Satispay arriva anche sui Pos
La startup fintech ha chiuso
un accordo con Cse – Consorzio servizi bancari per poter entrare anche
nei Pos delle banche clienti del consorzio.
L’app sarà integrata in oltre
30 mila Pos e permetterà così di semplificare iscrizione e registrazione dei commercianti. Il Pos sarà un ulteriore display, quindi, con cui utilizzare il servizio.
Sul mercato dal gennaio del 2015, la startup continua la sua crescita dopo i quattro
round di finanziamenti che le hanno garantito una raccolta complessiva di 37 milioni di euro.
Spotify permetterà di saltare gli annunci
Spotify sta eseguendo una
test in Australia, consentendo agli utenti di
saltare gli annunci nell’app in qualsiasi momento, con un potenziale aumento di targeting e di entrate.
In questa fase di test, gli ascoltatori australiani potranno saltare la pubblicità audio e video in qualsiasi momento durante la riproduzione dell’annuncio anche nella versione gratuita, dunque senza un limite preimpostato di tempo in cui non poter saltare l’annuncio. Sarà inoltre possibile
skippare le pubblicità ogni volta che si desidera, anche più volte di seguito, in modo da tornare direttamente all’ascolto della propria musica preferita. La funzione, chiamara
“Active Media”, consentirà anche agli inserzionisti di risparmiare, poiché non pagheranno se un annuncio viene saltato. Una strategia, insomma, ad alto rischio nel breve termine, poiché
Spotify potrebbe incassare meno dalle entrate pubblicitarie, ma che punta tutto sul fatto l’algoritmo mostrerà effettivamente annunci interessanti per le persone, che quindi li ascolteranno.
La scelta dell’Australia come mercato di test deriva dal fatto che con una popolazione di 24 milioni di abitanti e una cultura prevalentemente occidentale, il Paese è un banco di prova abbastanza grande ma al tempo stesso un mercato abbastanza piccolo per Spotify, per testare
nuove funzionalità prima (forse) di farle girare a livello globale.
La mossa di Spotify riguarda la personalizzazione degli annunci sulla base dei gusti degli utenti, molto simile alla funzione “Discover Weekly” di Spotify, che fa lo stesso per la musica. A loro volta, poi gli annunci effettivamente guardati permetteranno una profilazione sempre migliore per singolo utente.
Facebook Crypto e le nuove autorizzazioni per le pagine
A maggio, Facebook ha formato un team per le criptovalute per esplorare le possibilità della tecnologia blockchain e negli ultimi giorni ha cominciato a consolidare il proprio team, eliminando alcuni potenziali problemi. L’ex responsabile di Messenger
David Marcus, che attualmente guida il team di Facebook Crypto, infatti, ha annunciato di essere uscito dal consiglio di amministrazione di Coinbase, una delle più grandi startup di cripto, per evitare conflitti di interessi e la società potrà così presto iniziare a fare qualche dichiarazione sui propri progetti. “Siamo ancora nelle primissime fasi e stiamo considerando una serie di diverse applicazioni per la blockchain. Ma non abbiamo altro da condividere in questo momento “, ha detto a
TechCrunch un portavoce di Facebook.
Secondo i rumors, però, Facebook potrebbe creare
un portafoglio di criptovaluta con un proprio token che le persone potrebbero utilizzare per pagare oggetti e servizi scoperti tramite Facebook Ads. Facebook e i suoi partner, inoltre, potrebbero
aggirare le normali commissioni di elaborazione delle transazioni delle carte di credito e ciò consentirebbe potenzialmente a Facebook di offrire agli utenti “il 3% di sconto sugli acquisti effettuati con FaceCoin”.
Infine, dopo i pagamenti tramite Messenger, Facebook potrebbe offrire
pagamenti basati su criptovaluta tra amici per consentire a una più ampia gamma di utenti di saldare debiti per cene o taxi condivisi, sempre tramite il suo servizio di messaggistica.
Facebook ora richiede
alle pagine con ampi pubblici statunitensi di ottenere un’autorizzazione aggiuntiva. L’azienda ha implementato questa nuova misura per proteggere le pagine di Facebook con un grande numero di fan negli Stati Uniti, al fine di rendere più difficile per le persone amministrare pagine usando
account falsi o compromessi. Iniziando da quelle negli Stati Uniti, alcune Pagine di Facebook ora devono passare attraverso un processo di
“Autorizzazione alla pubblicazione sulla pagina”. Ciò richiederà ai gestori delle pagine di proteggere i loro account e verificarne la posizione. Il processo richiede solo pochi minuti per essere completato e se questa autorizzazione viene richiesta, gli amministratori riceveranno un avviso nella parte superiore del loro news feed.
Se gli admin decideranno di non presentare l’autorizzazione, non saranno più in grado di pubblicare sulle proprie pagine, hanno fatto sapere da Facebook.
Nuove coppie tra le emoji
Unicode ha pubblicato nei giorni scorsi
un post sul blog con un link a una breve lista di candidati per
l’aggiornamento Emoji 12.0 del 2019. La lista comprende 55 emoji che rappresentano
coppie interrazziali. Rappresentazioni di coppie in varie combinazioni, bionde e brune, dalla carnagione chiara a quella scurissima, come già per le manine.
Le coppie di emoji nella proposta sono rappresentate in cinque toni di pelle e due generi, ma con progetti per avvicinarsi in futuro anche alla neutralità di genere.
Secondo il post ci sono anche alcune
nuove emoji rivolte specificamente alle persone con disabilità: c’è una proposta per rappresentare una persona sorda, insieme a braccia e gambe meccaniche. Emoji inizialmente proposte da Apple a marzo, di cui il consorzio ha ampiamente accettato la proposta. L’elenco sarà finalizzato in una riunione il prossimo settembre.
Nel frattempo, Unicode sta già preparando il terreno per le emoji che vedremo nel 2020, offrendo otto possibili contendenti:
un ninja, un elmetto militare, un mammut, una piuma, un dodo, una bacchetta magica, una sega da falegname e un cacciavite.
Internet a rischio a causa dell’innalzamento dei mari
Secondo uno
studio condotto da ricercatori della
University of Wisconsin–Madison e della
University of Oregon, l’innalzamento del livello del mare, dovuto ai cambiamenti climatici, minaccerebbe anche le comunicazioni via Internet. Migliaia di chilometri di cavi in fibra ottica sotterranei negli Stati Uniti, infatti, sarebbero a rischio perché potrebbero essere presto sommersi dall’acqua. L’evento potrebbe verificarsi già entro i prossimi 15 anni, stando ai dati pubblicati.
I danni alle infrastrutture riguarderebbero potenzialmente circa
6 mila chilometri di cavi in fibra ottica, che non sono stati progettati prevedendo i cambiamenti climatici imminenti.
Le previsioni sono state ottenute combinando i dati ottenuti da
Internet Atlas (portale per la misurazione della struttura della Rete Internet su scala globale) e dal
NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration, agenzia federale specializzata nello studio del clima negli Stati Uniti).
Secondo i ricercatori i punti più vulnerabili sarebbero sulle coste e comprenderebbero le città di Miami, Seattle e soprattutto New York.