Facebook rimuove più di 200 account dell’IRA: la Russian Troll Farm nel mirino di Zuckerberg
Il social network dichiara di aver cancellato pagine e profili collegati alla compagnia russa Internet Research Agency, accusata di "ingannare e manipolare le persone"
Nel tentativo di riguadagnare la fiducia di utenti, governi e mercati dopo lo scandalo Cambridge Analytica, Facebook ha rimosso più di 200 account e pagine collegate alla Internet Research Agency (IRA), compagnia russa nota per l’attivazione di account non autentici durante le elezioni presidenziali USA del 2016. Nel dettaglio, la società ha cancellato 135 account Facebook e Instagram e 138 pagine Facebook collegate all’IRA (un totale di 1,5 milioni di utenti).
In arrivo anche un tool
Sull’operazione è intervenuto
Mark Zuckerberg. «Alcune delle pagine che abbiamo rimosso – ha spiegato
QUI – appartenevano a media russi che secondo le nostre valutazioni erano controllati dall’
IRA. Circa un milione di persone seguivano almeno una di queste pagine, e circa 500 mila almeno uno dei loro profili Instagram. Nelle prossime settimane – ha aggiunto –
rilasceremo un tool per gli utenti, che potranno controllare se sono fan o seguono un profilo controllato dall’
IRA. La sicurezza è un problema che non si può risolvere completamente. Organizzazioni come l’IRA sono avversari sofisticati che si evolvono in modo costante, ma miglioreremo la nostra tecnologia per essere avanti a loro, specialmente per quanto riguarda la protezione dell’integrità delle elezioni».
Ingannare e manipolare le persone
Nel dettaglio, il 95% delle pagine erano rivolte a utenti di lingua russa e 1,08 milioni di utenti hanno seguito almeno una delle pagine incriminate. Gli account Instagram avevano un totale di 493.000 follower e complessivamente avevano speso 167.000 dollari in annunci dall’inizio del 2015. “L’IRA ha ripetutamente utilizzato una complessa rete di account non autentici per ingannare e manipolare le persone che usano Facebook, prima, durante e dopo le elezioni presidenziali americane del 2016” ha scritto il Chief Security Officer della compagnia
Alex Stamos.