Microsoft lancia un’app che aiuta i non vedenti con l’audio 3D
Si chiama Soundscape e sfrutta l'audio 3D per interagire con l'ambiente
2 Marzo 2018
“Evitare l’ostacolo non è il problema, per questo può venire in aiuto un cane un bastone, la differenza la fa sapere dove sono gli oggetti”, con queste parole Erin Lauridsen, Access Technology Director LightHouse for the Blind (associazione di San Francisco che supporta persone non vedenti e ipovedenti) ha spiegato il senso e gli obiettivi di Soundscape, app gratuita lanciata da Microsoft e sviluppata per non vedenti o ipovedenti. Disponibile per iPhone negli Stati Uniti e nel Regno Unito, Soundscape utilizza l’audio 3D per aiutare gli utenti a interagire con l’ambiente circostante: il servizio genera segnali audio spaziali servendosi del GPS e della bussola dello smartphone.
Come funziona
Mentre si cammina, Soundscape individua i punti di interesse in tre modi. “La mia posizione” per la situazione attuale e le possibili direzioni, “Intorno a me” per i punti di interesse vicini, “Avanti di me” poi descriverà i punti di interesse invece di fronte a te. Si può anche usare Soundscape per far cadere i beacon audio in specifici punti di interesse, ed essere poi in grado di ascoltarli mentre ci si muove.
Anche con i beacon
“La tecnologia Microsoft – spiegano da Redmond – consente di impostare beacon audio su destinazioni e punti di riferimento familiari e quindi utilizzare segnali audio 3D per migliorare la consapevolezza ambientale. Collegando un auricolare stereo – si precisa – si può esplorare il mondo con maggiore indipendenza. Con l’audio 3D, i suoni vengono percepiti come provenienti da un preciso punto di interesse, in modo che l’utente può costruire un’immagine mentale di ciò che accade intorno all’ambiente acustico (Soundscape è proprio ‘il paesaggio sonoro’)”.
Anni di ricerca
Soundscape non è però destinata a sostituire il cane o il bastone, piuttosto l’app è pensata per integrarli. Il progetto è nato nel 2014, anche grazie ad Amos Miller, Microsoft product strategist e ricercatore nel team MSR Enable, affetto da una malattia genetica agli occhi lo ha portato alla cecità. “Quando uno è in grado di relazionarsi con il proprio ambiente in modo naturale e intuitivo, cambia il rapporto con il mondo” ha spiegato Miller.
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