• About Author

  • Tutta l'Informazione Ninja nella tua mail

  • Perché ridurre la dipendenza dalla tecnologia può farci diventare più innovativi

    Affidarsi in modo eccessivo allo smartphone o agli assistenti virtuali rischia di farci perdere fondamentali abilità umane

    25 Luglio 2018

    A chiunque è capitato di sentirsi troppo dipendente dalla tecnologia. Non ti è mai successo, ad esempio, di sentirti disperato perché il tuo smartphone si era scaricato proprio nel mezzo di un viaggio di rientro a casa? O forse ti sei sentito smarrito nel non poter utilizzare il GPS per trovare le indicazioni corrette per raggiungere casa di un amico in piena campagna, dove il segnale proprio non arriva. Bene, come dicevamo, tutti ci siamo sentiti almeno una volta troppo dipendenti dalla tecnologia, ma forse non ne capiamo davvero il problema. In realtà la dipendenza tecnologica non fa altro che toglierci capacità di risoluzione dei problemi, facendoci ritenere impossibili alternative ai problemi quotidiani che fino a qualche anno fa avremmo dato per scontate. Chiedere la strada giusta ad un passante abbassando il finestrino dell’auto, solo per fare un esempio. Questo tipo di dipendenza, insomma, oltre a farci dire addio alla cara espressione “capacità di problem solving” da inserire sul curriculum, potrebbe essere addirittura distruttiva, non solo a livello individuale, ma anche a livello sociale. L’uso eccessivo della tecnologia, infatti, può portare alla dipendenza in diversi modi e queste che elenchiamo di seguito sono solo alcune delle potenziali conseguenze secondo molti esperti. dipendenza tecnologica

    1. Ansia e depressione

    L’uso eccessivo di dispositivi mobili è stato collegato all’ansia e alla depressione, così come ad altri problemi di salute mentale. Questo potrebbe essere spiegato da una varietà di fattori. Ad esempio, il costante bombardamento di notizie e informazioni può farci sentire insensibili al mondo reale e ossessionati, invece, dalle interazioni digitali, lasciandoci privi di relazioni nella vita reale.

    2. Impazienza

    La tecnologia ci ha anche resi impazienti. Sapendo che molte persone hanno accesso 24 ore su 24 e 7 giorni alla settimana ai loro messaggi sui social media o alle loro caselle di posta elettronica, ci aspettiamo che le risposte arrivino in pochi minuti. Essere in grado di accedere ad articoli e informazioni su qualsiasi argomento ci rende meno tolleranti a tutto ciò che richiede più di qualche minuto per imparare o per esercitarci. tecnologia

    3. Memoria

    Gli studi dimostrano che l’uso eccessivo di smartphone per scattare foto, video o scrivere e pubblicare post può danneggiare la nostra memoria. L’esatto meccanismo non è noto, ma si ipotizza che, poiché le nostre menti riconoscono che le informazioni vengono archiviate altrove, è meno importante per noi ricordarle, quindi non dedichiamo le risorse mentali adeguate a immagazzinare quelle informazioni (e quei ricordi). In altre parole, sappiamo che possiamo sempre richiamare quella informazione grazie a Wikipedia o a Google e non ci preoccupiamo di memorizzare questi dati. LEGGI ANCHE: Digital Detox: come resistere alle distrazioni dell’era digitale

    4. Dipendenza

    Mentre la definizione esatta e la legittimità della definizione di “dipendenza tecnologica” è ancora oggetto di discussione, è chiaro che per alcune persone questa dipendenza può diventare così estrema da provocare una grave ansia quando la tecnologia è inaccessibile. Questo può manifestarsi come una dipendenza da social media, giochi, porno o da qualsiasi altra attività basata sulla tecnologia. Naturalmente non è vero che chiunque senta l’esigenza di controllare regolarmente le notifiche sul proprio telefono sia dipendente dalla tecnologia, ma esistono casi decisamente più estremi. digitale

    5. Perdita della abilità

    L’utilizzo regolare di uno smartphone o di qualsiasi altra tecnologia per sostituire o migliorare un’abilità può anche ridurre gradualmente la nostra capacità di accedere a tale abilità. Solo per fare un esempio banale, se si utilizza uno smartphone per raggiungere casa dopo il lavoro, o per raggiungere una località di vacanza, si potrebbe anche non imparare mai a leggere una carta geografica o la mappa di una città. justice-league-cyborg2-1000x600

    Perché trasformarci in cyborg può non essere vera innovazione

    Si sente spesso dire che presto tutti utilizzeremo dispositivi cibernetici, impiantati direttamente nel nostro corpo, per soddisfare alcune necessità, come la traduzione simultanea in diverse lingue o fare la spesa stilando una lista semplicemente con un battito di ciglia. In realtà, questo approccio alla tecnologia potrebbe anche introdurre una serie di nuovi problemi, in un circolo vizioso senza soluzione di continuità, tra la nostra effettiva capacità di programmare le macchine e la possibilità di queste di soddisfare i nostri bisogni quotidiani. Il problema è che si potrebbe arrivare al punto di trascurare l’effettivo potere della tecnologia moderna e invece di introdurre un graduale miglioramento o una forma di assistenza iterativa, sovrascrivendo completamente intere funzioni del nostro cervello e dei nostri corpi. Per capirci meglio, è come se qualcuno, perfettamente in grado di camminare, si affidasse a una sedia a rotelle per evitare di farsi male ai piedi camminando, pur non avendone realmente bisogno: i muscoli finiranno per atrofizzarsi e si sarà persa una abilità che invece poteva essere utile e più economica. Senza allarmismi e senza estremizzare certi ragionamenti sul potere distruttivo della tecnologia, quello che dovremmo realmente fare è continuare ad esercitare tutte le nostre abilità e capacità, intellettive, di risoluzione dei problemi, manuali, considerando e ri-considerando anche la scuola come il liogo ideale in cui unire le due anime del mondo moderno, tecnologico ma con una necessità alla spinta innovativa ancora decisamente forte.