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  • Sono in aumento le famiglie multigenerazionali, perché con i nonni si vive meglio

    Nel 2016 il 20% degli americani viveva in una famiglia fatta di componenti da 0 a 100 anni

    3 Maggio 2018

    Per anni abbiamo visto le famiglie diventare sempre meno numerose, complice anche il tanto chiacchierato calo della natalità. Qualcosa però, inizia a cambiare. Pew Research ha infatti stimato che il 20% degli americani nel 2016, circa 64 milioni di persone, viveva in una famiglia multigenerazionale.  Stiamo parlando di famiglie estese, nuclei familiari che comprendono diverse famiglie e generazioni che scelgono di vivere insieme, sotto lo stesso tetto oppure nell’abitazione adiacente, condividendo gli spazi, le esperienze e le spese. In altre parole: con i nonni si vive meglio. Riunire due o più nuclei familiari sotto lo stesso tetto non è una cosa facile, eppure può contribuire a migliorare la qualità della vita. Ci sono diverse dinamiche che entrano in gioco, dunque serve anche molto coraggio ed una buona relazione.

    Trend che ritorna, o che forse non era mai sparito

    Dall’Italia agli Stati Uniti sono tante le famiglie che hanno optato per una convivenza multigenerazionale. Houzz, ha raccolto le esperienze di sette famiglie sparse in tutto il mondo ed ha contribuito a mettere in luce come per alcune di loro non si tratta di una scelta recente, ma di un modo di vivere che si è tramandato di generazione in generazione.  In Italia ad esempio c’è la famiglia Scquizzato, dieci persone in tutto che condividono una grande cascina a Piombino Dese, in Veneto, che è la casa di famiglia da cinque generazioni e che ha subito quattro ristrutturazioni.  “In una casa grande come questa non ci si annoia mai e ogni giorno ci sono tante persone con cui intrattenersi. C’è sempre qualcosa da fare”, afferma Elena Squizzato. “Ma ci sono anche determinati compiti e responsabilità, indispensabili per far funzionare le cose in questa grande casa di campagna, nonché azienda agricola. Gli aspetti positivi di una famiglia allargata sono che si può imparare moltissimo dagli altri, siamo tutti molto vicini e ci aiutiamo a vicenda”.
    Credits: Giacomo Cosua
    Diverso è invece il caso della famiglia McConkie di Millcreek, Utah oppure degli Alberola di Sérignan, Francia. Per loro la decisione di vivere tutti insieme, riunendo diverse generazioni sotto lo stesso tetto, è arrivata quando sono cambiate le esigenze, riscoprendo un nuovo modo di vivere e di condividere. Prima, ognuno viveva nella propria abitazione.  
    Credits: Lucy Call
    “Abbiamo comprato l’edificio insieme nel 2009” racconta Josiane Alberola. “Xavier e Eloïse si sono trasferiti fin dall’inizio per tenere d’occhio la casa. Poi nel 2010 abbiamo venduto la nostra casa per vivere con i nostri figli, e subito dopo si è unita anche la nonna”.
    Credits: Jours & Nuits
    In altri casi ancora, tutto parte da un sogno oppure da una suggestione.  “Il nostro sogno di avere una dacia (una grande villa in campagna, ndr.) è iniziato con un dipinto”, racconta Elena Nikolayevna. “Amiamo gli oggetti di design d’interni insoliti e non saltiamo mai un mercatino delle pulci o una fiera. Una giorno abbiamo comprato un dipinto raffigurante un paesaggio rurale del Mozhaisk (una zona vicino a Mosca) tanto di galli, siamo rimasti così affascinati da quell’immagine incantevole che abbiamo iniziato a cercare una dacia, la tipica seconda casa di campagna russa”. Elena Nikolayevna e Yuri Valentinovich Sheremet hanno costruito la loro dacia ppena fuori Mosca, iriunendo tre generazioni. Oltre a loro c’è la figlia Alina, 27 anni, suo marito Kirill Gronskie, 29 anni, e la loro figlia piccola Alisa.  LEGGI ANCHE: Perché non hai bisogno di yes-men nelle tue riunioni (spoiler: uccidono la creatività)

    Perché scegliere una soluzione multigenerazionale?

    I motivi che spingono le famiglie ha scegliere di vivere insieme, convivendo gli spazi, il proprio tempo e le proprie esperienze sono molte, e diverse tra loro. Troviamo innanzi tutto motivazioni di tipo logistico ed economico.  “La cosa positiva è che ci aiutiamo a vicenda”, spiega Inga-Lill, che vive insieme a Hans Svensson, al loro figlio Marcus Svensson e la sua compagna Emma Erlandsson con i figli Emil e Viktor a Bredaryn, nella Svezia meridionale. “Quando si invecchia non si è più in grado di occuparsi di alcune cose, e nostro figlio e la sua compagna sono qui per aiutarci. Ma finché abbiamo energie, preferiamo prenderci cura della maggior parte delle cose in maniera autonoma, e siamo felici di aiutare Emma e Marcus badando ai nostri nipoti, che corrono avanti e indietro tra le due abitazioni quando vogliono. Viktor era qui appena un paio di ore fa, solo per chiacchierare e bere un bicchiere di succo di frutta. L’aspetto negativo potrebbe derivare proprio dalla vicinanza, ma per noi funziona davvero bene. Beh, avremmo più pace e tranquillità se i bambini non fossero qui ogni giorno, ma dall’altra parte non vogliamo affatto vivere lontani da loro”.
    È anche molto importante la volontà di scegliere uno stile di vita diverso da quello frenetico delle città moderne.  “Vediamo solo dei vantaggi nella convivenza multigenerazionale”, dice Elena Nikolayevna. “È una grandissima occasione per trascorrere del tempo con le persone che ami, invitare gli amici o rilassarti in campagna. Generalmente i membri della generazione più anziana vivono nei villaggi tutto l’anno, e i bambini colgono ogni opportunità per allontanarsi dalla città. Se qualcuno della nostra famiglia desiderasse un po’ di solitudine, può contare sul proprio spazio speciale, ognuno ha il suo in questa casa progettata in funzione dei gusti ed esigenze di tutti”.

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