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  • I pericoli che non dovresti sottovalutare se vuoi controllare i tuoi figli con un’app

    Internet, sicurezza e minori, ecco alcuni consigli per la sopravvivenza nel mondo digitale dedicati ai genitori

    28 Giugno 2018

    Con gli smartphone di ultima generazione e con applicazioni specifiche, il controllo dei propri figli è una delle infinite possibilità a portata di mano degli adulti. Un esempio di quanto possa essere semplice spiare/monitorare un figlio lo ha portato dinnanzi allo schermo una delle presentatrici più influenti della tv italiana, Alessia Marcuzzi, che in un’ospitata a Che tempo che fa, condotto da Fabio Fazio, con grande semplicità e in pochi secondi ha tracciato gli spostamenti del figlio residente in questo momento in un college privato in Inghilterra. Due risate, qualche riflessione e la discussione è rimasta lì nell’etere, mentre molti genitori a casa si saranno domandati: “Lo farei anch’io se ne avessi la possibilità?” In questi ultimi mesi ad evidenziare il collegamento possibile tra tecnologia e controllo dei propri figli, ci hanno pensato alcuni lungometraggi e serie tv, che con specifici episodi hanno portato alla luce come sia possibile e semplice monitorare quasi ogni attività svolta sul web di propri figli. LEGGI ANCHE: La legge protegge la privacy dei minori sui social, anche dai comportamenti dei genitori indisciplinati

    Che cos’è il COPA

    Quando si parla di protezione e di tutela della privacy sul web, si entra inevitabilmente in un discorso molto complesso. A oggi gran parte dei social network e dei servizi di posta elettronica sono di origine americana e conformi al COPA – Child Online Protection Act. Il COPA permette la raccolta dei dati sensibili sui minori di 13 anni grazie al consenso dei genitori, fondamentalmente una legge facilmente aggirabile dai ragazzi che stanno crescendo nell’era digitale. Anche l’Unione Europea, si è battuta a lungo per una maggiore tutela dei minori in rete, tuttavia dopo aver subito notevoli pressioni dai diversi paesi membri, ha lasciato che ogni paese decidesse da sé l’età per il consenso lasciando un notevole vuoto legislativo. Tutto ciò ha spinto tantissime famiglie in tutta Europa a correre ai ripari utilizzando ad esempio app e strumenti alternativi per proteggere i propri figli, come Google Family link, TeenSafe, My Mobile Watchdog, Mobile Guardian e tantissime altre in uscita sugli store ufficiali. black-mirror-arkangel L’utilizzo di un’app spia può rappresentare per molti genitori uno strumento interessante per il monitoraggio e il controllo di un figlio, ma è importante non abbassare la guardia: in primis, esistono tantissimi social network (non monitorabili) oltre Facebook, Twitter e Instagram a cui i giovani possono accedere ogni giorno; inoltre lo smartphone potrebbe non essere l’unico device con cui si accede alla rete. In conclusione, un’applicazione può incrementare la tranquillità di un genitore, offre certamente numerosi strumenti per il controllo e la sicurezza del proprio figlio, monitorando gran parte delle sue attività sul web, ma non è mai sufficiente. LEGGI ANCHE: Gli amministratori delle pagine Facebook sono responsabili della privacy, secondo una sentenza dell’UE

    Lo scandalo TeenSafe, l’app che ha messo a rischio la privacy di migliaia di minori

    Privacy vs. tecnologia, sicurezza vs. controllo: le app per il monitoraggio dei minori possono essere fonte di preoccupazione su molti fronti. TeenSafe è una delle app più diffuse sul pianeta per il controllo e monitoraggio dei propri figli. Una user experience semplice unita ad una tecnologia efficace, ha offerto a migliaia di genitori la possibilità di controllare/proteggere/spiare in maniera discreta i propri figli da ogni device connesso alla rete. Ma quali sono i pericoli di un controllo di questo genere? Secondo un rapporto di ZDnet, con la diffusione di questa app, migliaia di genitori hanno compromesso, oltre alla privacy dei propri figli, anche delle informazioni altamente sensibili. Il magazine afferma che uno dei server dell’app (attualmente ospitato su un cloud di Amazon), fosse totalmente privo di sistemi di sicurezza tanto da poter essere consultato da chiunque, mettendo a rischio migliaia di credenziali personali, messaggi privati e tantissimo altro ancora. Il caso di TeenSafe ha letteralmente scosso il web ed ha offerto alla rete un importante interrogativo: quali potrebbero essere le giuste mosse da attuare per incrementare, migliorare e perfezionare la tutela dei nostri ragazzi dai pericoli del web? Non possiamo cambiare il fatto che le nuove generazioni cresceranno all’interno di un mondo sempre più digitale e che i pericoli online e offline per i più piccoli sono sempre più numerosi, non possiamo cambiare il mondo in cui i bambini cresceranno, ma possiamo aiutarli a navigare. Il regalo più grande che possiamo fare ai nostri figli è quello di insegnar loro a pensare in modo critico e questo è valido sempre, nel mondo reale come in quello virtuale.