Il supplente è la trasmissione che ha esordito nei giorni scorsi su Rai 2 e che porta in cattedra personaggi famosi in veste appunto di supplenti, con enorme sorpresa degli studenti.
L’incontro tra realtà molto distanti come scuola e reality, quotidianità e straordinarietà porta a galla sfaccettature e picchi di emozione molto interessanti da analizzare.
Dopo il primo momento di schock positivo nel vedere un supplente che mai ti aspetteresti di incontrare, pare che tutti gli studenti non aspettassero altro che poter essere attivamente partecipi a quella lezione unica e irripetibile.
Ciò che ne è sicuramente emerso è la necessità di affrontare alcuni temi di attualità che purtroppo pare siano trascurati nei programmi scolastici, ma soprattutto dare agli studenti gli strumenti necessari per poter costruire un’opinione PERSONALE in merito.
Inoltre, in una società che corre e si evolve sempre più in fretta, c’è bisogno di stimolare le qualità e le attitudini dei ragazzi, così da poterli indirizzare verso la coltivazione di quelle che saranno le loro future competenze.
La prima puntata ha visto come protagonisti ROBERTO SAVIANO e MARA MAIONCHI ed entrambi si sono fatti portatori di messaggi molto stimolanti per la classe.
Il CORAGGIO DI CAMBIARE e LA LIBERTA’ – Roberto Saviano
(Roberto Saviano e il professore che ha sostituito)
Roberto Saviano, ha sostituito il professore di storia in una scuola di Maddaloni (Ce) e, partendo dal programma di studio della classe, mostrando una foto di Al Capone, è arrivato a parlare di associazioni mafiose, proibizionismo/legalizzazione di droghe leggere, la condivisione delle stesse problematiche presenti in tutte le periferie e il coraggio di cambiare.
I ragazzi sono stati molto partecipi ed era palese la voglia di esprimersi e di raccontarsi, per quanto il tempo a disposizione fosse limitato.
Saviano ha poi chiesto di realizzare un “compito a casa” in versione video:
cosa ti mancherebbe di più se ti venisse a mancare la libertà? Tra la commozione di alcuni studenti in merito alla condizione stessa di Saviano, sotto scorta ormai da 11 anni, ne è emersa una grande solidarietà per il coraggio della sua scelta.
IL TALENTO – Mara Maionchi
(Mara Maionchi e la professoressa che ha sostituito)
Mara Maionchi ha sostituito la professoressa di inglese in una scuola di Milano, pur non conoscendo molto la lingua e ha iniziato la lezione raccontandosi: è partita dal basso, ha fatto diversi lavori prima di diventare segretaria all’interno di una casa discografica per poi arrivare ad essere produttrice.
Passando da John Lennon con “Imagine” a Charles Bukowski, impronta il suo discorso sull’importanza del talento: ognuno deve individuare il proprio, sollecitarlo e coltivarlo, perché il talento è una conquista. L’entusiasmo e la risata costante della prof. Maionchi è travolgente. Anche lei chiede di realizzare un video come compito a casa:
qual è la cosa che ti fa stare meglio? Qual è il tuo talento?
https://www.youtube.com/watch?v=Ibfek9A4RKo
Ripartire dalla scuola
La scuola ci invita sempre a sognare un “futuro migliore”, un luogo incantato in cui formare future persone soddisfatte dei propri valori, della propria dignità e delle proprie scelte professionali. Ma è pur vero che nella precarietà professionale degli stessi professori è ben difficile impostare programmi di lunga durata e rapporti con gli alunni che possano essere seguiti dal primo all’ultimo giorno all’interno dello stesso istituto scolastico.
Quanto possiamo realmente pretendere dalla formazione scolastica se in primis non tuteliamo la dignità professionale degli educatori stessi?
In Italia ci sono
circa 100.000 docenti precari tra scuola dell’infanzia, primaria e secondaria iscritti alle liste
Gae (Graduatorie ad esaurimento) insomma un esercito:
un esercito di competenze, di famiglie, trasferimenti, incertezze e insoddisfazioni ed è proprio nelle loro mani e nelle loro menti
che sarà il futuro del nostro Paese. Sono e saranno loro a formare i futuri italiani, a plasmarli nelle conoscenze e nello sviluppo, nel pensiero critico. Tuttavia ci chiediamo come sia possibile affrontare un compito così importate se non si mettono a loro disposizione i migliori strumenti per farlo.
Quanti di noi conoscono insegnanti che in qualità di supplenti, per accumulare punteggio (che sembra un po’ come la raccolta punti della GDO), hanno accettato incarichi per cui non possiedono tutte le competenze necessarie, ma che non hanno potuto di certo rifiutare nella speranza di avere il “premio visto sul catalogo”. In questo modo i tanti precari costruiscono una carriera sulle supplenze, su classe “temporaneamente loro”. Questo deve spronarci a riflettere sulla fortuna di alcuni di noi ad avere quasi
sempre gli stessi professori per tutta la durata del loro percorso scolastico. In questo modo i docenti hanno l’opportunità di essere per i loro studenti coloro che organizzano e portano avanti progetti sul lungo periodo, l’opportunità di essere dei punti di riferimento anche sul piano personale.
Cosa ci aspetta?
Nei prossimi anni si prevede un
calo di studenti, dovuto ad un calo demografico del nostro Paese. Tuttavia dovrebbe importante investire sul futuro e sulla formazione, credere nella potenzialità dei lavoratori di domani. Investire nella formazione e nell’istruzione è lo strumento migliore per investire nel nostro futuro.
La
Buona Scuola, il disegno di legge in atto dal 2014 – che prevedeva tra le direttrici di sviluppo il potenziamento del numero dei docenti, un bonus per la formazione degli stessi, Il Piano Nazionale per la Scuola Digitale (PNSD) e un investimento per l’edilizia scolastica – visibile nella
sezione news del sito del governo è aggiornato a due anni fa ed è evidentemente stato un flop secondo i dati della
Corte dei Conti.
Aspetteremo che il nuovo governo e cambio di timone diano il via a progetti concreti, augurandoci che tengano conto dell’importanza del tessuto di accompagnamento e crescita del sistema scolastico. Quindi ben vengano i vip in cattedra, ben venga la commozione provocata nello stimolo dei propri talenti e nei grandi valori di coraggio e libertà, ma ci vorrebbe una smossa nella burocrazia e nella politica, perché come ci diceva un’insegnante:
“Fino a quanto i politici penseranno che la scuola non produce fatturato e quindi non sia degna di attenzione e investimenti, le cose andranno sempre peggio. Ma quando capiranno che voi siete il fatturato di domani, sarà sempre troppo tardi!”