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  • Ti spieghiamo perché l’equity crowdfunding non è Kickstarter, con 5 esempi di successo

    Esistono diversi modelli di crowdfunding e non vanno confusi perché hanno premesse ed effetti molto diversi tra loro

    29 Maggio 2018

    Lo scorso anno si è sentito molto parlare in Italia di equity crodwfunding, a causa delle novità introdotte dalla Legge di Bilancio per il 2017, nella quale il legislatore ha deciso di consentire, in via generale, a tutte le piccole e medie imprese, anche in forma di s.r.l., di accedere a questo canale di raccolta di capitale di rischio. Ma sappiamo davvero di cosa si parla quando si parla di equity crowdfunding? In molti sono convinti che un esempio classico di equity crowdfunding sia quello della piattaforma di finanziamento collettivo Kickstarter. In realtà non è proprio così, infatti mentre su Kickstarter i finanziatori del progetto sono in genere motivati ​​dai premi, sconti o più in generale rewards che ricevono in cambio del proprio supporto al progetto, l’equity crowdfunding è appunto basato sulle equity, cioè su piccoli investimenti azionari nell’impresa. E proprio questa caratteristica finanziaria rende complessa e articolata anche la normativa a riguardo. Se in generale il crowdfunding è il processo attraverso il quale un gran numero di individui effettua piccoli contributi monetari in un unico pool, finanziando in definitiva una nuova impresa o un progetto, l’equity crowdfunding ha una matrice più specifica. Per avere un’idea più chiara di ciò che intendiamo, analizziamo le differenze tra le quattro tipologie più comuni di crowdfunding e scopriamo cinque esempi specifici di equity crowdfunding.

    Credits: Depositphotos #34210255
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    Non esiste un solo crowdfunding

    1. Crowdfunding basato sul reward: i beneficiari dei contributi restituiscono agli investitori prodotti di consumo tangibili, varie forme di contenuti artistici, l’accesso anticipato ai prodotti (pre-selling), a sconti sugli acquisti o altri incentivi. Esattamente come accade su Kickstarter.
    2. Crowdfunding filantropico: chi vi aderisce sostiene una raccolta di fondi di beneficenza o per il no-profit, fornendo fondi per promuovere una causa o un movimento. Un esempio di questo tipo è quello di Crowdrise, ma anche altri portali, come Starteed offrono soluzioni specifiche per le non-profit.
    3. Crowdfunding di prestito o debito: noto anche come peer-to-peer lending (prestito peer-to-peer), è basato sul versamento di capitali a imprese o individui in cambio di pagamenti di interessi e restituzione del capitale in un periodo di tempo definito, simile a un mutuo o a un finanziamento. LendingClub è un esempio di piattaforma di crowdfunding di prestito.
    4. Equity Crowdfunding: le persone investono in una nuova impresa in cambio di azioni ordinarie o privilegiate. E per quest’ultimo tipo di crowdfunding ecco una serie di esempi.
    Credits: Depositphotos #97431834
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    5 piattaforme per capire di cosa si parla quando si parla di equity crowdfunding

    Presenti in tutto il mondo, seguendo le differenti legislazioni, le piattaforme di equity crowdfunding si differenziano tra loro non solo per il business model, ma anche per i settori di investimento su cui sono focalizzate. Si va dalle piattaforme più generiche a quelle interessate a settori specifici come quello immobiliare, così come si passa dagli investimenti in aziende già avviate a quelli esclusivi in startup. Analizziamo insieme quattro esempi europei e uno statunitense per capire meglio di cosa si tratta e come nascono. Crowdcube è una piattaforma di investimenti in crowdfunding britannica. Fondata nel 2011 da Darren Westlake e Luke Lang è basata sulle equity: gli investimenti individuali vengono raggruppati permettendo di investire in modo diretto in nuove imprese senza necessità di passare attraverso business angel e banche. Il principio chiave è che chiunque può investire denaro in un’attività in cambio di un ritorno in equity: gli imprenditori, con una impresa registrata nel Regno Unito, possono mostrare la loro attività e i loro potenziali investimenti a migliaia di potenziali micro-investitori caricando video, immagini e documentazione sulla piattaforma, richiedendo investimenti che possono anche essere minimi, si parte da 10 sterline. Crowdcube segue, inoltre, il modello del “tutto o niente”, quando viene raggiunta la quota richiesta l’impresa riceve i fondi, altrimenti viene restituito tutto agli investitori. Una commissione viene corrisposta alla piattaforma nel caso in cui la raccolta di campagna fondi sia avvenuta con successo. FundedByMe è un sito di crowdfunding che opera per Svezia, Norvegia e Regno Unito. Fondato nel 2011 da Arno Smit e Daniel Daboczy, con sede centrale a Stoccolma, la società oggi ha uffici anche a Singapore e in Malesia. Sulla piattaforma gli utenti possono elencare il loro progetto in una qualsiasi delle lingue supportate. A settembre del 2012, la società ha lanciato anche FundedByMe Equity, il portale di crowdfunding azionario che si affianca a quello delle donazioni, e che consente sia il crowdfunding azionario per gli imprenditori e che il crowdfunding p2b (peer-to-business, cioè da azienda ad azienda). A giugno del 2016 il sito aveva già raccolto oltre 23 milioni di euro, sempre sulla base del principio dell’all or nothing. I progetti o le startup che cercano finanziamenti sono sottoposti a revisione da parte di FundedByMe Equity prima di essere accettati e inseriti sul portale per essere finanziati. La stessa FundedByMe ha raccolto il proprio capitale di lancio tramite crowdfunding. equity crowdfunding walliance Walliance è la piattaforma che ha rivoluzionato il mercato della finanza alternativa offrendo a tutti la possibilità di investire dal proprio pc nella realizzazione di progetti immobiliari, raggiungendo nel primo semestre 2018 un record: la raccolta di investimenti online più grande mai realizzata in Italia (1,27 milioni di euro) grazie all’equity crowdfunding, con un progetto promosso dall’investitore immobiliare Giuseppe Gatti. L’idea del fondo, nata poco più di un anno fa, quando Gatti ha presentato al pubblico IdeaRE, un progetto per coinvolgere nelle operazioni immobiliari la community creata pubblicando attività tramite Vlog e dirette sui social, ha trovato compimento proprio nell’alleanza con Walliance, lo strumento ideale per coinvolgere in modo semplice e sicuro nelle operazioni l’intera community. In questo caso specifico, il ticket d’ingresso, inizialmente da 150mila euro, è stato abbattuto arrivando a soli 500 euro, per 60 operazioni immobiliari da sviluppare in 3 anni e un rendimento da condividere alla fine. Il milione è stato superato in soli otto giorni. un risultato senza precedenti in Italia se si pensa che il capitale complessivo raccolto da tutte le piattaforme di equity crowdfunding nei primi 5 mesi del 2018 è pari a 10,4 milioni. Il motivo del successo di questo tipo equity crowdfunding nel real estate va cercato innanzitutto nel mercato degli investimenti immobiliari sviluppati da PMI tradizionali, che è certamente un modello più attraente rispetto a quello delle startup e delle PMI innovative, anzitutto per la ridotta la possibilità che il soggetto promotore fallisca. In ogni operazione, poi, vengono indicati i tempi massimi entro i quali è probabile che si concluda e ad ogni utente è concesso di monitorare, controllare, osservare tutti i progetti in ogni loro fase, dalla posa della prima pietra fino alla consegna dell’ultima chiave. Anche la qualità dei progetti è accompagnata da una varietà di strumenti (sia operazioni di sviluppo che di messa a reddito, sia per immobili residenziali che commerciali o turistici) e da una distribuzione geografica che permette di diversificare il rischio, da Milano a Trento,o da New York fino a Miami, tutto sullo stesso portale, intercettando così l’esigenza latente del mercato, alla ricerca di possibilità che potessero valorizzare davvero un tessuto economico come quello italiano, retto dall’attività delle Piccole e Medie Imprese e dove il mattone rappresenta prima di tutto un fatto culturale e la casa di proprietà è ancora la coronazione di un sogno. Startupxplore è una piattaforma premium che offre opportunità di investimento in aziende con un alto potenziale di crescita, ma anche la più grande community di startup attiva in Spagna. Lanciata nel 2014 come community per startup e investitori, il sito web ha registrato ben 2.500 utenti nella prima settimana. Nel 2015 ha lanciato la sua piattaforma di investimento e la prima operazione, diventando già nel 2016 la seconda più grande community in Europa con più di 11.000 aziende provenienti da 80 paesi e nel 2017, la piattaforma di equity crowdfunding ha raggiunto i 4 milioni investiti in 18 aziende. Il modello su cui si basa è quello delle opportunità di investimento in aziende in fase iniziale ma con grandi prospettive di crescita e redditività, in cui un investitore professionista con esperienza ha già confermato la sua partecipazione investendo il suo capitale, e in cui la stessa Startupxplore investe. Gli investitori registrati su Startupxplore possono investire nelle stesse condizioni dell’investitore di riferimento e condividere la sua esperienza e conoscenza. equity crowdfunding CircleUp è la società di tecnologia finanziaria con sede a San Francisco che si concentra sulle startup di beni di consumo, fondata nel 2011 da due professionisti di private equity, Ryan Caldbeck e Rory Eakin. Dal suo lancio ufficiale nell’aprile 2012, ha stretto anche una partnership con il fondo di investimento General Mills, che investe in società quotate sulla piattaforma. La piattaforma ha iniziato ufficialmente a lavorare nel 2012 raccogliendo capitali per le società e trovando aziende che non facessero parte dell’industria tecnologica su cui investire. Sul sito gli imprenditori possono entrare in contatto con gli investitori e gli investitori sono in grado di trovare opportunità di investimento e materiali come presentazioni di investitori, dati finanziari, dettagli sui prodotti, informazioni di settore per investire al meglio. Nel 2016, CircleUp ha anche condotto un test del suo Market Index Fund, progettato per offrire agli investitori più grandi l’accesso a un portafoglio di società di prodotti di consumo, identificati tramite il software di classificazione dell’azienda, Helio, che analizza i dati di aziende pubbliche e private, partnership e informazioni di vario genere per identificare potenziali investimenti. Nel 2017, infine, ha lanciato un fondo di investimento da 125 milioni dollari, CircleUp Growth Partners, dedicato a startup.