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  • Generazioni a confronto: come comunicare con genitori e figli?

    I brand oggi devono ripensare alla proprie strategie di marketing per parlare efficacemente sia ai post-millennials che ai loro genitori

    21 Gennaio 2018

    I bambini, i loro genitori e perfino i loro nonni sono online: tre generazioni che hanno necessità e desideri differenti. Le agenzie pubblicitarie di oggi devono quindi pensare e creare la propria comunicazione tenendo a mente questo concetto.

    Tra genitori e figli, qual è la vera sfida?

    The Big Shot ha recentemente condotto alcune ricerche con l’obiettivo di identificare come indirizzare la comunicazione di un prodotto verso i genitori. Quando le attività adv puntano a questo target, si dovrebbe pensare al messaggio (pubblicitario e non) come ad un mezzo per coinvolgere anche i bambini poiché la maggior parte delle volte sono accanto ai propri genitori nel momento della fruizione.

    I genitori di oggi consumano sempre più contenuti e lo fanno sempre più spesso insieme ai loro figli, pertanto i contenuti pubblicati devono intrattenere entrambi i segmenti di pubblico rimanendo inoffensivi, proponendo contenuti adeguati e continuando a guidare all’acquisto. Questa è la vera sfida.

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    Gli inserzionisti spendono milioni in digitale quando fanno marketing per colpire il target dei genitori, ma non sempre gli investimenti sono compiuti affinando i canali e i formati di utilizzo. Dalla ricerca è emerso un altro elemento interessante: i genitori sono maggiormente influenzati nelle loro decisioni d’acquisto dalla visione di uno streaming live, ciò si deve probabilmente al fatto che questo formato è più adatto a guidare l’attenzione e di conseguenza ad aumentare lo user engagement.

    Ecco quindi un esempio semplice di una scelta più oculata e più parents/kids friendly nei confronti dei formati da utilizzare.

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    Piattaforme adattate alle esigenze dei post-millennials: è la strada giusta?

    Ofcom ha recentemente pubblicato un report in cui si afferma che il 28% dei bambini di 10 anni, il 46% di quelli di 11 anni e il 51% di quelli di 12 anni hanno ora un account social. Alcuni sostengono che le risposte lato social a queste nuove esigenze siano YouTube Kids e FB Messenger for Kids, ma quanti bambini vogliono contenuti “puliti” dalla comunicazione adulta? Non è questo il mondo nel quale i bambini e gli adolescenti vogliono avere solo cose “permesse”: guardando la questione esclusivamente lato marketing, insomma, gli adolescenti vogliono sentirsi adulti e fintanto che il contenuto è pertinente e raggiunge il pubblico giusto, non è necessario che i contenuti siano creati esclusivamente per loro.

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    Come fare quindi? Quando si pubblicano campagne mirate alla vendita di prodotti per ragazzi bisogna selezionare meticolosamente siti, video e pubblico che si è scelto come target, anche se questo viene ridotto ai minimi termini. Si tratterà però certamente di una audience molto mirata e quindi ottimizzata anche in ottica ROI.

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    Ci sono semplici misure che gli inserzionisti possono adottare per garantire che i loro annunci vengano mostrati nei posti giusti. Spesso i bambini vedranno il messaggio dai dispositivi dei genitori, mentre i genitori fruiscono dei contenuti. Bisogna quindi iniziare a creare campagne efficaci e coinvolgenti che possano essere consegnate ad entrambi i lati di questo “pubblico”.

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