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  • Advertising, le dimissioni di Martin Sorrell da WPP e cosa succede adesso. Scenari

    Il gigante della pubblicità perde il suo fondatore (e non solo). Tra i 100 maggiori CEO del mondo, nessuno è rimasto al vertice quanto lui

    16 Aprile 2018

    Back to the future. Questo avrebbe scritto il CEO di WPP Martin Sorrell nelle poche righe inviate dopo le dimissioni agli ormai ex dipendenti di WPP, la multinazionale della pubblicità che ha fondato e guidato per 33 anni: 200 mila dipendenti, 3.000 uffici in 112 paesi,  55 miliardi di sterline di fatturato nel 2017. Un addio, ha aggiunto “Per il bene dell’azienda e dei clienti” e ancora “il destino di WPP vale più di un questione personale di vita o di morte”. L’addio è conseguenza sì dell’indagine interna nei suoi confronti per sospetta “cattiva condotta”: nei prossimi giorni saranno resi noti i risultati. “Lascio la società in buone mani, il board lo sa”, ha scritto sempre Sorrell. Sullo sfondo i numeri: nel suo ultimo trimestre la società ha registrato la sua peggiore performance dalla crisi finanziaria, le vendite nette sono diminuite rispetto a un anno prima, spaventando gli investitori che si aspettavano segnali di ripresa, e il titolo ha perso il 35% negli ultimi 12 mesi. Tutto questo agli inizi di aprile, quando è scoppiato il caso e il top manager è stato accusato di ‘personal misconduct’, condotta personale inappropriata. Sabato la notizia delle dimissioni, lunedì il titolo ha perso il 5% alla borsa di Londra, per poi risalire, ma sempre con il segno negativo.   LEGGI ANCHE: Advertising, il gigante WPP apre un’inchiesta sul suo CEO wpp

    Il futuro del gruppo

    L’uscita di Martin Sorrell dal più grande gruppo pubblicitario del mondo, di cui è stato il motore di crescita, apre la porta a speculazioni sul futuro di WPP. “Pensiamo che ci sia una possibilità significativa che WPP venderà ora la sua unità di Investimento sui dati, ossia la ricerca di mercato, e probabilmente anche PR, ma che il resto del gruppo sarà mantenuto” ha dichiarato a Business Insider l’analista di Liberum Ian Whittaker. Inoltre Sorrell non ha firmato una clausola di “non concorrenza” nel suo exit deal, il che significa che è teoricamente libero di avviare un’attività commerciale rivale che può competere con WPP. Anche se lo stesso Whittaker ha sottolineato che Sorrell non farebbe “nulla che possa nuocere all’azienda di cui possiede ancora il 2% delle azioni”

    La crisi

    Martin Sorrell, 73 anni, guida WPP dal 1986, e ha contribuito a trasformare uno sconosciuto gruppo britannico da lui acquisito che produceva carrelli per la spesa (si chiamava Wire & Plastic Products) in un impero pubblicitario. A lungo considerato un guru dell’industria pubblicitaria, Sorrell, laureato all’Università di Cambridge e la Harvard Business School, ha usato il suo background finanziario per scalare e centralizzare funzioni chiave come l’acquisto di annunci: una strategia vincente emulata da altri. Negli ultimi anni, però, i tradizionali attori del settore pubblicitario sono stati sottoposti a forti pressioni da aziende come Google e Facebook, che hanno la possibilità di lavorare direttamente con gli inserzionisti, tagliando fuori le agenzie. WPP ha cercato di fare fronte a questa situazione snellendo la sua complicata organizzazione, con un approccio di lavoro più agile ed efficiente soprattutto nei rapporti con i clienti.