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  • La storia dell’Hip Hop italiano arriva su Netflix con il documentario Numero Zero

    Un film che è un vero viaggio attraverso i racconti dei protagonisti, disponibile sui nostri device dal 15 aprile

    27 Aprile 2018

    Dal 15 aprile è disponibile su Netflix il documentario che molti nostalgici aspettavano, Numero Zero, una panoramica sull’hip hop italiano. Enrico Bisi, che ha scritto e diretto il film, ci ha impiegato quattro anni per realizzare il progetto e riuscire ad intervistare tutti i protagonisti.

    Negli anni Novanta l’hip hop in Italia influenza la cultura creando nuove tipologie di artisti. Il documentario, uscito nel 2015, racconta gli albori di quest’arte grazie alle testimonianze dirette dei protagonisti di quei tempi. Dopo la limited edition di 250 copie numerate dello scorso anno, ora finalmente Numero Zero entra a far parte del catalogo Netflix.

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    Numero Zero: gli inizi dell’hip hop italiano

    La cultura hip hop, nata in America intorno al 1973 riecheggia in Italia a partire dagli anni Ottanta e a fatica si fa spazio in radio e tra gli scaffali dei negozi di dischi. Poi a Roma e Bologna arriva la svolta: nel 1990 esce il primo rap italiano su vinile “Batti il tuo tempo” degli Onda Rossa Posse, seguito nel 1991 da “Stop al panico” degli Isola Posse All Star che diventa subito un inno: il rap era uno mezzo sociale, un modo per raccontare la realtà e la cronaca di quegli anni. Come afferma Frankie Hi-NRG in un’intervista: “Il rap era palco e microfono e nessuna forma di censura”. hiphop-italiano-numero-zero Molti i volti epocali che compaiono nel documentario Numero Zero, artisti del calibro di Neffa, Kaos, Fabri Fibra, DeeMo, Esa, Tormento, J-Ax , ma anche Albertino, che con Radio Deejay diede per primo voce e spazio alla cultura hip hop su una radio nazionale con i programmi Venerdì Rappa e One Two One Two (quest’ultimo presentato dagli stessi rapper ospiti del programma), per poi organizzare nel 1997 l’Hip Hop Village, evento che suscitò parecchie polemiche. LEGGI ANCHE: La street art di Eine infiamma il marketing di Zippo

    AL Magazine e la diffusione della cultura hip hop

    La cultura hip hop e le sue quattro discipline si sono espanse e sono state rappresentate in tutta Italia anche grazie alla mitica rivista genovese AL Magazine che ne raccontava l’andamento, aggiornava sulle novità, ispirava con i migliori graffiti in circolazione, insomma un must per chi faceva parte di quella cultura, in un momento storico in cui non c’era ancora internet e quindi neanche l’eventuale possibilità di andare su Youtube o seguire playlist su Spotify. Era una ricerca continua, ci si scambiavano cassette e cd, vinili, ci si insegnava l’un l’altro ciò che si conosceva e la condivisione era un elemento fondamentale per portare avanti la cultura hip hop.

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