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  • Meno si utilizza lo smartphone più si è felici. Lo dice, di nuovo, uno studio

    Una ricerca della University of British Columbia ha dimostrato come ignorare il proprio smartphone e passare del tempo con amici e parenti porta un beneficio reale e tangibile per benessere e felicità

    10 Marzo 2018

    Se ci immaginiamo uno scenario ipotetico in cui ogni persona ha il suo unico posto a sedere in un ristorante o una tavola calda, in modo tale che possa mangiare “in pace” con la sola e unica compagnia del suo smartphone, è evidente che non si va molto lontani da quella che è già la realtà. Una nuova ricerca della University of British Columbia parla proprio di questo, di come i nostri telefoni, ormai onnipresenti, ci stanno sempre più annoiando, creando a volte sentimenti di tensione e nervosismo, e ci facciano sentire meno felici di quando lo mettiamo da parte e ci divertiamo con la compagnia di famiglia e amici. Amici cenano con smartphone

    Come si è svolto lo studio

    Lo studio ha coinvolto più di 300 partecipanti invitandoli a consumare un pranzo in un cafè, in gruppi da tre a cinque persone, all’interno della propria cerchia di amici o familiari. Nessuno sapeva su cosa sarebbe stato testato, ma mentre ad alcuni dei partecipanti, selezionati casualmente, gli venne detto di tenere il proprio telefono sul tavolo, agli altri, invece, venne proibito di usare lo smartphone, che doveva essere silenziato e riposto. Dopo il pasto, a tutti venivano fatte diverse domande, incluso quanto avevano apprezzato l’esperienza appena provata. Il risultato? Le persone che avevano pranzato con i loro telefoni sul tavolo si sentivano più distratte, tese, nervose, e addirittura annoiate (dato che ha sorpreso molto gli studiosi). Di conseguenza, avevano apprezzato molto meno il tempo passato con i loro amici o la loro famiglia rispetto a chi aveva pranzato senza il proprio smartphone. Tazza e smartphone
    LEGGI ANCHE: Passare il tempo libero dietro uno schermo rende infelici, dice uno studio Molte volte gli studi accademici come questo sono criticati per il fatto di distorcere un po’ la realtà, coinvolgendo eccessivamente segmenti della popolazione locale, con la scusa che gli studenti universitari cercano di mettere insieme subito il maggior numero di soggetti in grado di essere sottoposti allo studio. In questo caso, però, i ricercatori si sono dimostrati sorpresi di riscontrare che anche i giovani più “addicted” alla tecnologia, e quindi molto affezionati ai propri device, erano influenzati negativamente dalla presenza dei loro telefoni. «Questa generazione è cresciuta con la tecnologia mobile, che in teoria dovrebbe alzare la predisposizione dei giovani ad attività multi-tasking in contesti di vita reale» hanno scritto i ricercatori. «Questa idea è particolarmente convincente nel contesto delle interazioni sociali, come quelle che avvengono in un pasto consumato insieme a degli amici, dove una persona dovrebbe potersi permettere di effettuare una conversazione anche mentre utilizza uno smartphone, senza effetti negativi sulla sua esperienza. Il nostro studio suggerisce, invece, che anche un uso moderato del telefono può creare distrazione, la quale va a danneggiare l’emotività e la piacevolezza che scaturisce dall’interazione sociale». Il dato più curioso che è stato riscontrato è proprio quello della noia percepita dai partecipanti, anche perché era stato previsto che «le persone sarebbero state meno annoiate quando potevano utilizzare il proprio smartphone, dato che avrebbero potuto “riempire” gli buchi delle conversazioni con l’utilizzo dello smartphone»; lo studio, invece, ha dimostrato il contrario.

    L’utilizzo dello smartphone può renderci meno felici?

    Per confermare i risultati ottenuti, i ricercatori hanno effettuato un ulteriore approfondimento, misurando l’attività di 100 altri partecipanti e delle loro vite quotidiane, testandoli in cinque differenti momenti della giornata-tipo di ognuno di loro. Quando i soggetti ricevevano un messaggio, dovevano dire cosa stavano facendo i 15 minuti prima, quanto tempo passavano sui loro telefoni dopo aver ricevuto il messaggio, e valutare l’esperienza con giudizi e metriche precisi. In questo modo, si poteva misurare anche un’attività molto più generale, meno specifica, rispetto a quella di un pasto in un ristorante. Di nuovo, però, i risultati sono stati confermati: i telefoni distraevano le persone da interazioni reali, face-to-face, oltre a farle sentire più annoiate, meno connesse dal punto di vista sociale e, in generale, meno felici. Amici che si sorridono senza smartphone Ovviamente i ricercatori sono stati molto cauti, poiché nonostante le misurazioni relative alla noia e alla tensione percepite fossero state molto significative dal punto di vista della ricerca, si è pensato fosse meglio eseguire un secondo studio per confermare tali risultati. Sarebbe troppo facile, però, archiviare questo studio solo perché i risultati non sarebbero così catastrofici rispetto alla nostra felicità quotidiana. I nostri smartphone, infatti, «possono avere degli effetti negativi minimi sulle proprie interazioni sociali; tuttavia, questi piccoli effetti potrebbero diventare sempre più importanti con l’andare del tempo. Alcuni studi, infatti, hanno confermato che frequenti interruzioni causate dai nostri telefoni possono sfociare in conflitti nelle relazioni e una soddisfazione di vita inferiore» hanno scritto ancora gli studiosi della British Columbia, guidati dalla professoressa Elizabeth Dunn. Il loro studio, pubblicato sul Journal of Experimental Social Psychology, è stato anche presentato a un meeting del settore ad Atlanta all’inizio di questo mese. Ognuno, naturalmente, è libero di avere la sua opinione, ma è certo che studi come questo possano chiarire maggiormente la situazione sul dibattito sugli effetti degli smartphone sulla sanità pubblica. È innegabile che le interazioni personali sono tra i fattori più importanti per la nostra felicità e lo star bene. Questo studio non dice che se si usa il telefono allora potrebbe causare danni estremamente gravi, ma sicuramente suggerisce che c’è un beneficio reale e tangibile nel prenderlo e riporlo nella propria borsetta o nella tasca della propria giacca mentre si passa del tempo con amici e famiglia.  

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