Gucci, Neymar e Facebook: gli epic win e gli epic fail della settimana
Account cancellati, numeri gonfiati e la vittoria di Climbook: anche questa settimana gesti epici tutti da gustare
26 Febbraio 2018
Ammettiamolo: la vita, anche la nostra, è tutta un susseguirsi di epic win e epic fail. Non ha di certo fatto eccezione la scorsa settimana, che ci ha regalato le consuete perle da un lato e dall’altro i soliti… fail! Pronti per gli epic win e gli epic fail di oggi?
Win
Climbook batte Facebook
La prima win è Climbook che vince la battaglia con Facebook. La storia del piccolo Davide contro il gigantesco Golia ci piace sempre molto e segnaliamo volentieri il win di Climbook che riesce in una impresa durata ben tre anni: fare a cazzotti con Facebook e uscirne bene. Secondo l’azienda di Zuckerberg, il servizio per appassionati di trekking risultava troppo simile “sotto il profilo strutturale, visivo, fonetico e concettuale” al blasonato social network. L’ufficio brevetti ha finalmente messo fine alla questione: non c’è possibilità di confusione del marchio. Viva i “più piccoli” e viva anche chi confonde l’admin di una pagina Facebook con una guida alpina.Neymar trollato da Bahoken
“Amici, si tratta solo una foto, non c’è nessuna provocazione da parte mia e anzi al contrario, è un onore giocare contro un giocatore di questo livello“.Così ha twittato Stephane Bahoken su quella che è stata definita una vera e propria trollata del giocatore dello Strasburgo nei confronti di Neymar. Comicità involontaria o meno, ecco la foto postata con l’hashtag #MyProfilePic, giudicate pure voi!Les amis c’est juste une simple photo aucune provocation de ma part au contraire c’est un honneur de jouer contre un tel joueur 😉
— Bahoken Stephane (@Bahoken1993) 20 febbraio 2018
#NewProfilePic pic.twitter.com/MFyVcurNYU — Bahoken Stephane (@Bahoken1993) 20 febbraio 2018
Fail
Twitter censura gli account (ma forse sono bot)
Migliaia i follower e i relativi tweet cancellati da Twitter in uno stretto, strettissimo giro di vite contro l’uso e abuso dei bot per guadagnare consensi. Ma i frequentatori del social non ci stanno e gridano alla censura con un hashtag appositamente dedicato. A suon di #TwitterLockOut, il popolo web insorge e Twitter risponde: basta dimostrare di essere reali e non bot.Politici, account Twitter e follower farlocchi
Sempre su Twitter, account finti e bot per falsare popolarità e numeri sono cosa ben nota anche da noi in Italia e a farne uso non sono solo blogger e influencer: anche ai politici piace gonfiarsi l’ego (e la popolarità) sbandierando numeri più grossi di quelli dell’avversario e, leggendo i numeri dei dati Cnr e Policom in esclusiva per Repubblica, sembra che il numero di chi segue il politico digitale sia davvero molto, molto basso, senza distinzione di colore o casacca politica.La condanna per chi ha insultato “un terrone”
Il razzismo è sempre un fail, senza eccezioni! Si può gioire per la cattiva sorte accaduta a un ragazzo che non si conosce affatto e, anzi, rincarare la dose con frasi pregne di odio razziale? Sì, è successo la settimana scorsa su Facebook e si tratta di un epic fail di proporzioni cosmiche per chiunque adotti comportamenti simili sul web. Lungi da noi dare ancora visibilità all’accaduto e al protagonista ma questo epic fail social si è trasformato in un epic win nella vita reale: il colpevole del post razzista è stato condannato per diffamazione aggravata da odio razziale. Cin cin!Win o Fail? Un po’ e un po’
Gucci e le teste mozzate
Lo abbiamo visto (quasi) tutti: i modelli di Gucci hanno sfilato in sala operatoria con una riproduzione della propria testa in mano.Sì, hai letto bene, e se la cosa ti stupisce e ti disturba un po’, sappi che non sei il solo: la performance d’avanguardia di Gucci è stata immortalata durante la Milano Fashion Week e tra i più accaniti oppositori spicca Armani. Re Giorgio ha infatti dichiarato: “Vi faccio una domanda: uno può fare ciò che vuole ma, fatemelo dire, se metto in pedana una testa, sotto un braccio, mozzata, siamo al limite e io non sto a questo gioco, mi tolgo da questo gioco. Non vorrei neanche che i miei guardassero ciò che hanno fatto gli altri, se quello che fanno gli altri è questo, meglio che stiamo a casa nostra”. Ma c’è un lato win della vicenda: la #GucciChallenge, la sfida all’emulazione dei modelli in passerella ha contagiato il web coinvolgendo moltissimi sconosciuti e qualche volto noto. Tutti, famosi o meno, rigorosamente con una bella testa sotto braccio.