La mappa mondiale dei social network che abbiamo usato di più lo scorso anno
Ecco cosa emerge dall'analisi annuale sulla distribuzione dei social network nel mondo di Vincenzo "Vincos" Cosenza
14 Febbraio 2018
Eccoci con l’appuntamento più atteso dell’anno per i social media manager: Vincenzo Cosenza (Vincos), docente del Master in Social Media Marketing, ha pubblicato la Mappa mondiale sulla distribuzione dei social network nel 2017.Dai numeri emergono spunti importanti per comprendere come sta cambiando l’uso dei social network nel mondo, dati fondamentali per impostare una social media strategy su mercati esteri.Nelle strategie di internazionalizzazione d’impresa, è fondamentale analizzare anche il mercato digital e social per capire come muoversi su territori a noi sconosciuti. La Mappa di Vincos ci aiuta a capire come sono distribuiti i social network nel mondo, così da decidere quali investimenti digital fare all’interno di una strategia di internazionalizzazione.
La distribuzione dei social network nel mondo
Dal Global Digital Report 2018 pubblicato da We Are Social in collaborazione con Hootsuite, emerge un cambiamento storico: il numero degli utenticonnessiadInternet nel mondo ha sorpassato la soglia dei 4 miliardi di persone, possiamo quindi dire che più della metà della popolazionemondiale è connessa ad internet. Il digital divide sembra ormai un ricordo lontano per il nostro pianeta.
LEGGI ANCHE:God save the Social: i 5 motivi per cui non ci lasceranno maiFacebook è sicuramente uno dei canali che ha contribuito di più alla diffusione del digitale nel mondo. Dall’analisi di Vincenzo Cosenza, emerge che il social network di Zuckerberg, ha superato la soglia dei due miliardi di utenti mensili, confermandosi il social network preferito in ben 152 dei 167 paesi analizzati, il 91% dei territori del pianeta.
Il territorio africano è quello che registra una maggiore crescita nel 2017, complice la buona riuscita delle azioni volte a colmare il digital divide, prevedendo l’accesso gratuito al social network.
Ma Mark Zuckerberg, nonostante sia tra le 10 persone più potenti al mondo secondo Forbes, non è arrivato proprio ovunque. Un po’ come l’armata di Napoleone, anche Facebook deve fare i conti con il territorio russo. Sì, perché se state pensando di internazionalizzare il vostro business verso la Russia, allora Facebook non vi sarà di aiuto, anzi, potrebbe essere una scelta sbagliata.
In Russia dominano Odnoklassniki (OK.ru conta circa 71 milioni di utenti attivi al Mese) e VK (in precedenza noto come VKontakte conta circa 97 milioni di attivi al mese) entrambi leader in 7 paesi dell’ex blocco sovietico.
Anche la Cina si conferma da anni un territorio fuori da controllo di Facebook, grazie alla diffusione di QZone, un social network creato dalla Tencent Holdings nel 2005.
Significativo invece il dato sulla situazione in Iran, dove riesce ad emergerono Instagram e Telegram nonostante le recenti proteste antigovernative che hanno vietato l’uso dei social network.
Secondo l’analisi di Vincos sulla distribuzione dei social network condotta su 57 nazioni, emerge una forte competizione tra Instagram, al secondo posto in 23 paesi, e Twitter, presente in 22 paesi. Instagram è cresciuto fino a conquistare 800 milioni di utenti mensili, mentre Twitter anche se è cresciuto di poco, 330 milioni di utenti, ha conquistato 12 nazioni nel network delle immagini.
Insomma, la battaglia tra Twitter ed Instagram non sembra ancora chiusa. Twitter, a suon di cinguettii si difende dalla crescita esponenziale di casa Zuckerberg: chissà se nei prossimi mesi ci stupirà con qualche rilascio WOW.
Sempre secondo quanto riportato nell’analisi di Vincos, nel 2017 è cresciuto anche Reddit, il forum 2.0, aggiudicandosi la seconda posizione in 7 nazioni, tra cui Australia, Canada, e i paesi del nord Europa
Cosa abbiamo capito?
Nessun social media manager può affrontare un mercato sempre più globalizzato senza prima comprendere lo scenario generale in cui si muove: uno scenario che vede, come indicato prima, una frammentazione fra le piattaforme digitali che sono adottate, e che cambiano a seconda del Paese o del continente in cui ci muoviamo.
Imparare a conoscerli diventa indispensabile per riuscire a dotarsi degli strumenti (e delle risorse umane) più adatti a lavorare in ognuno, alzando così il livello di competenza e di competitività del servizio.
Una cosapevolezza che non deve mancare neanche a chi si trova a lavorare con le PMI, che molte volte trovano nei nuovi mercati – anche quelli più esotici e lontani – terreno fertile per lavorare.
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