi quelli potenzialmente sensibili dal punto di vista commerciale, per assicurare che non restringano la concorrenza”.

    La lettera dei sette Paesi

    L’indagine aperta dai suoi servizi lo scorso 23 aprile faceva seguito a una lettera di sette Paesi tra cui l’Italia (con Austria, Francia, Islanda, Norvegia, Spagna e Svezia) in cui si sollevavano preoccupazioni per l’operazione. Questa ha trovato che la nuova entità “non sarebbe in grado di escludere fornitori concorrenti di servizi di musica in streaming accedendo a informazioni commercialmente sensibili sui loro consumatori”, perché “non aumenterebbe materialmente la capacità di Apple di prendere di mira gli appassionati di musica e nessun comportamento finalizzato a far passare i consumatori al suo servizio avrebbe solo un impatto trascurabile”. Inoltre “non riuscirebbe” nemmeno a tagliare fuori concorrenti “restringendo l’accesso all’app Shazam”, in quanto questa “ha un’importanza limitata come punto ‘ingresso ai servizi di musica in streaming dei concorrenti di Apple”.

    Non solleva preoccupazioni di concorrenza

    Infine, l’integrazione dei dati degli utenti di Aplle con quelli di Shazam “non conferirebbe un vantaggio unico sul mercato” alla nuova entità, in quanto “i dati di Shazam non sono unici e i concorrenti di Apple di avrebbero ancora l’opportunità di accedere e usare database simili”. Da qui la conclusione dell’Antitrust Ue che la fusione Apple-Shazam “non solleva preoccupazioni di concorrenza”. Allo stesso tempo, però, Bruxelles ricorda che il via libera dell’Antitrust “non solleva le società dal rispetto di tutte le rilevanti leggi sulla protezione dei dati” personali.

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