Hope to Nope: Graphics and Politics 2008–18 è una nuova esposizione al London’s Design Museum dedicata all’arte di protesta di questi anni, a partire da Occupy Wall Street del 2011 all’attuale era Trump.
Aperta fino ad agosto, la mostra esibisce tutto ciò che, da un punto di vista del politics design, è stato realizzato durante le principali e recenti manifestazioni.
Attraverso un percorso costellato da una moltitudine di contenuti video e multimediali, il visitatore potrà incontrare, per esempio, una simpatica e trasgressiva macchina della fortuna. Avete presente l’animatronico e profetico gioco Zoltan del film “Big” con Tom Hanks? Ecco quello, ma con le fattezze di Donald Trump che predice il futuro. Un pessimo futuro.
Qui di seguito un paio di frasi che, in formato cartaceo, potrebbero uscire da “All Seeing Trump“:
- vedo un enorme investimento in un sistema ferroviario ad alta velocità. E lo useremo per deportare 11 milioni di messicani clandestini.
- se desideri conoscere il tuo futuro… inizia a costruire un rifugio antiatomico.
Tra grafica e politica
La crisi finanziaria ed economica degli ultimi 10 anni si è fatta sentire in ogni latitudine: impossibile da negare.
La svolta in senso nazionalista che vari Paesi hanno intrapreso è, ormai, sotto gli occhi di tutti. Di conseguenza, le persone si sono sentite in diritto di manifestare e protestare come non avveniva da decenni. C’è chi decide di scendere in piazza ed urlare il proprio sdegno. C’è chi, grazie all’ascesa dei social media, diffonde la propria idea di politica ad un bacino di utenti decisamente più ampio rispetto al passato. C’è chi, come gli street artist, utilizza l’
arte di protesta come principale mezzo espressivo per esprimere il proprio disagio.
Basti pensare a
Banksy, il famoso artista e writer inglese, la cui street art di protesta ha avuto risonanza mondiale ed i cui sovversivi e satirici capolavori degli ultimi anni hanno ricoperto temi sempre molto attuali. Ultimamente, dopo un periodo di inattività, è ritornato all’opera a New York, la sua città prediletta: alcuni recenti stencil, caratterizzati da immagini originali ed umoristiche (contro il capitalismo e la gentrificazione ), sono stati fotografati e pubblicati da Banksy stesso sulla sua pagina
Instagram.
Viviamo un 2018 caratterizzato da un panorama politico ancora diviso tra destra e sinistra. Il timore di eventi inaspettati (tra attacchi terroristici e minaccia atomica) sta creando in noi un senso di insicurezza senza precedenti. Di conseguenza, è proprio ora che l’arte di protesta assume un maggior rilievo ed il
London Design Museum ha voluto riconoscerne dignità ed importanza.
Le opere d’arte sovversive al Design Museum di Londra
La curatrice della mostra,
Margaret Cubbage, ha selezionato diverse opere incentrate sul tema della sovversione verso il potere costituito.
Molte opere sono di
Shepard Fairey, in arte
Obey, un illustratore statunitense che ha trasposto in potenti messaggi grafici gli eventi più turbolenti degli ultimi dieci anni: dal crollo finanziario globale del 2008 ai risultati del referendum sulla Brexit; dalla Primavera Araba del 2010/2011 alle elezioni presidenziali del 2016.
Il manifesto-simbolo della mostra è stato realizzato proprio da questo artista ed è ispirato all’iconico manifesto
Hope, realizzato da lui per la prima campagna presidenziale di Obama.
Le
opere-meme di Obey esposte in questa mostra sono un invito alla riflessione su tematiche estremamente attuali, quali uguaglianza, diritti umani, potere e capitalismo.