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  • Questo robot insegna agli adulti con autismo a lavorare meglio in ufficio

    I ricercatori della Heriot-Watt University di Edimburgo hanno costruito Alyx, un robot che insegna alle persone autistiche a riconoscere i segnali sociali

    24 Gennaio 2018

    Gli adulti affetti da autismo hanno spesso difficoltà a leggere segnali emotivi che altre persone possono dare per scontati e insegnare loro come riconoscere questi segnali può essere una vera sfida. In un posto di lavoro poi è ancora più difficile. I ricercatori della Heriot-Watt University in Scozia hanno lavorato ad una soluzione. Si chiama Alyx, un robot insegnante di emozioni che aiuta gli adulti con autismo a gestire i segnali sociali nelle situazioni lavorative. Il volto di Alyx è piuttosto semplice. Non ha una forma “umana”. Non è un caso.  I volti umani generano molti piccoli segnali estranei che le persone con autismo possono trovare difficili da decodificare. Al contrario, la faccia robotica di base e facilmente controllabile di Alyx lo rende un insegnante ideale di spunti sociali. alyx-robot-autismo

    Come funziona Alyx

    In una sessione di formazione con Alyx, un utente eseguiva un compito di segreteria, come l’archiviazione della carta, e Alyx rispondeva con un segno di approvazione o disapprovazione. I creatori di Alyx spiegano che questo è il principale ostacolo che gli adulti con autismo hanno bisogno di aiuto per superare: sapere se stanno facendo un buon lavoro o no.

    Imparare a identificare ed elaborare le espressioni facciali è fondamentale per le interazioni sul posto di lavoro. «L’ambiguità è il vero problema per le persone con autismo e come fare a sapere quando qualcuno è contento di quello che ho fatto – spiega Thusha Rajendran, professore associato di Psicologia alla Heriot-Watt University.

    Capisce le emozioni

    Alyx è dotato anche di una una telecamera montata nella testa che fornirà feedback ulteriori ai terapeuti. «Possiamo usare queste informazioni per aiutare il robot a capire in che stato emotivo sia la persona, facendo in modo che robot possa rispondere in modo socialmente appropriato» ha spiegato Peter McKenna, ricercatore associato presso l’Università di Heriot-Watt .

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