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  • Come ottimizzare le tue landing page migliorando la post-click experience

    Alcuni consigli per attrarre l'utente anche dopo il click sponsorizzato, aumentando il conversion rate e il ROI

    16 Marzo 2018

    «Allaccia le cinture di sicurezza, perché stai per vivere una post-click experience da urlo!» «Un momento, ma questa non è la landing page che mi aspettavo, dove mi trovo? Mayday Mayday!» Mayday è un termine sentito tantissime volte nelle comunicazioni radiotelefoniche per chiedere aiuto e probabilmente è lo stesso che gli utenti vorrebbero urlare, quando cliccando su un advertising accattivante e si ritrovano catapultati su una landing page non coerente, confusionaria e piatta, da cui usciranno in meno di un secondo senza convertire e facendo schizzare il bounce rate. post-click experience La post-click experience, ossia l’esperienza utente dopo il click alla sponsorizzazione, viene spesso sottovalutata dai marketer, focalizzati più sull’engagement dell’advertising, che sui risvolti finali della campagna. Nulla di più sbagliato, infatti la post-click experience risulta determinante per avere un conversion rate più alto, costi di acquisizione più bassi e un migliore ROI. Che siate quindi tra i pentiti per la grave disattenzione o semplicemente vogliate migliorare la post-click experience, ecco qualche consiglio per ottimizzare le tue landing page, mettendoti nei panni degli utenti. LEGGI ANCHE: I marketer rivelano quali sono i canali con più engagement nel Social Media Marketing

    Post-click experience: cosa avviene dopo il click?

    Cerchiamo di visualizzare il percorso utente dopo “il famoso” click all’advertising attraverso un esempio. post-click experience Cliccando sull’ad di Constellation, l’utente nel migliore dei casi compirà il seguente percorso: (1) Arrivo sulla landing page; (2) Lettura e visione del titolo e degli elementi restanti; (3) Decisione per una conversione o meno; (4) Feedback finale dopo l’eventuale conversione. post-click experience Durante il percorso dell’utente sulla landing page, i marketer dovranno creare una post-click experience coinvolgente tanto quanto tanto quanto la pre-click experience, per ottenere una conversione maggiore. In particolare un marketer dovrà rispondere alle seguenti domande: dove sto mandando il traffico? Come farlo convertire? Come continuerà il processo  dopo la conversione? LEGGI ANCHE: 12 trend per il 2018 che ogni consulente digital dovrebbe tenere d’occhio Nel caso di Constellation, la post-click experience è ben costruita: infatti colori e font sono coerenti in ad e landing page, dove sono presenti inoltre elementi personalizzati (Get Your Scorecard), pochi link  a distogliere l’attenzione, un copy semplice e chiaro in uno spazio che dà respiro al testo e concentra l’attenzione sul form. Unico neo la Call to Action, gerarchicamente non in risalto rispetto agli elementi restanti. Un elemento finale assolutamente da non sottovalutare è il feedback post conversione, con ringraziamento ed eventuali informazioni ulteriori. Una post-click experience che si rispetti dovrà essere user centric; coerente con la pre-click experience; rilevante per lo scopo di conversione, targettizzata e personalizzata; testata con A/B testing. LEGGI ANCHE: Come creare contenuti mobile friendly che convertano

    Nei panni dell’utente

    Come abbiamo anticipato, una post-click experience che si rispetti dovrà essere user centric. Qual è il modo migliore per farlo se non mettersi allora nei panni dell’utente? post-click experience Partiamo come sempre dai dati a disposizione e dal target di riferimento, cerchiamo di capire cosa farà presa e personalizziamo il più possibile usando buonsenso e coinvolgendo l’utente. Un consiglio prezioso su una landing page a bassa conversione ci viene dato da Kelly Pollock.  Dopo una settimana dal lancio della campagna, Kelly si ritrova con il target giusto che arriva sulla pagina, ma non converte. Cosa c’è di sbagliato? Dopo un rapido check per verificare il funzionamento di form e link, si ritrova con ulteriori punti interrogativi. LEGGI ANCHE: I fattori chiave che dovresti considerare quando progetti una Customer Experience La svolta è stata quella di coinvolgere direttamente un contatto, chiedendo feedback e impressioni sulla landing page. Il contatto le ha chiarito come il nome del servizio proposto e il testo sul logo potessero risultare fuorvianti per il target di riferimento. Risultato finale? Con il cambio proposto, dopo poche settimane Kelly ha verificato un aumento di CTR da 1.1% a 2.63%. Chiedere informazioni direttamente a un contatto per verificare eventuali gap, potrebbe cambiare le sorti della tua campagna.

    Elementi essenziali per ottimizzare la landing page

    Adesso che è chiara l’importanza della post-click experience e il ruolo centrico dell’utente sia in fase di progettazione landing page, che di eventuale feedback successivo, ecco alcuni elementi essenziali per ottimizzare la tua landing page. Corrispondenza di messaggi Come abbiamo visto per Constellation è fondamentale che la post-click experience sia coerente alla pre-click experience, ciò si traduce in testi e visual (immagini, loghi, posizione degli elementi, colori del brand, font, ecc.) complementari. Nel caso di Constellation troviamo una continuità tra ad e landing nei colori blu, bianco e celeste, nell’immagine, il font e il testo utilizzato. Fondamentale oltre la coerenza visual anche quella dell’offerta proposta: se nella sponsorizzazione catturate l’utente con una domanda, nella landing cercate di fornire una risposta e soluzione. Conversion Ratio 1/1 Per Conversion Ratio (rapporto di conversione), s’intende il numero di elementi cliccabili sulla pagine rispetto al numero di obiettivi di conversione. Una landing page è una pagina scollegata dal sito web e con il compito di promuovere l’offerta e generare conversioni, il conversion ratio in questo caso deve essere 1/1, ciò deve essere presente un solo elemento cliccabile per uno scopo di conversione (generalmente il pulsante con la CTA). Il rischio di avere più contenuti cliccabili e in alcuni casi perfino riportare il menu di navigazione è quello di distrarre l’utente, facendolo uscire facilmente senza convertire. Per mantenere l’attenzione dei potenziali customer si consiglia perfino di non rendere cliccabile il logo. CTA personalizzata e con un colore contrastante Guardate l’esempio di Moz: Moz Landing Page Example Cosa salta di più all’attenzione? Probabilmente la CTA “Try it Now”, che oltre ad essere posta above the fold, ha un colore contrastante rispetto allo sfondo, che risalta e si pone gerarchicamente in alto rispetto agli altri elementi. L’attenzione verso il testo e visual della CTA deve valere sempre, perché è l’elemento più importante e deve distinguersi da tutto il resto. Per aiutarti con i colori, Adobe mette a disposizione uno strumento gratuito utilissimo a cui puoi fare riferimento. LEGGI ANCHE: Le più assurde leggende su web design e user experience, smontate (anche da Adobe) Ampio respiro al testo Lo spazio vuoto che circonda gli elementi presenti nella landing page svolge una funzione davvero importante: dà respiro al testo e di conseguenza focalizza l’attenzione degli utenti sui vari elementi, ma non solo, lo spazio infatti aumenta la comprensione e garantisce una migliore visual experience. Per esempio guarda la seguente landing page. Microsoft IoT Project Landing Page Example Per quanto ordinata e chiara, presenta un blocco di testo prolisso, che potrebbe essere ridotto, diviso in paragrafi e esaltato con parole chiave per focalizzare meglio l’attenzione; molto differente dalla landing page di Moz appena analizzata, che oltre a un visual spazioso, adotta le icone, uno strumento che aiuta la comprensione del testo. Gli elementi qui proposti sicuramente ti aiuteranno ad ottimizzare la vostra landing page, ma non sono i soli da considerare e il minuzioso lavoro di Instant page, potrà fornire ulteriori spunti interessanti.