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  • Scoperto il gene dell’immortalità, che permette alle cellule umane di rigenerarsi

    Una nuova scoperta scientifica, appena pubblicata su Nature, potrebbe aprire nuove prospettive per la cura di alcune malattie degenerative

    30 Novembre 2017

    Un’affermazione forte, ma basata sulla scienza. L’uomo sarebbe in grado di rigenerare le proprie cellule e tornare ad essere giovane. Giovedì scorso sulla rivista scientifica Nature, il Dr. Bohnert e Cynthia Kenyon, vicepresidente dell’istituto di ricerca sull’invecchiamento di Calico, hanno rivelato la loro scoperta sul modo in cui la linea germinale rimane giovane. Una rivelazione che potrebbe essere il primo passo verso nuove strade della ricerca su malattie degenerative cellulari e che in futuro potrebbe portare all’individuazione di nuove cure e terapie.

    gene dell'immortalità
    Credits: Depositphotos #113613122

    Il gene dell’immortalità nascosto nella linea germinale umana

    Che cos’è la linea germinale? In biologia e genetica, la linea germinale di un individuo maturo o in fase di sviluppo è quella sequenza di cellule che hanno materiale genetico che può essere trasmesso ad un discendente. Per esempio, le cellule sessuali come lo spermatozoo o la cellula uovo fanno parte della linea germinale. La caratteristica più importante delle cellule germinali è quella di dare luogo, attraverso un processo riduzionale del patrimonio genetico detto meiosi, a gameti contenenti solo una quota N del patrimonio 2N delle cellule. Nella specie umana, ad esempio, dove i cromosomi sono in numero di 2 x 23, con la gametogenesi si otterranno gameti (spermatozoi e ovociti) con soli 23 cromosomi, uno per ciascuna coppia di omologhi. gene dell'immortalità Le cellule della linea germinale – questo l’aspetto al centro della ricerca appena pubblicata su Nature – hanno anche la caratteristica di essere esenti da alcune forme di invecchiamento cellulare. Ad ogni nascita, in pratica, le cellule ricominciano il loro ciclo vitale. E gli scienziati sono riusciti a ritrovare il meccanismo biologico alla base di questo processo nei vermi: la speranza è quella di riuscire a riutilizzarlo per ripristinare le cellule danneggiate. gene dell'immortalità

    Perché è importante questa scoperta

    Nessuno di noi è stato creato da zero, insomma, e ogni essere umano si sviluppa dalla fusione di due cellule, una uovo e una spermatozoo, discendenti di altre cellule. Questa linea germinale è, quindi, in un certo senso immortale. Il fenomeno è ancora profondamente misterioso, dato che nel corso del tempo, secondo quanto spiegato anche dall’articolo comparso sul New York Times, le proteine ​​cellulari si deformano, si aggregano e quando le cellule si dividono, passano quel danno ai loro discendenti. Nel corso di milioni di anni, in sostanza, la linea germinale dovrebbe diventare troppo deteriorata per generare una nuova vita sana. In realtà, ciò che avviene poco prima che la cellula uovo sia fecondata è che quelle proteine danneggiate vengono spazzate via, in un processo che è stato studiato, appunto, in un verme la cui riproduzione è molto simile a quella umana. Questa scoperta, fatta dalla Dr.ssa Kenyon mentre era docente all’Università della California, a San Francisco, ha portato alla individuazione di un’intera rete di geni coinvolti nella riparazione cellulare, che consente agli animali di vivere più a lungo. E anche gli uomini sarebbero forniti di geni simili per la riparazione cellulare. Sembra però che sia proprio l’unione di spermatozoo e cellula uovo a spingere quest’ultima verso questo processo di pulizia dalle proteine danneggiate prima di rigenerarsi, sviluppando un fenomeno che potrebbe portare, in futuro, a grandi progressi anche nella ricerca su malattie degenerative come l’Alzheimer.